Isole oceaniche: i misteriosi resti di antichi continenti

Isole oceaniche: i misteriosi resti di antichi continenti

Isole oceaniche: i misteriosi resti di antichi continenti

Giada Liguori

Novembre 13, 2025

Londra, 13 novembre 2025 – Molte isole oceaniche nascondono un passato geologico sorprendente: uno studio pubblicato su Nature Geoscience, guidato dall’Università di Southampton e dal Centro tedesco per le geoscienze Gfz Helmholtz di Potsdam, rivela che questi lembi di terra non sono semplici isole, ma frammenti antichi di continenti. Nel corso di milioni di anni, questi pezzi si sono staccati dalle grandi masse continentali, sono affondati in profondità, e hanno viaggiato per oltre mille chilometri nel mantello terrestre prima di tornare in superficie come materiale vulcanico.

I continenti nascosti sotto le isole oceaniche

La ricerca, condotta da un gruppo internazionale e pubblicata ieri, prova a rispondere a un quesito che da tempo tormenta i geologi: perché molte isole in mezzo all’oceano presentano rocce tipiche dei continenti? “Da decenni sappiamo che alcune parti del mantello sotto gli oceani sembrano contaminate, come se pezzi di antichi continenti fossero finiti lì dentro in qualche modo”, spiega Thomas Gernon, docente a Southampton e coautore dello studio. Fino ad oggi, però, mancava una spiegazione chiara su come questi materiali potessero arrivare così lontano dalle terre emerse.

Un viaggio lento e profondo nel mantello terrestre

Secondo gli scienziati, tutto accade a profondità tra i 150 e i 200 chilometri. Quando i continenti si separano – come successe milioni di anni fa con la frattura della Pangea – non si dividono solo in superficie. “I continenti si staccano anche dal basso”, chiarisce Gernon, “e su distanze molto maggiori di quanto si pensasse”. Un’onda di instabilità si propaga lungo la base della litosfera, trascinando lentamente i frammenti nel mantello. Il ritmo è lentissimo: appena un milionesimo della velocità di una lumaca. Un movimento quasi impercettibile per noi, ma enorme su scala geologica.

Dal fondo dell’oceano alle eruzioni vulcaniche

Questi frammenti continentali, una volta catturati nel mantello, vengono spostati lateralmente per migliaia di chilometri. Solo dopo decine di milioni di anni il materiale riesce a risalire in superficie, spinto dalle eruzioni dei vulcani oceanici. Così, isole vulcaniche come quelle dell’Atlantico e del Pacifico finiscono per contenere rocce e minerali tipici dei continenti. “Il nostro studio dimostra che il ciclo dei materiali sulla Terra è molto più complesso e dinamico di quanto si credeva”, aggiunge Gernon.

Una chiave per capire i diamanti e altri misteri

Questo meccanismo non riguarda solo la formazione delle isole oceaniche. Gli autori pensano che lo stesso processo spieghi le cosiddette eruzioni di diamanti, quei rari eventi in cui queste pietre preziose arrivano in superficie da profondità estreme. “Finalmente abbiamo una spiegazione chiara per la presenza di materiali continentali in angoli impensati del pianeta”, commenta uno dei ricercatori tedeschi coinvolti.

Un mistero svelato dopo decenni

La scoperta offre una nuova chiave di lettura sulla storia della Terra e sui movimenti nascosti delle sue placche. Per gli autori, la presenza di materiali continentali nelle isole oceaniche non è più un enigma: “È il risultato di un lungo e silenzioso viaggio sotterraneo”, riassume Gernon. Un viaggio iniziato milioni di anni fa nelle profondità dei continenti e che continua ancora oggi sotto i nostri piedi – invisibile, ma fondamentale per capire come si è evoluto il nostro pianeta.

Per gli studiosi, questa ricerca apre nuove strade anche nello studio delle risorse minerarie e nella conoscenza dei processi profondi della Terra. Ma, come spesso accade in scienza, ogni risposta porta con sé altre domande: quanta parte del materiale continentale resta ancora nascosto sotto gli oceani? E quali altre sorprese ci riserverà il mantello terrestre?