Torino, 13 novembre 2025 – La madre del quindicenne sequestrato e torturato a Moncalieri nella notte di Halloween ha parlato oggi con la voce spezzata dall’emozione. Ha raccontato come il figlio stia affrontando le conseguenze di quella terribile esperienza. “Da quella notte ha incubi continui. Sogna che qualcuno voglia fargli del male con un cacciavite. Si sveglia di colpo e dice: ‘Cosa volete da me?’”, ha confidato la donna, che da giorni cerca di riportare un po’ di normalità nella vita del ragazzo. “È un dolore che non se ne va”, ha aggiunto, mentre le indagini sui tre minorenni coinvolti vanno avanti tra interrogatori e nuove testimonianze.
La madre racconta la notte di Halloween e la scoperta del dramma
Il 31 ottobre, il ragazzo aveva detto alla madre che sarebbe andato a dormire dal nonno. Lei, inizialmente contraria, aveva ceduto solo dopo le sue insistenze. “Solo dopo ho scoperto che non era mai arrivato dal nonno”, ha raccontato la donna, seduta nel soggiorno di casa, circondata da fotografie di famiglia e da un silenzio carico di tensione. “Se l’avessimo saputo prima, mio marito ed io saremmo andati a cercarlo ovunque. Non avrei mai permesso che passasse quello che ha passato”.
La mattina dopo, intorno alle 8, il ragazzo ha risposto al telefono. “Mamma, sto arrivando, sono in metro”, le ha detto. Lei, sorpresa, ha chiesto spiegazioni. “Mi ha detto che era successo qualcosa e che doveva raccontarmelo”. Solo in macchina, appena salito, ha cominciato a spiegare: camminava in modo strano e indossava uno scalda collo che non era il suo.
I segni evidenti e le ferite nascoste
“Si è seduto, ha sollevato lo scalda collo e ci ha mostrato che non aveva più le sopracciglia”, ha ricordato la madre. “Aveva anche un graffio sull’occhio. Per fortuna non ha perso la vista. I capelli erano rasati a chiazze”. Il racconto del figlio era confuso, segnato dalla paura: “Lo avevano preso con la forza, portato in un appartamento a Torino che non conosceva. Lì l’hanno rasato, l’hanno costretto a fare il bagno nel fiume a torso nudo. Gli hanno preso il cellulare e bloccato i numeri”.
Gli aggressori, secondo la vittima, lo hanno deriso, sputandogli addosso e filmando alcune scene. Solo dopo ore il ragazzo ha trovato il coraggio di parlare anche della violenza sessuale subita: “È successo la domenica pomeriggio, così abbiamo fatto una nuova denuncia”, ha detto la madre. “Credo che ci siano altri video, ma non so quanti. Mi fa male dentro non sapere cosa ha passato mio figlio”.
Le indagini e le reazioni dei coetanei
Tre minorenni sono indagati per quanto accaduto a Moncalieri. Uno di loro avrebbe detto che il ragazzo avrebbe potuto scappare. La madre smentisce: “Non era possibile. L’avevano chiuso in bagno a chiave e la casa era serrata con una catena”. Quando finalmente è stato liberato, il quindicenne era spaesato: “Non conosce Torino e non sapeva dove andare”, ha spiegato la donna.
La notte dopo la violenza, i presunti aggressori sarebbero andati in discoteca come se nulla fosse. Nessuno ha cercato la famiglia della vittima. “Tutti dovevano sapere cosa hanno fatto quei ragazzi, la tortura vera e propria”, ha detto la madre, sottolineando che non è la prima volta che succedono episodi simili in quel gruppo.
Denuncia pubblica e speranza per il domani
La donna non si pente di aver reso pubblica la vicenda: “Era giusto che si sapesse”. Ora spera solo di passare un Natale tranquillo con il figlio: “Lotto per lui, ma non è facile”, ammette. Il ragazzo cerca di rassicurarla: “Mamma, non ti preoccupare, non ci penso più, faccio sogni belli” – ma lei sa che la ferita è ancora aperta.
Le indagini proseguono sotto la guida della Procura dei Minori di Torino. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze e analizzando i video che circolano tra i cellulari dei ragazzi coinvolti. La comunità di Moncalieri è sotto shock: tra rabbia e incredulità, molti genitori si chiedono come si sia potuti arrivare a tanta violenza tra adolescenti.
