Le borseggiatrici di Venezia: guadagni da calciatori con 2500 euro al giorno

Le borseggiatrici di Venezia: guadagni da calciatori con 2500 euro al giorno

Le borseggiatrici di Venezia: guadagni da calciatori con 2500 euro al giorno

Matteo Rigamonti

Novembre 13, 2025

Venezia, 13 novembre 2025 – Un blitz dei carabinieri di Venezia ha smantellato, lunedì 11 novembre, un gruppo di borseggiatrici e borseggiatori che agivano nel cuore del centro storico lagunare. Sono scattate 23 misure cautelari a carico soprattutto di donne, quasi tutte di etnia rom e sinti, provenienti da Bosnia e Croazia, con un’età media sotto i 27 anni. Secondo gli investigatori, ognuna di loro riusciva a mettere in tasca fino a 2.500 euro al giorno. Un giro d’affari che, messo in prospettiva, supera i 700 mila euro all’anno a testa. “Più di molti calciatori di Serie A”, ha commentato uno degli inquirenti.

Un sistema ben organizzato tra Venezia e Mestre

Dietro l’operazione ci sono mesi di indagini guidate dal pm Giorgio Gava e dal gip Lea Acampora, che hanno messo a nudo una rete criminale con base soprattutto tra le calli veneziane, la stazione di Santa Lucia e quella di Mestre. Sono almeno 32 i furti documentati, per un bottino complessivo vicino ai 50 mila euro. Ma i carabinieri sono convinti che i colpi siano molti di più. Alcune complici minorenni, anche sotto i 14 anni, sono state collegate ad almeno 150 furti messi a segno su treni, autobus e zone a forte passaggio turistico.

Tra gli arrestati ci sono anche tre uomini, mariti di alcune delle donne, che avrebbero avuto il compito di coordinare e tenere sotto controllo il gruppo. “Parliamo di un’organizzazione con ruoli chiari e compiti ben divisi”, ha spiegato un ufficiale dell’Arma. Le accuse vanno dal furto in concorso alle lesioni personali, passando per ricettazione, riciclaggio e falsificazione di carte di credito.

Violenza e paura anche dentro le famiglie

L’indagine ha portato alla luce un quadro inquietante anche tra le stesse persone coinvolte. Le donne più grandi, che avrebbero dovuto prendersi cura delle più giovani, si sono trasformate in vere e proprie aguzzine. Nell’ordinanza del gip si parla di “violenze, minacce, percosse, umiliazioni e schiavitù”.

Alcune delle arrestate erano incinte, ma questo non le ha fermate: venivano comunque costrette a rubare. In certi casi, le forzavano minacciandole con coltelli puntati in volto per farle “lavorare”. Una realtà che ha scosso anche gli investigatori. “Non si tratta solo di furti – ha confidato un’inchiesta – ma di uno sfruttamento continuo e sistematico”.

Le immagini choc e la reazione della città

Tra i materiali raccolti ci sono diversi video. In uno di questi si vede un ragazzo milanese aggredito proprio perché ha filmato con il cellulare alcune borseggiatrici in azione. Scene che hanno fatto il giro della città, scatenando indignazione tra residenti e turisti. “Non è la prima volta che succede qualcosa del genere”, ha raccontato una commerciante di Campo San Polo. “La paura ormai è parte della vita quotidiana”.

Le misure cautelari – che comprendono arresti in carcere, domiciliari e divieti di dimora – sono state eseguite all’alba. Alcune delle persone ricercate risultano ancora irreperibili: i carabinieri sospettano che siano fuggite dalla città nei giorni prima del blitz.

Un problema che non si riesce a fermare

Il fenomeno dei borseggi a Venezia non è certo una novità. Ma la quantità di denaro scoperta lascia tutti a bocca aperta. “Parliamo di cifre che superano quelle guadagnate da molti lavoratori regolari”, ha ammesso un investigatore. Il confronto con gli stipendi dei calciatori, rilanciato dal quotidiano La Verità, ha acceso un acceso dibattito pubblico.

Le forze dell’ordine sottolineano quanto sia difficile fermare un fenomeno che coinvolge anche ragazzini troppo giovani per essere imputati. “Serve un lavoro di squadra e un approccio che vada oltre il semplice arresto”, ha detto il comandante provinciale dei carabinieri. Nel frattempo, la Procura continua a indagare su altri episodi ancora aperti.

Solo con il tempo si potrà capire se il blitz dell’11 novembre rappresenta davvero una svolta nella lotta ai borseggi in laguna. Intanto, tra le calli e sui vaporetti, la tensione resta alta.