Milano, 13 novembre 2025 – Chi passa le giornate in cantiere, in officina o in fabbrica lo sa bene: la scelta delle scarpe antinfortunistiche giuste può fare la differenza tra un piccolo incidente e un infortunio serio. Dal 2022, con l’entrata in vigore della nuova normativa europea EN ISO 20345:2022, le regole sono cambiate e hanno portato novità concrete per chi si affida a questi dispositivi di protezione. Il 2025 è stato l’anno in cui questi standard si sono consolidati, ormai adottati da tutti i principali produttori.
Scarpe antinfortunistiche, la rivoluzione EN ISO 20345:2022
La nuova versione della normativa EN ISO 20345, pubblicata nel 2021 e attiva dal 2022, ha preso il posto di quella precedente del 2011. L’obiettivo è chiaro: aumentare la sicurezza, la comodità e la durata delle scarpe da lavoro. Le vecchie sigle S1, S2 e S3 restano valide, ma sono arrivate due nuove classi: S6 e S7. Queste ultime indicano scarpe completamente impermeabili, pensate per chi lavora in ambienti molto umidi o all’aperto. Come spiega un responsabile tecnico di un’azienda lombarda: “Con la pioggia o nei cantieri fangosi, la differenza si sente subito”.
Cambia anche la questione della resistenza agli idrocarburi (FO): non è più obbligatoria nelle classi S1-S3, ma diventa un optional. Così si lascia più libertà di scelta, in base alle reali esigenze di chi le indossa.
Test più realistici e materiali nuovi per una protezione vera
La EN ISO 20345:2022 porta con sé test più realistici e materiali innovativi. Tra le novità, ci sono tre tipi di lamina contro la perforazione: la sigla P indica una lamina in acciaio, molto resistente; PL è una lamina tessile, leggera e flessibile; PS è una lamina tessile rinforzata, che offre la massima protezione contro oggetti sottili. “Se cerchi scarpe leggere, punta sulla lamina tessile”, consiglia un addetto alla sicurezza in un’azienda metalmeccanica milanese.
Anche la classificazione delle scarpe antiscivolo è cambiata. Le vecchie sigle SRA, SRB e SRC sono state sostituite da una sola: SR. Questo nuovo test valuta la suola su superfici bagnate e scivolose, simulando le condizioni reali di lavoro. Un operaio intervistato in un cantiere di Porta Romana racconta: “Prima non sapevi mai se davvero reggevano sul bagnato, ora i test sono più chiari”.
Impermeabilità e resistenza all’acqua, cosa leggere sull’etichetta
Per quanto riguarda la resistenza all’acqua, la sigla WRU è stata sostituita da WPA, che misura con precisione quanta acqua entra nella tomaia della scarpa. Prima il controllo era più superficiale; oggi il test è più severo. Chi cerca una scarpa davvero impermeabile deve puntare sulla sigla WR (water resistance).
Secondo dati raccolti da alcune associazioni di categoria, negli ultimi mesi è cresciuta l’attenzione verso questi dettagli tecnici. “Molti clienti ci chiedono spiegazioni sulle nuove sigle”, confida un rivenditore specializzato in via Mecenate. “C’è più consapevolezza rispetto a qualche anno fa”.
Cosa cambia per chi compra oggi
Dal 2022 tutti i nuovi modelli di scarpe antinfortunistiche devono essere certificati secondo la EN ISO 20345:2022. I prodotti già in commercio sono stati via via aggiornati. Prima di acquistare un paio di scarpe o un capo da lavoro, è fondamentale controllare che siano conformi alle nuove norme.
Lineonline.it – piattaforma specializzata nella vendita di dispositivi di protezione – conferma che la domanda di prodotti certificati è cresciuta del 15% nell’ultimo anno. “Le aziende non vogliono rischiare multe o incidenti”, spiega il responsabile commerciale del sito.
Sicurezza e attenzione: la scelta che fa la differenza
In sintesi, la nuova normativa europea sulle scarpe antinfortunistiche punta a rendere più sicuro il lavoro di chi opera in settori a rischio. Scegliere la calzatura giusta non è più solo questione di comodità o prezzo: oggi serve leggere con attenzione le nuove sigle e capire i materiali usati. Un dettaglio che può davvero cambiare la giornata – e la salute – di chi lavora ogni giorno tra polvere, cemento e macchinari.
