Agnieszka Holland: il potere degli oligarchi e il futuro del nostro mondo

Agnieszka Holland: il potere degli oligarchi e il futuro del nostro mondo

Agnieszka Holland: il potere degli oligarchi e il futuro del nostro mondo

Giada Liguori

Novembre 14, 2025

Roma, 14 novembre 2025 – Agnieszka Holland, regista polacca conosciuta in tutto il mondo, ha acceso un acceso dibattito sulla crisi della comunicazione digitale e sul ruolo del cinema europeo. L’occasione è stata la sua presenza a Roma, tra il Palazzo delle Esposizioni e la Casa del Cinema, per la monografica a lei dedicata dal CiakPolska Film Festival e dalla rassegna Grandi Classici del Cinema Polacco. Durante l’incontro con il pubblico, Holland – classe 1948, celebre per il suo sguardo umano e l’impegno civile – ha parlato delle profonde trasformazioni della società nell’era di Internet, criticando apertamente le derive attuali.

“Internet ha spezzato la società, non l’ha unita”

Avevamo sperato che Internet avrebbe aperto la strada a una comunicazione e un’istruzione più democratiche”, ha detto Holland davanti a un pubblico attento. “Invece oggi vediamo come il web e i social abbiano frammentato la società, creando divisioni profonde. L’odio e la paura dominano la scena”. Parole dure, dette proprio nel cuore di Roma, che arrivano in un momento in cui la polarizzazione online è argomento caldo anche nelle istituzioni europee.

La regista, che ha vissuto decenni di storia europea – dal regime sovietico ai governi populisti – non si è mai tirata indietro davanti a temi scomodi. Nel suo cinema, l’umanesimo si mescola alla denuncia: dal racconto della guerra e dell’Olocausto in “Europa Europa” (che le valse una nomination all’Oscar nel 1992) fino a “Green Border”, film sui respingimenti dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia. “Questi respingimenti continuano, anzi sono peggiorati perché ormai sono stati in qualche modo resi legali”, ha evidenziato Holland, che conosce bene quella realtà.

Pericolo manipolazione: l’era digitale in bilico

Guardando al presente, la regista ha mostrato preoccupazione per il potere delle nuove tecnologie. “Con lo sviluppo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, manipolare l’opinione pubblica è diventato più facile che mai”, ha spiegato. “Hitler poteva contare solo su immagini, stampa e radio, eppure era molto efficace. Ora, con mille strumenti in più, diffondere fake news e odio è un gioco da ragazzi”. Un paragone forte, che mette in guardia sul rischio di una società che rischia di andare fuori controllo.

Secondo Holland, oggi l’informazione è “nelle mani di autocrati, grandi aziende tecnologiche e oligarchi”, che “possono manipolarci come vogliono”. L’Europa, ha aggiunto, “è in crisi perché si è fatta trovare impreparata, non ha visto arrivare questa rapidità nei cambiamenti tecnologici”. “Siamo indietro e dipendiamo completamente dalle grandi società tecnologiche americane”, ha ammesso. Un cambiamento che definisce “il più grande degli ultimi decenni” e che può portare a conseguenze drammatiche.

Cinema europeo: tra crisi e speranza

Nonostante il quadro critico, Holland crede ancora nel cinema come strumento potente per raccontare il mondo. “Il cinema resta un’arte capace di parlarci di noi stessi”, ha detto. Ma “spesso il denaro ha corrotto noi cineasti”. I film che affrontano davvero i temi attuali sono pochi; i documentari ne parlano di più, ma non hanno la stessa forza del cinema di finzione o delle serie. E anche queste ultime, ha osservato, “sono controllate non solo dal capitale privato e dalle piattaforme, ma anche dai finanziamenti pubblici”. Tutto ciò che disturba il potere viene bloccato soprattutto sul piano economico.

Holland porta l’esempio dell’Iran, dove registi come Jafar Panahi sono finiti in carcere per le loro opere. Nei paesi democratici, invece, le minacce sono più sottili: “Se sei troppo provocatorio, non avrai i soldi per il prossimo film”. Ma – aggiunge – non si può usare questo come scusa per fermarsi: oggi si può fare cinema anche con pochi mezzi.

Il futuro del cinema dopo la pandemia

Per la regista, che ha diretto anche episodi di serie come The Wire e House of Cards, il cinema europeo deve uscire dalla sua “zona di comfort” finanziaria e produttiva. Dopo il Covid e con la crisi delle sale, il settore è a un bivio: “Se vogliamo competere con piattaforme come Netflix, dobbiamo fare film che lì non si vedrebbero”.

Intanto cresce l’attesa per il suo nuovo film: “Franz”, un ritratto fuori dagli schemi di Franz Kafka (interpretato da Idan Weiss), candidato ufficiale della Polonia agli Academy Award 2026 e in arrivo nelle sale italiane a marzo con Movies Inspired. Un’opera che promette di proseguire quel percorso artistico e civile che da sempre caratterizza il lavoro di Agnieszka Holland.