Assunzioni record: oltre 1,3 milioni di posti di lavoro entro gennaio 2026

Assunzioni record: oltre 1,3 milioni di posti di lavoro entro gennaio 2026

Assunzioni record: oltre 1,3 milioni di posti di lavoro entro gennaio 2026

Giada Liguori

Novembre 14, 2025

Milano, 14 novembre 2025 – Le imprese italiane puntano a poco meno di 443mila assunzioni per novembre e superano quota 1,3 milioni nel trimestre che va da novembre 2025 a gennaio 2026. È quanto emerge dal nuovo Bollettino Excelsior, curato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, nell’ambito del Programma nazionale Giovani, donne e lavoro, sostenuto dall’Unione europea. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, però, si registra un calo: quasi 12mila posti in meno a novembre (-2,6%) e circa 24mila in meno nel trimestre (-1,8%). Gli esperti spiegano che questa flessione riflette le incertezze sul fronte economico, sia in Italia che all’estero.

Quasi metà delle posizioni resta scoperta: la difficoltà di trovare personale non cala

Anche se la domanda di lavoro è diminuita, resta alta la difficoltà a trovare i profili giusti: il 45,7% delle figure che le aziende cercano è difficile da reperire. In numeri, sono circa 202mila persone su 443mila. Il motivo principale? La scarsità di candidati, che pesa per il 29,5%, più della mancanza di preparazione adeguata (13,1%). “Il gap tra quello che servirebbe e quello che si trova sul mercato resta un problema strutturale per l’Italia”, ha commentato un funzionario di Unioncamere. Una criticità che si fa sentire soprattutto nei lavori tecnici e specializzati.

Agricoltura in ripresa, servizi collegati in crescita

Nel settore agricolo si prevedono quasi 27mila nuove assunzioni solo a novembre e circa 77mila entro gennaio 2026. La maggior parte riguarda le coltivazioni ad albero (poco più di 9mila a novembre, 27mila nel trimestre) e le coltivazioni di campo (8mila e quasi 23mila). Da segnalare la crescita dei servizi legati all’agricoltura: si stimano 5mila ingressi a novembre, con un aumento del 13% rispetto al 2024, e 11mila nel trimestre (+6%). “I servizi agricoli stanno dando segnali di vitalità”, ha osservato una fonte del Ministero dell’Agricoltura.

Industria e costruzioni: la meccatronica guida la corsa alle assunzioni

Nel comparto industriale sono previste circa 118mila assunzioni a novembre e 352mila nel trimestre. A fare la parte del leone è il manifatturiero, con circa 73mila ingressi nel solo mese. In cima alla lista c’è la meccatronica, che cerca oltre 17mila lavoratori a novembre e più di 57mila nel trimestre. Seguono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (13mila a novembre, oltre 41mila nel trimestre) e quelle alimentari, delle bevande e del tabacco (più di 13mila e 38mila). Il settore delle costruzioni mantiene un ritmo sostenuto: si prevedono 45mila assunzioni a novembre e 128mila entro gennaio.

Terziario in fermento: turismo e commercio spingono la domanda

Nel terziario, le aziende puntano a circa 298mila nuovi contratti nel solo novembre e superano quota 890mila nel trimestre. Il turismo resta il settore più vivace, con 74mila ingressi previsti a novembre e 224mila nel trimestre. Seguono il commercio (70mila e 193mila) e i servizi alle persone (52mila e 162mila). “Il turismo continua a trainare l’occupazione stagionale”, ha detto un portavoce di Federalberghi.

Contratti a tempo determinato, la scelta più diffusa

La maggior parte delle assunzioni riguarda contratti a tempo determinato: sono 256mila, pari al 57,9% del totale. Seguono quelli a tempo indeterminato (83mila, 18,7%) e i contratti in somministrazione (42mila, 9,4%). “La flessibilità resta uno strumento chiave per le aziende”, ha ammesso un consulente del lavoro di Milano. Ma è chiaro che, per molti, la stabilità sul lavoro è ancora lontana.

Tra luci e ombre: cosa aspettarsi dal mercato del lavoro

Il quadro che emerge dal Bollettino Excelsior è a doppio volto. Da una parte, la domanda di lavoro tiene, soprattutto nei servizi e in alcuni settori industriali. Dall’altra, la difficoltà a trovare personale qualificato potrebbe rallentare la ripresa. Unioncamere avverte: “Servono politiche attive più decise e una formazione mirata per colmare il divario tra le competenze richieste e quelle disponibili”. Un tema che, come sottolineano gli operatori, resta al centro dell’agenda economica del Paese.