Crescita lenta in Eurozona: Pil +0,2%, Italia ferma al palo

Crescita lenta in Eurozona: Pil +0,2%, Italia ferma al palo

Crescita lenta in Eurozona: Pil +0,2%, Italia ferma al palo

Matteo Rigamonti

Novembre 14, 2025

Bruxelles, 14 novembre 2025 – Nel terzo trimestre del 2025, il Pil dell’area euro cresce dello 0,2%, mentre nell’intera Unione europea la crescita tocca lo 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. A darne notizia è stata questa mattina Eurostat, l’ufficio statistico europeo, con la sua consueta stima flash. Un segnale di ripresa, seppure lenta, che lascia intravedere una certa stabilità in un quadro ancora segnato da molte incognite economiche a livello globale.

Eurozona: una crescita che va piano, ma non si ferma

I dati di Eurostat mostrano che tra luglio e settembre il Pil destagionalizzato dell’area euro è salito dello 0,2%. Nel trimestre precedente la crescita era stata dello 0,1%. Un passo avanti, certo, ma ancora timido. Un funzionario della Commissione europea, contattato poco dopo la diffusione dei numeri, ha commentato: “La ripresa va avanti, ma a ritmo contenuto”. In effetti, il quadro resta prudente: tra tensioni geopolitiche e un’inflazione che ancora pesa, le prospettive di crescita non sono certo rosee.

Italia ferma, Francia e Spagna spingono sull’acceleratore

Guardando ai singoli Paesi, l’Italia resta sostanzialmente ferma: il Pil non si muove rispetto al trimestre precedente. Segno delle difficoltà strutturali del nostro sistema produttivo e della domanda interna che arranca. “Nessuna sorpresa – spiega un analista di una banca milanese – il nostro Paese fatica a ripartire con forza”.

Diversa la situazione per i nostri principali vicini. La Francia mette a segno un +0,5%, mentre la Spagna fa ancora meglio con un +0,6%. La Germania, invece, resta ferma come l’Italia, senza variazioni. La frenata dell’industria e la debolezza delle esportazioni continuano a pesare sull’economia tedesca.

Nord Europa in crescita, Est Europa in difficoltà

Tra gli altri Stati membri spicca la performance della Svezia, che segna un +1,1%. Dietro di lei, con un +0,8%, ci sono Polonia, Portogallo e Slovenia. In fondo alla classifica troviamo invece Lituania e Romania, entrambe in calo dello 0,2%. “Il quadro è molto diverso da paese a paese – osserva un economista dell’Università di Varsavia – alcuni beneficiano di politiche fiscali più aggressive, mentre altri pagano ancora le conseguenze della crisi energetica”.

Cosa ci aspetta nei prossimi mesi

Le ultime previsioni della Commissione europea dicono che la crescita nell’area euro resterà modesta anche nei prossimi trimestri. L’inflazione, pur in calo rispetto ai picchi del 2023 e del 2024, continua a limitare i consumi delle famiglie. “La domanda interna resta debole – spiega un funzionario di Eurostat – e sarà solo una ripresa degli investimenti a poter dare una spinta più forte”.

Intanto, i mercati restano cauti. A Piazza Affari, l’apertura di oggi è stata caratterizzata da scambi bassi e pochi movimenti significativi, soprattutto tra i titoli bancari. Gli operatori aspettano segnali più netti dalla Banca centrale europea, che nelle prossime settimane dovrà decidere se mantenere o meno l’attuale stretta monetaria.

Le reazioni dal mondo politico e dell’economia

Dal governo italiano, nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione dei dati, non sono arrivate dichiarazioni ufficiali. Fonti vicine al Ministero dell’Economia però assicurano che “la situazione è sotto controllo” e che “sono allo studio nuove misure per sostenere la crescita”. Nel frattempo, le associazioni degli imprenditori chiedono interventi rapidi per rilanciare investimenti e lavoro.

In sintesi, il terzo trimestre del 2025 racconta un’Europa ancora alla ricerca di una spinta forte. La crescita c’è, ma è debole e disomogenea. Solo nei prossimi mesi si capirà se il continente riuscirà a imboccare una strada più solida o se dovrà fare i conti con nuovi scossoni.