Elderson (Bce): fusioni bancarie europee come chiave per il futuro finanziario

Elderson (Bce): fusioni bancarie europee come chiave per il futuro finanziario

Elderson (Bce): fusioni bancarie europee come chiave per il futuro finanziario

Matteo Rigamonti

Novembre 14, 2025

Francoforte, 14 novembre 2025 – La Banca Centrale Europea torna a puntare i riflettori sulle fusioni bancarie transfrontaliere come chiave per rafforzare il sistema finanziario dell’Eurozona. Lo ha ribadito oggi Frank Elderson, membro del consiglio esecutivo BCE e vicepresidente del board di vigilanza, intervenendo al Supervision Forum. Per Elderson, un settore ancora “altamente frammentato” deve consolidarsi per migliorare l’efficienza delle banche europee e renderle più competitive rispetto ai colossi americani.

Fusioni bancarie, la BCE spinge per un sistema più forte

Nel suo discorso, Elderson ha sottolineato che banche pan-europee più grandi sarebbero meglio preparate ad affrontare le sfide del mercato globale. “Il consolidamento – ha detto – è una strada concreta per far crescere l’efficienza delle banche dell’area euro”. Non solo: istituti più grandi possono diversificare i rischi e investire con più forza nella digitalizzazione, due fattori decisivi nella competizione internazionale.

La BCE vede con chiarezza i vantaggi delle fusioni tra paesi diversi. Dal punto di vista della vigilanza, Elderson ha assicurato che l’istituto non vuole mettere bastoni tra le ruote a fusioni e acquisizioni, a patto che rispettino alcune regole di controllo fondamentali. “Non fermeremo i passi verso il consolidamento”, ha detto il vicepresidente del board di vigilanza, “se vengono rispettate poche ma essenziali condizioni”.

Competere con gli Stati Uniti: una sfida aperta

Il confronto con le banche americane è tornato più volte nel discorso di Elderson. Le banche Usa operano su mercati interni molto più grandi e meno frammentati rispetto a quelle europee. Questo permette loro di crescere di più e di investire di più in innovazione e tecnologia. “Solo istituti europei più grandi – ha spiegato – potranno giocarsela ad armi pari con le rivali d’oltreoceano”.

La frammentazione del settore bancario europeo resta un problema serio. In Europa, secondo dati BCE, ci sono ancora centinaia di banche medie e piccole, spesso legate a mercati locali o nazionali. Un consolidamento, dicono dalla vigilanza europea, aiuterebbe a distribuire meglio i rischi e a rendere il sistema più solido di fronte a crisi finanziarie.

Regole più leggere per le banche più piccole

Non solo fusioni tra grandi gruppi. Elderson ha aperto anche a una semplificazione delle norme per le banche più piccole. “Abbiamo già introdotto la proporzionalità”, ha ricordato, spiegando che le banche di dimensioni ridotte devono fornire solo il 30% dei dati richiesti alle grandi e sono soggette a meno controlli. Ma la BCE è pronta ad andare oltre: “Possiamo fare ancora di più”, ha ammesso.

L’idea è alleggerire la burocrazia senza però abbassare la guardia sulla solidità del sistema. “Questo non significa meno tutela per la stabilità del settore”, ha precisato. La vigilanza resta attenta, pur riconoscendo le difficoltà delle realtà più piccole.

Il futuro delle banche europee passa dal consolidamento

Il tema delle fusioni transfrontaliere non è nuovo, ma negli ultimi mesi ha ripreso forza, spinto dalle sfide della digitalizzazione e dalla concorrenza globale. In Italia, per esempio, banche come Intesa Sanpaolo e UniCredit seguono con interesse le opportunità offerte da possibili aggregazioni europee.

Fonti BCE spiegano che il consolidamento richiederà tempo e regole chiare. Ma la strada è tracciata. “Solo così – ha concluso Elderson – vedremo banche europee capaci di giocare un ruolo da protagoniste a livello mondiale”. Nel frattempo, la vigilanza promette trasparenza e apertura verso chi vorrà intraprendere questa via.