Belém, 14 novembre 2025 – Le emissioni globali di gas serra raggiungeranno quest’anno la cifra record di 38,1 miliardi di tonnellate, proprio nel decennale dell’Accordo di Parigi. Lo rivela l’ultimo rapporto del Global Carbon Project (GCP), presentato ieri alla Cop30 che si tiene a Belém, in Brasile. Un segnale chiaro, dicono gli esperti, di quanto siamo lontani dagli impegni presi dieci anni fa.
Emissioni in aumento nonostante gli allarmi continui
Il rapporto del GCP, frutto del lavoro di oltre cento ricercatori di 80 istituzioni in tutto il mondo, mostra come le emissioni da petrolio, gas e carbone cresceranno di più dell’1% rispetto al 2024. Un aumento che arriva dopo decenni di avvertimenti sulla necessità urgente di tagliare i gas serra. “La gente deve capire che le emissioni stanno ancora aumentando”, ha detto il fisico Paulo Artaxo, coordinatore del Centro per lo studio dell’Amazzonia sostenibile all’Università di São Paulo. Solo così, ha aggiunto, si potrà spingere davvero verso misure efficaci per fermare il riscaldamento globale.
Dieci anni dopo Parigi: la strada è ancora lunga
Nel 2015, a Parigi, i leader mondiali si erano messi d’accordo per contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale. Dieci anni dopo, però, le emissioni continuano a correre in direzione opposta. Il documento del Global Carbon Project sottolinea che il divario tra promesse politiche e realtà è ancora enorme. “Non siamo sulla strada giusta per garantire un clima sicuro alle prossime generazioni”, ha ammesso Artaxo in una conferenza stampa a Belém.
Amazzonia: il cuore della sfida climatica
Alla Cop30 il focus resta il contenimento del riscaldamento entro limiti critici. L’Amazzonia, che ospita la conferenza e rappresenta uno dei fronti più fragili della crisi climatica, è vista come un vero e proprio laboratorio naturale. Qui si osservano gli effetti del cambiamento e si testano strategie per adattarsi. “Qui si gioca una partita decisiva”, ha confidato un delegato brasiliano ai tavoli tecnici. Le discussioni ruotano attorno a come mettere insieme sviluppo economico e tutela dell’ambiente in una regione chiave per l’equilibrio del clima mondiale.
La scienza lancia l’allarme
La pubblicazione dei dati del Global Carbon Project ha scosso la comunità scientifica presente a Belém. Molti esperti si sono detti preoccupati per la tendenza attuale. “Non possiamo permetterci altri dieci anni di promesse non mantenute”, ha detto una ricercatrice francese esperta in politiche climatiche. I primi segnali fanno temere che, senza un cambio netto di rotta, gli obiettivi di Parigi resteranno fuori portata.
Cosa serve per il futuro
Il rapporto chiede ai governi di rafforzare le politiche per ridurre le emissioni e di puntare con forza sulle energie rinnovabili. Gli esperti insistono sull’importanza di coinvolgere di più cittadini e imprese nel passaggio a un modello più verde. “Serve un impegno collettivo, non solo parole”, ha ribadito Artaxo. Intanto, alla Cop30, i negoziati vanno avanti tra speranze e timori. La vera sfida è trasformare le parole in azioni concrete, prima che il traguardo dei 1,5 gradi sia perduto.
Il decennale dell’Accordo di Parigi è un momento che pesa, un campanello d’allarme che ricorda quanto sia urgente colmare il divario tra promesse e fatti. Nei corridoi della conferenza si respira una certa tensione: il tempo sta per scadere e i dati del Global Carbon Project non lasciano spazio a illusioni.
