Manovra: Ballarè di Manageritalia avverte, serve una visione di lungo periodo

Manovra: Ballarè di Manageritalia avverte, serve una visione di lungo periodo

Manovra: Ballarè di Manageritalia avverte, serve una visione di lungo periodo

Matteo Rigamonti

Novembre 14, 2025

Napoli, 14 novembre 2025 – Dal palco dell’assemblea nazionale dei manager a Napoli, Mauro Ballarè, presidente di Manageritalia, ha commentato la manovra economica del governo Meloni. Ha sottolineato come le scelte dell’esecutivo – prese nel rispetto dei vincoli europei – puntino a tenere sotto controllo il deficit e a sostenere i redditi medio-bassi. Ma hanno un peso anche sulla classe dirigente e produttiva del Paese. “La nostra valutazione è prudente”, ha detto Ballarè davanti a oltre trecento manager riuniti all’Hotel Vesuvio poco dopo le 11. “Ci sono segnali positivi, ma manca ancora una visione a lungo termine”.

Manovra economica: qualche passo avanti, ma manca la strategia

Ballarè ha riconosciuto che nella manovra 2025 ci sono elementi apprezzabili, come il sostegno ai redditi medi e una certa attenzione – anche se parziale – al lavoro qualificato. Però ha evidenziato che manca “una strategia in grado di mettere insieme crescita, produttività e sostenibilità sociale”. Serve insomma una politica economica che premi chi investe, innova e crea valore. “Le misure che vediamo oggi sono solo temporanee o a pezzi”, ha aggiunto. “Non bastano interventi sporadici”.

Il messaggio è chiaro: i manager chiedono interventi strutturali, non solo aggiustamenti anno per anno. “L’Italia ha bisogno di una politica economica che renda le misure durature”, ha rimarcato Ballarè, mentre tra i presenti si scambiavano sguardi d’intesa. Un segnale diretto a Palazzo Chigi e al Ministero dell’Economia.

Dialogo con il governo: un confronto concreto

Il presidente di Manageritalia ha ricordato la collaborazione avviata nei mesi scorsi con il governo. “Abbiamo lavorato con spirito costruttivo e con la solita capacità di proporre idee”, ha detto, citando in particolare il confronto con il viceministro Maurizio Leo. Quel dialogo è stato “un momento di ascolto reciproco e di riconoscimento del ruolo dei manager come interlocutori seri e responsabili”.

Il lavoro fatto si è tradotto in proposte concrete, nate anche dai position paper elaborati con i territori. Ballarè ha sottolineato come il documento sul fisco sia stato un punto di riferimento fondamentale nel confronto con le istituzioni. “Un lavoro collettivo, serio e ben documentato”, ha spiegato, “che ha dato più peso alla nostra voce”.

Irpef e welfare: piccoli ma concreti passi per la classe media

Tra i risultati ottenuti, Ballarè ha citato la riduzione della seconda aliquota Irpef, dal 35% al 33%, che interessa anche i redditi più alti – fino a 200.000 euro. “Un segnale concreto verso la classe media produttiva”, ha detto. La platea ha accolto positivamente la notizia: “Riconosce chi ogni giorno sostiene con il proprio lavoro il sistema fiscale del Paese”.

Ha poi menzionato le misure sul welfare contrattuale e sulla previdenza complementare, risposte alle richieste dei manager per un sostegno più solido al lavoro qualificato e alle famiglie. “Sono scelte che parlano di fiducia, equità e responsabilità condivisa”, ha aggiunto.

Pensioni e futuro: serve una direzione chiara

Sul fronte pensioni, Ballarè ha sottolineato la conferma della piena perequazione delle pensioni come “un segnale importante di attenzione verso chi ha lavorato e contribuito per tutta la vita”. Per il presidente di Manageritalia, queste scelte indicano una strada precisa: un Paese che comincia a riconoscere che la crescita si costruisce con chi produce.

Eppure, la richiesta dei manager resta una: serve una direzione più chiara e condivisa. “Occorre una traiettoria definita per rilanciare lavoro, capitale umano e competitività”, ha ribadito Ballarè negli ultimi minuti del suo intervento. Il giudizio sulla manovra resta “equilibrato ma attento”: passi avanti ci sono, ma serve uno sguardo che vada oltre l’emergenza.

“Chiediamo una visione davvero riformista”, ha concluso. E mentre nella sala si respirava un misto di attesa e prudenza, era chiaro che solo così i manager potranno sentirsi davvero protagonisti del futuro economico italiano.