Roma, 14 novembre 2025 – Sono ripresi questa mattina, poco dopo le 8, gli scavi nella Casa del Jazz, nel quartiere Appio Claudio. Da ieri le forze dell’ordine stanno cercando tracce dei resti di Paolo Adinolfi, il giudice scomparso nel 1994. Sul posto, tra vialetti alberati e muretti, si sono avvicendati carabinieri, finanzieri e poliziotti in borghese. L’area è stata transennata all’alba, mentre una ruspa ha cominciato a scavare vicino all’ingresso secondario della villa.
Casa del Jazz, scavi a caccia di indizi su Adinolfi
Le operazioni, coordinate dalla Procura di Roma, si concentrano su una galleria sotterranea che, secondo gli investigatori, sarebbe rimasta chiusa da almeno trent’anni. La struttura si trova proprio accanto alla villa che un tempo appartenne a Enrico Nicoletti, noto come il “cassiere” della Banda della Magliana. Un dettaglio che potrebbe legare la sparizione del magistrato alle attività criminali della banda romana. “Stiamo seguendo una pista precisa”, ha detto un ufficiale dei carabinieri sul posto, senza aggiungere altro.
Ieri, tecnici specializzati hanno usato dei videoradar per controllare il sottosuolo. Le immagini hanno mostrato alcune anomalie nella galleria, chiusa con cemento negli anni Novanta. Solo dopo questa verifica si è deciso di passare agli scavi veri e propri.
Il giallo della scomparsa di Paolo Adinolfi
Paolo Adinolfi, magistrato romano, sparì nel nulla il 2 luglio 1994. Aveva 47 anni. Da allora nessuna traccia: né un corpo, né un messaggio, né un indizio affidabile. Le indagini si sono spesso bloccate tra depistaggi e silenzi. La sua auto fu trovata parcheggiata vicino alla stazione Termini, ma dentro non c’era nulla che facesse pensare a una fuga volontaria.
Negli ultimi mesi, alcune testimonianze raccolte dalla Direzione distrettuale antimafia hanno riacceso i riflettori sul caso. In particolare, un collaboratore di giustizia avrebbe indicato proprio la Casa del Jazz come possibile nascondiglio del corpo. “Non posso dire altro, ma ci sono elementi nuovi”, ha raccontato un investigatore a margine degli scavi.
Nicoletti, la Banda della Magliana e la villa sotto accusa
La villa che oggi ospita la Casa del Jazz fu sequestrata nel 2001 a Enrico Nicoletti, figura chiave nei traffici della Banda della Magliana. Nicoletti gestiva i soldi dell’organizzazione e aveva legami con ambienti politici e finanziari della città. La villa, immersa in un parco di oltre due ettari tra via di Porta Ardeatina e via Appia, è spesso finita al centro di indagini su riciclaggio e nascondiglio di prove.
Secondo gli inquirenti, la galleria sotterranea sarebbe stata usata per nascondere documenti o oggetti compromettenti. “Era una specie di caveau segreto”, ha spiegato un ex agente della squadra mobile che seguì le prime indagini sulla Banda negli anni Ottanta.
Scavi e ricerche: cosa aspettarsi
Gli scavi, che andranno avanti anche nelle prossime ore, puntano a trovare resti umani o altri indizi utili alle indagini. Sul posto sono arrivati anche i tecnici della scientifica e il medico legale dell’Università La Sapienza. In caso di ritrovamenti, partiranno subito le analisi del DNA.
Al momento nessuna ipotesi è esclusa. “Siamo cauti”, ha detto uno degli investigatori, “ma questa volta abbiamo motivi concreti per andare avanti”. Intorno alle 11, alcuni residenti si sono fermati davanti ai cancelli a guardare. “Qui succede qualcosa di tanto in tanto”, ha detto una donna che vive in zona da vent’anni, “ma mai avevo visto così tante pattuglie tutte insieme”.
Un mistero che torna a far rumore
La scomparsa di Paolo Adinolfi resta uno dei grandi misteri della cronaca giudiziaria romana degli ultimi trent’anni. Se gli scavi porteranno a un risultato, si aprirà una pagina dolorosa per la città e per la magistratura. Per ora, tra le mura silenziose della Casa del Jazz, resta solo l’attesa. E la speranza che questa volta il passato finalmente parli.
