Milano, 14 novembre 2025 – Gli italiani si trovano sempre più spesso a destreggiarsi tra regole che cambiano e scenari incerti quando si parla di pensione. Una recente indagine di MiaPensione, società esperta in consulenza previdenziale, ha analizzato un campione di 10mila casi e ha messo in luce come scegliere il momento giusto per lasciare il lavoro sia diventato un vero rompicapo, fatto di dubbi e richieste di maggiore flessibilità. “Tra cavilli normativi e finestre che si spostano continuamente – spiega Andrea Martelli, fondatore di MiaPensione – chi si avvicina alla pensione cerca soluzioni personalizzate”. I dati, raccolti tra gennaio e ottobre 2025, raccontano di una realtà in cui pianificare la pensione non è più un’opzione, ma un obbligo.
Pensione: italiani divisi tra vecchiaia e anticipata
Dall’indagine emerge che quasi il 40% delle simulazioni riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria, mentre le forme anticipate – come Quota 103, Opzione donna e Anticipata ordinaria – superano insieme il 46%. È un segnale chiaro: la voglia di flessibilità nell’uscita dal lavoro è forte, anche se le regole restano complicate. “I nostri clienti chiedono in media due simulazioni diverse per ogni pratica”, racconta Martelli, sottolineando come il continuo cambiare delle norme renda difficile capire quando è il momento giusto per smettere. Spesso, senza l’aiuto di un consulente, è quasi impossibile orientarsi tra le diverse opzioni.
Quanto valgono le pensioni: cifre e differenze
Secondo MiaPensione, l’importo lordo medio mensile calcolato nelle simulazioni si aggira intorno a 2.067 euro, con un’età media di uscita di 64,48 anni. Per chi ha avuto una carriera stabile, può sembrare una cifra rassicurante, ma in realtà ci sono forti oscillazioni. “L’incertezza normativa porta a differenze di centinaia di euro tra un’opzione e l’altra”, spiega Martelli. Il confronto tra pensione anticipata ordinaria e pensione di vecchiaia ordinaria mostra che chi sceglie di andare in pensione prima riceve in media un assegno più alto: la differenza è di 217,12 euro al mese, ovvero circa 2.800 euro lordi all’anno.
Chi può davvero anticipare la pensione
Questa differenza non dipende tanto dalla formula scelta, quanto dalla storia contributiva di ciascuno. “Chi ha una carriera solida ha assegni più alti; l’anticipo è solo la prima opzione per chi può permetterselo”, chiarisce Martelli. Insomma, solo chi ha versato contributi regolari e continui può permettersi di lasciare il lavoro in anticipo senza vedere calare troppo l’assegno. Chi invece ha contributi più frammentati deve aspettare la pensione di vecchiaia e accontentarsi di un importo più basso.
Pianificare troppo tardi: le conseguenze
Un altro dato interessante riguarda l’età media dei clienti che si rivolgono a MiaPensione: si aggira intorno ai 61 anni. Questo significa che molti italiani si muovono solo quando la pensione è ormai alle porte. “Un tempismo che limita molto le possibilità di correggere la rotta”, ammette Martelli. Il fatto che ogni cliente chieda spesso due o più simulazioni dimostra che ci sono margini di scelta, ma questi si possono sfruttare davvero solo se si comincia a pensarci con largo anticipo.
Pensare alla pensione da giovani: l’unica strada
Gli esperti concordano: iniziare a valutare la propria posizione previdenziale già intorno ai quaranta anni non è solo una questione di risparmio, ma una strategia per affrontare i rischi legati alle norme che cambiano e alle carriere discontinue. “Capire per tempo se si rientra nel gruppo di chi può anticipare la pensione è fondamentale”, conclude Martelli. Solo così si evita di arrivare all’ultimo momento con poche opzioni e assegni più bassi del previsto.
In sintesi, il quadro disegnato da MiaPensione mostra un’Italia attenta ma ancora poco abituata a pianificare per tempo. Eppure, in un mondo dove le regole si muovono spesso e i percorsi lavorativi sono sempre più irregolari, pensare alla pensione con anticipo resta l’unica via per garantirsi un futuro più tranquillo.
