Premio ‘Ingenio al femminile’: come le donne stanno plasmando il futuro del 2050

Premio 'Ingenio al femminile': come le donne stanno plasmando il futuro del 2050

Premio 'Ingenio al femminile': come le donne stanno plasmando il futuro del 2050

Matteo Rigamonti

Novembre 14, 2025

Roma, 14 novembre 2025 – Premiate oggi le migliori tesi di laurea di “Ingenio al femminile”: nella Sala Convegni del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) si è svolta la cerimonia che ha messo in luce il talento di giovani ingegnere provenienti da 31 università italiane. Giunta alla quinta edizione, l’iniziativa, promossa dal Consiglio nazionale degli ingegneri insieme a Cesop HR Consulting Company, vuole far emergere la professionalità delle donne in un settore ancora segnato da un netto divario di genere.

Sempre più donne ingegnere in tutta Italia

Quest’anno il premio ha coinvolto ragazze iscritte a 31 atenei su 54 che in Italia offrono corsi di ingegneria. Tradotto in numeri, significa il 57% delle università con percorsi ingegneristici. Le partecipanti arrivano da ben 46 province, un segnale chiaro di una diffusione sempre più capillare nel Paese. Le laureate rappresentano 19 corsi, sia triennali sia magistrali. Spiccano in particolare ingegneria biomedica (30% delle candidate) e ingegneria informatica (25%), seguite da settori industriali come meccanica, chimica e automazione (20%). Il resto delle candidature si divide tra corsi civili-ambientali e altri indirizzi legati all’informazione.

Cerimonia tra saluti e impegni concreti

Guidata da Guido Razzano del Consiglio nazionale degli ingegneri, la cerimonia è iniziata con i saluti di Emilio Fortunato Campana, direttore del Dipartimento Ict e tecnologie per l’energia e i trasporti del Cnr, e del presidente del Cni, Angelo Domenico Perrini. Campana ha sottolineato come il Cnr sia “molto avanti sulla parità di genere”, pur ammettendo che “molto resta da fare, soprattutto per arrivare ai vertici”. Perrini ha ribadito: “Questo premio è ormai un appuntamento fisso per il Consiglio nazionale. L’ingegneria è cambiata profondamente e ‘Ingenio al femminile’ lo dimostra. Servono ancora passi avanti, specialmente nel mondo del lavoro e per colmare il gap salariale. Ma ormai le donne sono una presenza concreta e importante nell’ingegneria italiana”.

Donne e innovazione: un binomio vincente

Ippolita Chiarolini, consigliera Cni e responsabile del progetto, ha citato i dati del World Economic Forum: “Ci vorranno ancora più di cento anni per raggiungere la parità di genere. Il 58% delle aziende vede la promozione del talento femminile come un punto chiave. L’innovazione non può prescindere dalla presenza delle donne, che sono fondamentali per creare valore”. Chiarolini ha aggiunto che “l’ingegneria al femminile è un vantaggio competitivo e una scelta strategica per sviluppare un’intelligenza artificiale più inclusiva”.

Le eccellenze premiate: focus sull’intelligenza artificiale

Il tema di quest’anno è stato “Intelligenza artificiale per le nuove sfide del 2050”, con particolare attenzione al ruolo delle donne nello sviluppo tecnologico e nella riduzione del divario di genere nelle materie STEM, in linea con l’Obiettivo 5 dell’Agenda Onu 2030. Cinque le categorie premiate, con un premio di 1.500 euro ciascuna:

  • Sarah Olimpia Sardone (Università di Bologna) ha vinto per l’ingegneria civile e ambientale con una ricerca sulla Torre Garisenda di Bologna che usa modelli predittivi basati sull’IA.
  • Eloisa Mazzocco (Università di Modena e Reggio Emilia) si è distinta in ingegneria industriale con una tesi sui sistemi multi-drone basati su reinforcement learning.
  • Sara Zoccheddu (Politecnico di Milano) ha lavorato su una metodologia per scoprire relazioni di causa-effetto nei dati.
  • Il premio Giulia Cecchettin per l’ingegneria biomedica è andato a Irene Iele (Università Campus Biomedico di Roma), autrice di uno studio sull’affidabilità e l’equità dei modelli di IA.
  • Per la tesi di dottorato, riconoscimento a Giulia Saccomano (Università di Trieste) per una ricerca sulla tecnica XVH, che permette osservazioni 3D ad alta risoluzione.
  • Menzione speciale a Carmen Penepinto Zayati (Università di Pisa) per uno studio sulle cellule staminali.

Numeri in crescita, ma la strada è ancora lunga

Secondo il Centro studi del Cni, nel 2024 le donne tra gli ingegneri laureati hanno raggiunto il 31,5%, il dato più alto di sempre. Quindici anni fa erano meno del 25%. In alcuni corsi magistrali, come ingegneria biomedica e architettura, le donne superano il 60%. Percentuali importanti anche in ingegneria chimica (46%), sistemi edilizi (45,9%) e ambiente-territorio (43,5%). Ma restano basse le presenze in ingegneria meccanica, elettronica ed elettrica, dove la quota femminile non supera il 16,8%.

Uno sguardo al futuro: la società 5.0

A chiudere la giornata, Remo Giulio Vaudano, vicepresidente vicario del Cni, ha rilanciato: “Stiamo andando verso una società 5.0, un’era di umanesimo tecnologico. In questo nuovo mondo, le donne ingegnere giocheranno un ruolo fondamentale, per la forza e le capacità che portano”. Un messaggio chiaro sul futuro dell’ingegneria italiana, dove la presenza femminile – tra numeri in crescita e nuove sfide – sembra pronta a diventare sempre più centrale.