Riaprire la sanatoria edilizia del 2003: la proposta audace di FdI

Riaprire la sanatoria edilizia del 2003: la proposta audace di FdI

Riaprire la sanatoria edilizia del 2003: la proposta audace di FdI

Giada Liguori

Novembre 14, 2025

Roma, 14 novembre 2025 – Un emendamento alla manovra finanziaria, firmato da Fratelli d’Italia, riapre il confronto sulla sanatoria edilizia del 2003. L’obiettivo è correggere quelle che vengono definite “ingiustizie” verso chi, pur avendo pagato, è rimasto fuori dalla regolarizzazione. La proposta, depositata in Senato, prevede interventi su riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, oltre a misure per contrastare l’abusivismo edilizio e definire gli illeciti legati alle occupazioni di aree demaniali.

Sanatoria edilizia 2003: l’emendamento che vuole fare giustizia

Il senatore Sergio Rastrelli, segretario della Commissione Giustizia a Palazzo Madama, ha spiegato che il nuovo emendamento punta a sanare una “grave discriminazione” nata dalla legge del 2003. “All’epoca – ha detto Rastrelli – alcuni hanno potuto accedere alla sanatoria edilizia, mentre altri, pur avendo versato quanto richiesto, sono stati esclusi per errori amministrativi”. Il caso più eclatante riguarda la Regione Campania, che secondo i promotori non avrebbe applicato correttamente la normativa nazionale.

Rastrelli ha chiarito che il provvedimento riguarda solo gli edifici “non realizzati in zone rosse”, cioè immobili con un titolo abilitativo edilizio e quindi regolarizzabili. Restano esclusi quelli costruiti in aree a rischio idrogeologico o senza i requisiti minimi di sicurezza. “Con il governo Meloni nessuno resta indietro”, ha sottolineato il senatore di Fratelli d’Italia.

Regioni chiamate in causa: come si potrà accedere alla sanatoria

Sarà compito delle Regioni attuare la norma, approvando una legge che stabilisca le modalità per accedere alla sanatoria. “Spetterà alle amministrazioni regionali definire criteri e procedure”, ha detto Rastrelli, spiegando che si vuole restituire giustizia a chi è stato “ingiustamente escluso” vent’anni fa.

Anche il senatore Antonio Iannone (FdI) è intervenuto, condividendo il testo dell’emendamento sui social. “Riapriamo i termini della sanatoria edilizia prevista dalla legge del 2003”, ha scritto, sottolineando che la misura riguarda solo edifici regolarizzabili e non costruiti in zone a rischio. Se la Regione Campania recepirà la norma, ha aggiunto, “salveremo migliaia di persone dall’abbattimento”.

Cosa cambia davvero: obiettivi e limiti della proposta

L’emendamento si inserisce nel quadro delle misure per la riqualificazione urbanistica, ma punta anche a rafforzare la lotta contro l’abusivismo edilizio. Modifica il decreto legge del 2023, ampliando gli strumenti a disposizione per intervenire su illeciti edilizi e occupazioni abusive di aree demaniali.

Non si tratta di un condono generale: la norma esclude esplicitamente gli immobili costruiti in aree con vincoli ambientali o a rischio idrogeologico. “Parliamo di edifici regolarizzabili perché già dotati dei titoli necessari”, ha ribadito Rastrelli. L’idea è evitare nuove sanatorie a tappeto e concentrarsi sui casi rimasti aperti dal 2003.

Tra dubbi e attese: le reazioni e i prossimi passi

La questione della sanatoria edilizia resta divisiva. C’è chi spinge per correggere gli errori del passato, e chi teme che riaprire i termini possa alimentare nuove aspettative tra chi ha fatto abusi. Ora l’emendamento è all’esame delle commissioni parlamentari e dovrà essere approvato durante la discussione sulla manovra.

“Grazie a Fratelli d’Italia e ai parlamentari campani, finalmente si può sanare una grave discriminazione”, ha concluso Iannone. Resta da vedere come le Regioni – soprattutto la Campania – recepiranno la norma e quali saranno gli effetti per i cittadini coinvolti. Nel frattempo, la regolarizzazione edilizia torna al centro del dibattito politico, tra richieste di giustizia e preoccupazioni per la tutela del territorio.