Rivoluzione nei comuni: 4.500 punti utente evoluti senza sportelli Inps

Rivoluzione nei comuni: 4.500 punti utente evoluti senza sportelli Inps

Rivoluzione nei comuni: 4.500 punti utente evoluti senza sportelli Inps

Matteo Rigamonti

Novembre 14, 2025

Bologna, 14 novembre 2025 – L’INPS punta a rafforzare la sua presenza nelle aree più fragili del Paese, con l’obiettivo di portare servizi anche nei Comuni privi di sportelli fisici. Lo ha annunciato ieri il presidente dell’Istituto, Gabriele Fava, durante l’Assemblea nazionale dell’Anci a Bologna, in una sessione dedicata a “Insieme per il bene comune”. Un annuncio che arriva a due mesi dalla firma dell’accordo tra INPS e Anci, con l’intento di attivare fino a 4.500 Punti Utente Evoluti nei piccoli centri.

Servizi INPS più vicini: i Punti Utente Evoluti nei Comuni isolati

Fava ha spiegato che i nuovi Punti Utente Evoluti saranno sportelli digitali ospitati direttamente nei municipi, gestiti da personale locale formato dall’INPS. “Permetteranno di seguire passo dopo passo le pratiche più importanti”, ha detto, citando tra gli altri l’Assegno Unico, le pensioni, la Naspi e i servizi per le famiglie. L’obiettivo è chiaro: “Ridurre le distanze e garantire un servizio pubblico di qualità, ovunque si abiti”.

Il progetto nasce dalla consapevolezza che in molte zone interne o montane, soprattutto al Sud e nelle isole, l’accesso ai servizi INPS è complicato da distanze e infrastrutture carenti. “Dove le fragilità sono maggiori, l’INPS deve esserci per primo, non solo esserci”, ha ribadito Fava dal palco della Fiera di Bologna, di fronte a sindaci e amministratori locali.

Welfare di prossimità: la sfida insieme ai Comuni

Il nuovo modello si basa su una stretta collaborazione tra INPS e amministrazioni comunali. “È questo il vero senso del welfare di prossimità che stiamo costruendo insieme: un sistema che unisce innovazione, responsabilità e servizio ai cittadini”, ha aggiunto il presidente. I Comuni metteranno a disposizione gli spazi e individueranno il personale, mentre l’INPS si occuperà della formazione e del supporto tecnologico.

Secondo fonti Anci, i Comuni senza sportello INPS sono soprattutto quelli con meno di 5.000 abitanti. Qui spesso vivono persone anziane o con problemi di mobilità, che rischiano di restare tagliate fuori dai servizi essenziali. “Non possiamo permettere che la distanza si trasformi in un’ingiustizia sociale”, ha commentato un sindaco della provincia di Avellino presente all’assemblea.

Le richieste dei territori: serve velocità

Tra i sindaci a Bologna si avverte un certo fermento. Molti chiedono tempi certi per l’apertura dei nuovi sportelli. “Siamo pronti a fare la nostra parte, ma serve chiarezza su tempi e risorse”, ha detto il sindaco di un piccolo Comune del Molise. L’INPS ha assicurato che la formazione del personale partirà entro fine anno e che i primi sportelli saranno attivi nel primo trimestre 2026.

La sfida non è solo organizzativa. Molti municipi devono aggiornare le loro infrastrutture digitali per ospitare i servizi telematici. “Non tutti i nostri uffici sono pronti dal punto di vista tecnologico”, ha ammesso un funzionario di un Comune dell’entroterra sardo. Però la volontà di superare il digital divide è forte.

Un modello da replicare: verso una pubblica amministrazione più vicina

Il progetto dei Punti Utente Evoluti è visto come un esempio da seguire anche per altre amministrazioni pubbliche. “Se funziona con l’INPS, potremmo estendere questa formula ad altri servizi essenziali”, ha detto un dirigente Anci durante l’assemblea. La vera sfida sarà garantire sempre un servizio di qualità anche nelle zone più isolate.

Solo quando anche nei paesi più piccoli sarà facile accedere a pratiche come pensioni o assegni familiari, si potrà parlare davvero di welfare di prossimità. Per ora, l’accordo tra INPS e Anci segna un primo passo concreto verso una pubblica amministrazione più accessibile e meno distante dai cittadini.