Milano, 14 novembre 2025 – Marco Tronchetti Provera non le manda a dire: la corsa all’auto elettrica in Italia rischia di diventare un vero e proprio “suicidio quasi perfetto”. L’amministratore delegato di Pirelli, intervenuto ieri a Praga durante la presentazione del calendario Pirelli 2026, ha lanciato un allarme sulla strategia nazionale per il futuro dell’automotive. Secondo lui, il nostro Paese sta puntando su una tecnologia in cui “la competizione con l’Asia è senza scampo”.
Automotive in crisi e dipendenza energetica: un rischio concreto
Per Tronchetti Provera, l’Italia ha una “competenza motoristica unica al mondo”, ma proprio per questo rischia di perdere terreno. “Noi puntiamo sull’elettrico – ha detto – senza avere la capacità produttiva necessaria. E la tecnologia era l’unica strada possibile, invece stiamo andando a sbattere, aumentando la nostra dipendenza dalle fonti energetiche”. Una posizione chiara, che rappresenta le preoccupazioni di una parte dell’industria italiana, alle prese con una trasformazione sempre più complicata.
Il manager milanese, classe 1948, ha sottolineato la necessità di “ripensare il mondo dell’auto”, valorizzando la “grande qualità europea e italiana” che ancora resiste nel settore. Per lui, il più grande errore sarebbe stato quello di “considerare questa partita già persa”, rinunciando a soluzioni come l’ibrido o i motori a combustione interna con carburanti alternativi. “Perché dobbiamo diventare schiavi dell’elettrico?”, si è domandato davanti ai giornalisti nella sala conferenze dell’hotel a Praga.
Dazi e mercati incerti: serve chiarezza
Sul tema dei dazi, che negli ultimi mesi hanno agitato il mercato europeo dell’auto, soprattutto dopo le tensioni tra Bruxelles e Pechino, Tronchetti Provera ha adottato un tono pragmatico. “Abbiamo bisogno di chiarezza per gestire le situazioni – ha spiegato – la volatilità e l’incertezza sono il peggior nemico. Se invece i dazi si stabilizzano, che ci piaccia o no, dovremo farci i conti”. Un messaggio diretto sia alle istituzioni sia agli operatori del settore, costretti a muoversi tra regole sempre più mutevoli e una concorrenza globale agguerrita.
In Italia, secondo i dati dell’Unrae, nei primi nove mesi del 2025 le immatricolazioni di auto elettriche sono salite del 7%, ma restano sotto il 5% del totale del mercato. Un segnale chiaro delle difficoltà strutturali del settore: prezzi troppo alti, infrastrutture di ricarica ancora insufficienti e una produzione nazionale che fatica a stare al passo con giganti asiatici come BYD e Geely.
Pirelli e moda: niente intrecci con Armani
Durante l’incontro a Praga, Tronchetti Provera ha anche risposto alle voci su un possibile coinvolgimento di Pirelli nell’“affare Armani”, dopo alcune collaborazioni tra il marchio degli pneumatici e il mondo della moda. “Entrare in altri settori sarebbe un errore per noi oggi”, ha tagliato corto l’ad, respingendo ogni ipotesi di acquisizioni o partnership importanti nel fashion. Le capsule collection lanciate negli ultimi anni restano, a suo dire, “contaminazioni” limitate e funzionali all’immagine del brand.
Il futuro dell’automotive secondo Tronchetti Provera
La posizione di Tronchetti Provera riflette un malessere diffuso tra gli operatori italiani dell’automotive, chiamati a confrontarsi con una transizione che rischia di mettere in difficoltà le eccellenze del nostro Paese. “Abbiamo bisogno di un mondo dell’auto positivo intorno a noi”, ha ribadito l’ad di Pirelli, lasciando intendere che la partita non è ancora chiusa. Ma tra investimenti da programmare e norme europee sempre più restrittive, la sensazione, almeno tra i manager presenti a Praga, è che il tempo per trovare una strada diversa stia per finire.
In attesa di scelte politiche e industriali più decise, il dibattito resta aperto. Dalle parole di Tronchetti Provera emerge una richiesta precisa: “Serve una strategia chiara – ha concluso – per non perdere un patrimonio industriale che il mondo ci invidia”.
