New York, 14 novembre 2025 – Wall Street ha chiuso ieri in calo, anche se nel finale le perdite si sono ridotte rispetto ai minimi della mattina. Il Dow Jones ha chiuso in ribasso dell’1,16% a 46.908,92 punti, il Nasdaq ha perso lo 0,47% a 22.759,30 punti, mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno lo 0,57% chiudendo a 6.698,40 punti. Un andamento che racconta le incertezze degli investitori alle prese con dati economici contrastanti e nuove tensioni sui tassi d’interesse.
Inflazione e tassi, la prudenza domina
La giornata era partita con cali più forti per gli indici americani. Solo nel pomeriggio, dopo alcune parole rassicuranti dalla Federal Reserve, il mercato ha rallentato le vendite. “I dati sull’inflazione restano sotto controllo, ma per ora non si parla di una stretta imminente”, ha detto un analista di Morgan Stanley a Bloomberg poco dopo le 17, ora di New York. Tuttavia, la cautela è ancora alta: il timore di un possibile aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed pesa sulle decisioni dei trader.
Ieri il Dipartimento del Lavoro ha pubblicato dati che mostrano un aumento dello 0,3% dell’indice dei prezzi al consumo a ottobre, un po’ più alto delle attese. Questo ha subito acceso i riflettori sulle prossime mosse della banca centrale americana. “Non è ancora il momento di abbassare la guardia”, ha detto al telefono un gestore di fondi di New York raggiunto da alanews.it.
Settori in affanno, qualche luce nel finale
A pesare sulla seduta sono stati soprattutto i titoli tecnologici e finanziari. In particolare, Apple e Goldman Sachs hanno perso più dell’1%, secondo i dati delle 19 ora italiana. Male anche il settore energetico, con il prezzo del petrolio sceso sotto i 78 dollari al barile sul mercato di New York.
Non sono mancati però segnali di tenuta in altri settori. Alcune blue chip come Johnson & Johnson e Procter & Gamble hanno contenuto le perdite grazie a risultati trimestrali migliori del previsto. “Il mercato resta nervoso, ma non si vedono vendite in massa”, ha commentato un trader della Borsa di Manhattan poco prima della chiusura.
Tensioni globali e mercati nervosi
Sul fronte internazionale, gli investitori seguono con attenzione le tensioni in Medio Oriente e le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina. Fattori che mantengono alta la volatilità sui mercati globali. “Ogni notizia può far cambiare l’umore della piazza in pochi minuti”, ha ammesso un operatore della sala trading di JP Morgan.
Secondo le prime stime di Reuters, i volumi scambiati sono stati superiori alla media delle ultime settimane: segno che molti fondi stanno riorganizzando i portafogli in vista della fine dell’anno. “Prevediamo ancora qualche seduta agitata”, ha detto un analista di Wells Fargo, sottolineando che la prudenza resta la parola d’ordine tra gli investitori più grandi.
Che cosa aspettarsi nelle prossime settimane
Guardando avanti, il mercato aspetta nuovi dati economici e soprattutto le decisioni della Federal Reserve. Il prossimo incontro del FOMC è fissato per il 10 dicembre. Secondo le previsioni raccolte da alanews.it tra gli operatori di Wall Street, la banca centrale dovrebbe restare ferma almeno fino a gennaio.
Nel frattempo, tutti guardano alle trimestrali delle grandi società tech e alle notizie dal mercato del lavoro americano. “Solo allora capiremo se questa fase di incertezza continuerà o se si apriranno spazi per una ripresa più solida”, ha detto un gestore di portafoglio fuori dalla sede del NYSE poco dopo le 22 locali.
In breve, la giornata si è chiusa con una flessione contenuta per Wall Street, ma il clima resta di prudenza. Gli investitori aspettano segnali più netti dalla Fed e dai dati prima di tornare a puntare con decisione sull’azionario americano.
