Il caso Cetto La Qualunque: la Cassazione e le conseguenze del controllo Covid sul sindaco

Il caso Cetto La Qualunque: la Cassazione e le conseguenze del controllo Covid sul sindaco

Il caso Cetto La Qualunque: la Cassazione e le conseguenze del controllo Covid sul sindaco

Matteo Rigamonti

Novembre 15, 2025

Roma, 15 novembre 2025 – Chiamare un sindaco “Cetto La Qualunque” non è diffamazione, ma rientra nel diritto di critica politica, se espresso come satira. Lo ha stabilito la Quinta sezione penale della Cassazione, che ha assolto un cittadino abruzzese accusato di aver offeso il primo cittadino del suo paese durante un acceso scambio nel pieno dell’emergenza Covid.

Cassazione: la satira è diritto di critica, non offesa

Dalla sentenza, pubblicata anche su Cassazione.net, emerge che la reputazione di una figura pubblica – in questo caso il sindaco – va tutelata, ma senza soffocare la libertà di critica politica. Nel provvedimento si legge: “La reputazione non coincide con il semplice amor proprio, ma riguarda la dignità personale secondo l’opinione del gruppo sociale e il contesto storico”.

Il riferimento a Cetto La Qualunque, personaggio satirico di Antonio Albanese noto per la sua esagerazione, non è stato visto come un attacco personale gratuito. I giudici hanno spiegato che “l’appellativo non è un attacco denigratorio volto a sminuire la figura umana e professionale”, bensì una forma di ironia tipica della satira politica. Un chiarimento che, secondo esperti legali, potrebbe fare scuola in casi simili.

Il caso: scontro durante i controlli anti-Covid

Tutto parte nel 2020, nei primi mesi della pandemia. In un piccolo centro abruzzese – il nome resta coperto – il sindaco si presenta con almeno cinque collaboratori a casa dell’uomo poi finito sotto processo. L’obiettivo? Verificare il rispetto delle misure anti-Covid. Ma, secondo quanto ricostruito in aula, le restrizioni non erano ancora ufficialmente in vigore nel territorio.

Il sindaco chiede al cittadino di restare in casa e di far allontanare i parenti presenti. Scatta la reazione: l’uomo invia una mail al primo cittadino, intitolata “Cetto La Qualunque”, con una richiesta di chiarimenti sulle autorizzazioni per la transumanza. Scrive: “Si prega di volermi comunicare perché vengano rilasciati permessi di transumazione con la motivazione di dar da mangiare alle galline e non lo si possa ottenere per i medicinali salvavita”.

Satira e limiti: cosa dice la Cassazione

La Corte ha ribadito che la satira politica gode di una protezione più ampia rispetto alla critica verso i privati cittadini. Citando la Corte europea dei diritti dell’uomo, ha ricordato che “i limiti della critica sono più ampi per chi ricopre ruoli pubblici o politici”. In pratica, chi sta in politica deve accettare più ironia e contestazione, purché non si superi il rispetto della dignità personale.

Nel caso in questione, la Cassazione ha stabilito che la reputazione sociale e professionale del sindaco non è stata intaccata. La critica si è concentrata sull’operato tecnico-amministrativo. Un punto che, secondo alcuni avvocati sentiti da alanews.it, potrebbe diventare un precedente importante per casi simili.

Nessuna condanna per diffamazione: il verdetto per il cittadino

Il cittadino abruzzese era stato condannato nei primi gradi di giudizio. Ora, con la sentenza della Cassazione, è stato assolto dall’accusa di diffamazione, anche se dovrà pagare le spese processuali del sindaco. Una decisione che sottolinea la differenza tra critica politica – anche dura o ironica – e offesa personale.

“Non si può chiedere che chi amministra la cosa pubblica sia immune da satira o giudizi pungenti”, ha commentato uno degli avvocati del caso. Ma resta chiaro il limite: la libertà di espressione si ferma dove inizia il rispetto della dignità altrui. Solo in casi estremi scatta la sanzione penale.

In questo episodio, però, la giustizia ha scelto di bilanciare libertà di parola e tutela della persona pubblica. Un equilibrio delicato, che per ora sembra aver trovato una nuova definizione nelle aule della Cassazione.