Torino, 15 novembre 2025 – Il viaggio dell’Italia del rugby in Rhodesia e Sudafrica nel 1973, in pieno regime di apartheid, diventa un docufilm firmato dal regista torinese Francesco Catarinolo. Il progetto, ispirato al libro “Non puoi fidarti di gente così” del giornalista Massimo Calandri (Mondadori, 2023), è stato presentato oggi a Torino, a pochi giorni dal test match tra Italia e Sudafrica all’Allianz Stadium. L’uscita nelle sale è prevista per il 2027, sia in Francia che in Italia.
La tournée proibita: quando l’Italrugby sfidò l’apartheid
Nel 1973, la nazionale italiana di rugby partì per una tournée che ha scritto una pagina poco nota, ma importante, della storia sportiva e sociale. “Era il periodo dei boicottaggi internazionali contro il Sudafrica”, ha ricordato Calandri durante la presentazione. Eppure, l’Italrugby decise di partire lo stesso, imponendo una sola condizione: poter giocare contro la nazionale nera, i Leopards. Una richiesta che, allora, suonava come una vera sfida al sistema dell’apartheid.
La partita con i Leopards si giocò nella township di Port Elizabeth, davanti a un pubblico misto e incredulo. “Fu la prima crepa nel sistema”, ha sottolineato Calandri, spiegando come quell’incontro rappresentò un gesto concreto contro le barriere razziali imposte dal regime sudafricano.
Dal libro al grande schermo: la sfida di Catarinolo
Il docufilm nasce dall’incontro tra la penna di Calandri e lo sguardo del regista torinese Catarinolo, realizzato in collaborazione con la Federazione italiana rugby. “Abbiamo voluto far rivivere l’atmosfera di quei giorni”, ha raccontato il regista, che ha seguito alcuni dei protagonisti nei luoghi dove tutto è accaduto. Le riprese si sono svolte tra Sudafrica e Italia, con interviste ai giocatori azzurri dell’epoca e agli avversari dei Leopards.
Tra i momenti più toccanti del film c’è l’incontro con Siya Kolisi, attuale capitano degli Springboks e simbolo della nuova generazione sudafricana. “Ci ha spiegato cosa significa oggi quella partita per chi è cresciuto dopo l’apartheid”, ha confidato Catarinolo. Un passaggio di testimone tra chi ha vissuto la segregazione e chi oggi rappresenta un Sudafrica diverso.
Una storia che torna a vivere tra premi e riconoscimenti
Il libro da cui il docufilm prende spunto ha già ottenuto importanti riconoscimenti: “Non puoi fidarti di gente così” ha vinto il Premio Bancarella Sport Panathlon e il Premio Coni, risvegliando l’interesse su una vicenda rimasta a lungo nascosta nella memoria collettiva. “Molti non sapevano nemmeno che l’Italia avesse giocato in Sudafrica durante l’apartheid”, ha ammesso Calandri. “Raccontare questa storia oggi significa anche riflettere su cosa può fare lo sport quando sceglie di non girarsi dall’altra parte”.
Il docufilm arriva nel 2027: un ponte tra passato e presente
Il film sarà nelle sale nel 2027, a cinquantacinque anni da quella tournée. La scelta di presentarlo a Torino non è casuale: sabato prossimo, proprio all’Allianz Stadium, l’Italia affronterà il Sudafrica in un test match delle Quilter Nations Series (calcio d’inizio alle 13.40). Un’occasione per collegare passato e presente, per ricordare una partita giocata “di nascosto” e per riflettere sulle sfide di oggi.
“Abbiamo incontrato ex giocatori, testimoni diretti, ma anche giovani che hanno scoperto questa storia solo ora”, ha spiegato Catarinolo. “Il rugby è cambiato, il mondo pure. Ma certe domande restano”. Ed è forse per questo che, tra immagini d’archivio, testimonianze e ricordi, il viaggio dell’Italia del rugby in Rhodesia e Sudafrica torna a parlare a chi crede che lo sport possa ancora essere uno spazio di libertà e coraggio.
