Milano, 15 novembre 2025 – Questa mattina sul mercato di Amsterdam, punto di riferimento per il gas in Europa, il prezzo del gas naturale ha fatto un piccolo balzo. Alle 9, il future sul metano con consegna a dicembre è partito in rialzo dello 0,7%, a 30,6 euro al Megawattora. Una variazione contenuta, che però conferma la continua instabilità che da mesi tiene in sospeso il settore energetico europeo.
Amsterdam, il termometro del gas in Europa
Il TTF di Amsterdam è il vero polso del mercato europeo del gas. Ogni giorno riflette le tensioni e le attese degli operatori. Oggi il cambiamento è stato minimo: un segnale chiaro che, almeno per il momento, non ci sono scossoni né dalla domanda né dall’offerta. “La situazione è sotto controllo, ma bisogna muoversi con cautela”, ha detto un analista di una banca d’affari milanese, contattato poco dopo l’apertura delle contrattazioni.
Gli operatori sottolineano che il prezzo si mantiene stabile rispetto ai picchi del biennio 2022-2023. Ma basta poco, una notizia dall’Est Europa o un cambiamento nelle scorte, per far ripartire le oscillazioni. Il valore di 30,6 euro/MWh resta comunque lontano dai massimi registrati durante la crisi seguita all’invasione russa dell’Ucraina.
Cosa sta spingendo i prezzi
Dietro questo leggero aumento ci sono diversi fattori. Da una parte, temperature più miti del previsto in gran parte dell’Europa centrale hanno ridotto la domanda di riscaldamento. Dall’altra, le scorte di gas nei principali depositi europei sono ancora alte: secondo Gas Infrastructure Europe, i serbatoi sono pieni all’89%, un livello che gli esperti giudicano rassicurante.
Non mancano però le incognite. “Il mercato tiene d’occhio le forniture dalla Norvegia e le spedizioni di GNL (gas naturale liquefatto) dagli Stati Uniti”, ha detto un trader a Londra. Qualsiasi intoppo o ritardo nelle consegne potrebbe riflettersi subito sui prezzi.
Cosa significa per famiglie e imprese italiane
Per le famiglie italiane e le imprese che consumano molta energia, l’andamento del gas ad Amsterdam è un segnale da non sottovalutare. Le tariffe di molti fornitori sono legate proprio ai future TTF. “Ogni variazione si traduce, in poche settimane, in aggiustamenti sulle bollette”, ha ricordato Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.
Al momento, però, non si prevedono aumenti immediati per i consumatori. La situazione resta però in evoluzione: “Siamo nel passaggio tra autunno e inverno – ha aggiunto Tabarelli – e solo con l’arrivo del freddo capiremo se le scorte basteranno a coprire eventuali picchi di domanda”.
Lo sguardo verso i prossimi mesi
Guardando avanti, gli esperti invitano a non abbassare la guardia. Le previsioni meteo per dicembre e gennaio saranno decisive: un’ondata di freddo improvvisa potrebbe far salire i prezzi. Intanto, le tensioni geopolitiche, soprattutto tra Russia e Unione Europea, restano un fattore di rischio concreto.
“Il mercato del gas è sempre esposto a shock esterni”, ha ammesso un funzionario del Ministero dell’Ambiente. “Per questo stiamo lavorando per diversificare le fonti e potenziare gli impianti di stoccaggio”.
Il quadro globale e la risposta dell’Europa
Sul fronte internazionale, l’Unione Europea continua a ridurre la dipendenza dal gas russo. Nel 2024, secondo Eurostat, le importazioni dalla Russia sono scese sotto il 15% del totale europeo. Una tendenza confermata anche nei primi mesi del 2025.
Nel frattempo, cresce il ricorso al GNL e si stringono accordi con nuovi fornitori, come Algeria, Qatar e Stati Uniti. “La sicurezza energetica resta una priorità”, ha ribadito ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles.
In sintesi, anche se il leggero aumento di oggi ad Amsterdam non fa scattare l’allarme, il settore resta in allerta. Ogni dettaglio può cambiare le carte in tavola in un mercato ancora segnato da tante incognite.
