Roma, 15 novembre 2025 – Ieri, in diretta televisiva, Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha spiegato perché gli scioperi vengono quasi sempre indetti di venerdì. Una scelta che, secondo lui, punta a ottenere il massimo risalto mediatico e a colpire i servizi nel momento giusto. L’intervento, durante la trasmissione Tagadà su La7, ha riacceso il dibattito sulle modalità e gli obiettivi delle mobilitazioni sindacali, mentre il governo sta valutando nuove restrizioni al diritto di sciopero.
Perché il venerdì è il giorno ideale per scioperare
«Se fai sciopero di venerdì, se ne parla anche sabato e domenica, quando i giornali sono più letti», ha detto Landini, rispondendo alle critiche di alcuni esponenti del centrodestra. Una mossa studiata, non casuale: «Conviene farlo il venerdì perché poi se ne parla tutto il weekend, c’è più attenzione». E non è tutto: il venerdì crea più disagi, soprattutto nei trasporti. «Lo sciopero serve proprio a creare disagio agli altri», ha aggiunto.
Questa spiegazione, schietta e senza giri di parole, arriva dopo settimane di proteste che hanno paralizzato soprattutto i servizi pubblici e i trasporti. Il tema è tornato al centro della politica anche a causa delle recenti minacce del governo di intervenire con nuove leggi.
Landini risponde alle accuse del governo
Nel corso dell’intervista, Landini ha smentito le accuse secondo cui alcune misure della manovra economica – in particolare la detassazione degli aumenti contrattuali – sarebbero state decise su richiesta dei sindacati. «Non è vero», ha detto secco il segretario Cgil. «Noi abbiamo chiesto molto di più. Per esempio, che la detassazione valesse per tutti i lavoratori, pubblici e privati, anche per i rinnovi dei contratti del 2024. Invece è limitata a una parte dei lavoratori privati con redditi fino a 28 mila euro, e solo per gli aumenti dal 2025. Abbiamo chiesto 100, ci danno 1, e dovremmo pure ringraziare?».
Secondo Landini, quindi, le misure del governo non corrispondono alle vere richieste avanzate dal sindacato. Una posizione che alimenta ulteriormente la tensione tra esecutivo e rappresentanti dei lavoratori.
Il rischio di nuove restrizioni sul diritto di sciopero
Il segretario Cgil ha poi toccato il tema delle possibili limitazioni al diritto di sciopero. «È chiaro che il governo vuole mettere dei paletti», ha detto. «Stanno facendo di tutto per limitare questo diritto». Un chiaro riferimento alle parole del ministro Matteo Salvini, che più volte ha invocato la precettazione dei lavoratori in sciopero.
Landini ha ricordato che l’Italia è l’unico Paese europeo con una legge specifica per i servizi pubblici essenziali: «Serve un preavviso di dieci giorni e vanno garantite le fasce di garanzia». In altri Paesi, come Germania, Francia o Inghilterra, queste regole non ci sono. «Questa legge l’ha voluta il sindacato per autoregolamentarsi: anche in caso di sciopero generale, i servizi essenziali non si fermano».
Scioperi e visibilità: la strategia dietro la protesta
Scegliere il venerdì per gli scioperi non è un caso, ma una strategia precisa: massimizzare l’impatto mediatico e il disagio percepito dal pubblico. Una tattica che, per Landini, ha radici profonde nella storia del movimento sindacale italiano.
Ma, al di là delle polemiche sul giorno scelto, resta aperto il vero nodo: il dialogo tra governo e sindacati. «Il problema è che il governo non ascolta», ha concluso Landini. Una frase che mette in luce la distanza tra le parti e lascia presagire nuove tensioni nelle settimane a venire.
Nel frattempo, i cittadini si preparano a un altro fine settimana con possibili disagi nei trasporti e nei servizi pubblici. E intanto la discussione sul diritto di sciopero – tra tutela dei lavoratori e garanzie per l’utenza – resta più viva che mai.
