Cosmo-SkyMed: il satellite che rivoluzionerà l’osservazione della Terra

Cosmo-SkyMed: il satellite che rivoluzionerà l'osservazione della Terra

Cosmo-SkyMed: il satellite che rivoluzionerà l'osservazione della Terra

Matteo Rigamonti

Novembre 16, 2025

Roma, 16 novembre 2025 – Il terzo satellite di seconda generazione della costellazione Cosmo-SkyMed (Csg-Fm3), promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal ministero della Difesa, ha ricevuto oggi il saluto ufficiale nello stabilimento romano di Thales Alenia Space. Il satellite è pronto a partire per la base californiana di Vandenberg, dove sarà lanciato a fine dicembre a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX. Un passaggio decisivo per il programma italiano di osservazione radar della Terra, che conferma il suo ruolo di primo piano a livello globale.

Cosmo-SkyMed, la costellazione che guarda al futuro del Paese

Tutto è cominciato nel 2007, con il lancio del primo satellite Cosmo-SkyMed. Da allora, la costellazione ha ampliato le sue capacità, diventando un punto di riferimento sia per usi civili che militari. Nel 2021 è partita la seconda generazione, con il primo dei quattro satelliti previsti. Oggi in orbita ci sono cinque satelliti attivi; con il lancio del nuovo Csg-Fm3, due dei primi modelli verranno ritirati, segnando un passo avanti nel rinnovamento della flotta.

Dietro al programma c’è una stretta collaborazione tra pubblico e privato. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), si occupa della costruzione dei satelliti. Telespazio (Leonardo 67%, Thales 33%) gestisce le infrastrutture a terra e il centro di controllo al Centro spaziale del Fucino. Leonardo fornisce sensori per l’orientamento, pannelli solari e unità elettroniche per la gestione dell’energia. I dati raccolti finiscono sul mercato grazie a e-Geos, controllata da Telespazio (80%) e Asi (20%).

Radar all’avanguardia e usi concreti

I satelliti Cosmo-SkyMed montano radar ad apertura sintetica (Sar), capaci di “vedere” attraverso le nuvole e al buio, con una risoluzione che arriva a pochi decimetri. Questo permette di monitorare zone colpite da crisi, coordinare soccorsi durante terremoti o incendi, prevedere frane e alluvioni. Ma anche di proteggere il patrimonio culturale e sostenere l’agricoltura di precisione. Dal 2008 sono state raccolte circa 2,6 milioni di osservazioni per usi civili.

“L’arrivo in orbita del terzo satellite di seconda generazione rappresenta una sfida importante per l’osservazione della Terra e per la costellazione italiana”, ha detto il presidente dell’Asi, Teodoro Valente, durante la cerimonia a Roma. “Con questo progetto, l’Italia e l’Agenzia Spaziale Italiana confermano la loro leadership mondiale in un settore cruciale, che ha al centro la tutela e la difesa del nostro Pianeta”, ha aggiunto Valente.

L’eccellenza italiana che vola nello spazio

Cosmo-SkyMed è spesso citato come esempio di eccellenza italiana nelle tecnologie spaziali. Massimo Claudio Comparini, managing director della Divisione Spazio di Leonardo, ha commentato: “Accompagniamo questo satellite verso il lancio come un nuovo successo di Cosmo-SkyMed. Un sistema che rafforza la sicurezza, la sostenibilità e la competitività del Paese, portando l’Italia ai vertici del settore spaziale”.

Anche Giampiero Di Paolo, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, ha sottolineato l’importanza strategica del programma: “Cosmo-SkyMed è fondamentale per mantenere l’Italia competitiva in un mercato spaziale in continua evoluzione”. Il colonnello Federico Iannone della Difesa ha aggiunto che innovazione, ricerca e sviluppo si integrano con le esigenze di sicurezza nazionale.

Pronti al lancio dalla California

Il satellite Csg-Fm3 lascerà nelle prossime settimane lo stabilimento romano per raggiungere la base di Vandenberg, in California. Il lancio con il razzo Falcon 9 è previsto entro fine dicembre, confermano gli organizzatori. Solo allora la costellazione Cosmo-SkyMed potrà contare su questa nuova risorsa, pronta a potenziare le sue capacità operative.

Nel frattempo, tecnici e ingegneri hanno lavorato fino all’ultimo: test di funzionamento, controlli sui pannelli solari, verifiche dei sistemi elettronici. “C’è sempre un po’ di emozione quando si saluta un satellite prima del viaggio”, ha raccontato uno degli ingegneri presenti oggi a Roma.

Con il nuovo satellite in orbita, l’Italia rafforza la sua presenza nello spazio e si prepara ad affrontare le sfide future dell’osservazione terrestre, dove bisogni civili e militari si intrecciano sempre di più.