Roma, 16 novembre 2025 – Questa mattina, durante l’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha espresso il suo dolore per i nuovi attacchi in Ucraina, che nelle ultime ore hanno colpito diverse città, tra cui Kiev. Il Pontefice ha inviato un messaggio di vicinanza alle famiglie coinvolte, sottolineando la gravità della situazione e l’urgenza di trovare una via di pace. “Seguo con dolore le notizie degli attacchi che continuano a colpire numerose città ucraine”, ha detto, rivolgendosi a migliaia di fedeli sotto un cielo limpido, poco dopo mezzogiorno.
Papa Francesco: “Non possiamo farci il callo con la guerra”
Il messaggio arriva in un momento in cui il conflitto in Ucraina sembra non fermarsi mai. Nella notte tra sabato e domenica, secondo fonti locali, almeno cinque quartieri di Kiev sono stati bombardati. Le autorità ucraine hanno confermato vittime e feriti, tra cui anche bambini. “Gli attacchi causano vittime e feriti, anche bambini, e gravi danni alle infrastrutture civili, lasciando molte famiglie senza casa mentre il freddo avanza”, ha detto il Papa, con una voce ferma ma provata.
La situazione nelle zone colpite resta drammatica: molte case sono danneggiate o distrutte, e le temperature sono scese sotto lo zero. Le immagini diffuse dai media locali mostrano famiglie costrette a lasciare tutto, con pochi effetti personali raccolti in fretta. “Assicuro la mia vicinanza a questa popolazione così duramente colpita”, ha aggiunto Papa Francesco, invitando la comunità internazionale a non voltare lo sguardo.
Un appello per una pace vera e duratura
Nel suo intervento, il Papa ha ricordato quanto sia pericoloso abituarsi alla violenza. “Non possiamo farci il callo con la guerra e la distruzione”, ha ammonito, rivolgendosi sia ai presenti sia a chi seguiva in diretta tv. Ha poi chiesto a tutti di unirsi in preghiera “per una pace giusta e duratura nella martoriata Ucraina”.
Il richiamo alla pace non è una novità nei suoi discorsi, ma oggi – con l’inverno alle porte e la popolazione civile sempre più esposta – assume un significato ancora più urgente. Secondo il Ministero della Salute ucraino, dall’inizio di novembre almeno 120 civili sono rimasti feriti nei bombardamenti nelle principali città. Le organizzazioni umanitarie, tra cui la Croce Rossa Internazionale, lanciano l’allarme per la mancanza di elettricità e riscaldamento in molte zone urbane.
La risposta della comunità internazionale
Le parole di Papa Francesco sono state rilanciate dalle principali agenzie internazionali e hanno avuto eco anche tra i leader europei. Il presidente francese Emmanuel Macron ha scritto su X (ex Twitter): “La sofferenza dei civili ucraini riguarda tutti noi. Serve uno sforzo comune per fermare questa spirale di violenza”. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso solidarietà, sottolineando la necessità di “proteggere i più vulnerabili”.
A Kiev, il sindaco Vitali Klitschko ha ringraziato il Pontefice per la sua attenzione: “Le sue parole ci danno forza in questi giorni difficili”, ha detto ai media locali. Nel frattempo, le autorità ucraine continuano a chiedere più aiuti umanitari e sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione.
Un inverno che si annuncia durissimo
Con l’arrivo dell’inverno, le condizioni per i civili nelle zone colpite diventano sempre più difficili. Secondo l’UNICEF, oltre 1,5 milioni di bambini rischiano di rimanere senza riscaldamento nelle prossime settimane. Le scuole in molte regioni sono state chiuse o danneggiate, mentre gli ospedali lavorano al limite delle loro possibilità.
Papa Francesco ha chiuso il suo messaggio con un invito a non perdere la speranza: “Preghiamo insieme per una pace giusta e duratura nella martoriata Ucraina”. Un appello che torna a scuotere le coscienze davanti a una crisi che sembra ancora lontana dalla fine.
