Machado lancia un appello audace alla disobbedienza militare in Venezuela

Machado lancia un appello audace alla disobbedienza militare in Venezuela

Machado lancia un appello audace alla disobbedienza militare in Venezuela

Matteo Rigamonti

Novembre 16, 2025

Caracas, 16 novembre 2025 – Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana e premio Nobel per la Pace, ha lanciato ieri sera un appello diretto ai militari fedeli a Nicolás Maduro. Li ha invitati a “deporre le armi” e a “disobbedire agli ordini infami” del governo. Il messaggio, diffuso sui suoi canali social, arriva in un momento di forte tensione nel Paese, dove la crisi istituzionale e sociale sembra aver toccato un nuovo picco.

Forze armate, il momento della scelta

Machado non ha usato giri di parole. “Il momento decisivo è alle porte”, ha detto, rivolgendosi ai militari che, secondo lei, “seguono ordini vergognosi” da parte di Maduro. Nel video, pubblicato intorno alle 21 ora locale, la leader appare seduta in una stanza spoglia, con alle spalle solo la bandiera venezuelana. Il tono è duro, quasi severo. “Vi chiedo di ascoltare la vostra coscienza”, ha aggiunto, “non siete obbligati a difendere chi opprime il popolo”.

Le sue parole arrivano dopo una giornata di nuove proteste a Caracas e in città come Maracaibo e Valencia. Secondo fonti locali, almeno 2.000 persone si sono radunate davanti al Parlamento per chiedere elezioni libere e il rilascio dei prigionieri politici. La tensione resta alta: nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli arresti tra gli attivisti dell’opposizione e le denunce di violenze da parte delle forze dell’ordine.

Venezuela in crisi: repressione e autoritarismo

Da anni il Venezuela attraversa una crisi politica profonda. Nicolás Maduro, al potere dal 2013, è accusato dall’opposizione e da molte organizzazioni internazionali di aver instaurato un regime autoritario. Le ultime elezioni del 2024 sono state contestate sia in patria che fuori: secondo l’Organizzazione degli Stati Americani, il voto non ha rispettato neanche i minimi standard di trasparenza.

Machado, 57 anni, è diventata in poco tempo il volto più noto della protesta anti-Maduro. La Corte Suprema venezuelana le ha vietato la candidatura alle presidenziali con l’accusa di “incitamento all’odio”, ma il suo nome continua a circolare tra i manifestanti. Il Premio Nobel per la Pace ricevuto lo scorso ottobre ha dato ancora più visibilità alla sua battaglia e ha acceso i riflettori sulla situazione del Paese.

Le reazioni e cosa potrebbe succedere

L’appello di Machado ha scatenato subito reazioni. Da un lato, diversi esponenti dell’opposizione hanno rilanciato il messaggio sui social. Juan Guaidó, ex presidente ad interim riconosciuto da parte della comunità internazionale, ha scritto: “Il coraggio delle nostre forze armate sarà decisivo per il futuro del Venezuela”. Dall’altro, il governo Maduro ha risposto con fermezza: il ministero della Difesa ha parlato di “tentativo di destabilizzazione” e ha ribadito la “lealtà assoluta” delle forze armate al presidente.

Secondo analisti locali come Luis Vicente León, direttore dell’istituto Datanalisis, “il rischio di una spaccatura interna tra i militari c’è, ma finora Maduro ha tenuto tutto sotto controllo con un mix di privilegi e repressione”. Però, negli ultimi mesi, sono emersi segnali di malcontento anche tra i ranghi più bassi dell’esercito: almeno tre ufficiali sono stati arrestati a ottobre con l’accusa di cospirazione.

Occhi puntati dall’estero

La situazione resta incerta. Gli Stati Uniti hanno chiesto “moderazione” e invitato il governo venezuelano a rispettare i diritti umani. L’Unione Europea ha espresso “profonda preoccupazione” per la sorte dei detenuti politici e per la libertà di stampa. Intanto, a Caracas, l’atmosfera è tesa: ieri sera, nel quartiere Altamira, piccoli gruppi di manifestanti hanno acceso candele in segno di solidarietà con Machado.

“Non ci arrenderemo”, ha detto una giovane attivista incontrata davanti alla sede del partito Vente Venezuela. “Sappiamo che non sarà facile, ma sentiamo che qualcosa sta cambiando”. Solo nelle prossime settimane si capirà se l’appello della leader dell’opposizione riuscirà davvero a far vacillare la fedeltà delle forze armate a Maduro o se sarà l’ennesimo grido nel vuoto di una crisi che sembra non avere fine.