Mistero sulla morte di Leonardo Fiorini: l’amico accusato di omicidio torna libero dopo la revoca dei domiciliari

Mistero sulla morte di Leonardo Fiorini: l’amico accusato di omicidio torna libero dopo la revoca dei domiciliari

Mistero sulla morte di Leonardo Fiorini: l’amico accusato di omicidio torna libero dopo la revoca dei domiciliari

Matteo Rigamonti

Novembre 16, 2025

Roma, 16 novembre 2025 – Leonardo Fiorini, 27 anni, è morto dopo essere precipitato dal balcone di un bed and breakfast in via Prenestina, a Roma, durante la notte tra il 9 e il 10 novembre. Il suo amico, David Stojanovic, 25 anni, inizialmente accusato di omicidio e agli arresti domiciliari, è stato scarcerato: il giudice per le indagini preliminari ha revocato la misura, lasciando il giovane indagato ma a piede libero. Restano però molti punti oscuri su quella notte, in cui una lite violenta avrebbe preceduto la caduta fatale.

L’autopsia parla di lotta e violenza

Dall’autopsia emerge che prima della caduta c’è stata una vera e propria colluttazione, forse anche con oggetti usati come armi. Il medico legale ha trovato ferite compatibili sia con la caduta da circa dodici metri sia con un’aggressione avvenuta poco prima. In stanza gli investigatori hanno scoperto tracce di hashish e sospettano che i due abbiano consumato anche alcol e altre sostanze. I risultati degli esami tossicologici arriveranno nei prossimi giorni.

Gli inquirenti stanno ricostruendo la scena grazie ai rilievi tecnici e alle testimonianze raccolte subito dopo l’incidente. Alcuni passanti hanno raccontato di aver sentito urla e minacce provenire dall’appartamento: “Ti butto di sotto”, avrebbe gridato uno dei due, secondo chi era in strada. Le versioni però non sono tutte uguali.

Testimoni divisi, versioni che non tornano

La dinamica della caduta resta confusa. Secondo alcune testimonianze, la lite tra Fiorini e Stojanovic è degenerata prima dentro la stanza – con mobili e oggetti lanciati – e poi sul balcone. In quel momento Fiorini sarebbe finito a testa in giù oltre il parapetto, mentre l’amico lo teneva per le gambe cercando di trattenerlo. “Aiutatemi, correte. Portate giù i materassi, sfondate la porta, datemi una mano”, avrebbe urlato Stojanovic ai passanti sotto.

Ma non tutti credono che volesse davvero salvarlo. C’è chi parla di un tentativo sincero, chi invece di una “sceneggiata improvvisata” per non sembrare colpevole. Un residente ha raccontato agli investigatori che una ragazza, presente durante quei momenti concitati, avrebbe gridato all’amico di “lasciarlo stare”, segno che la tensione era alta anche tra chi assisteva.

La versione dell’amico e le indagini in corso

Stojanovic ha detto agli inquirenti che Fiorini aveva minacciato più volte di buttarsi giù quella sera, soprattutto dopo aver assunto droghe. Ha spiegato di aver cercato di fermarlo fino all’ultimo, senza riuscirci. Ma gli investigatori non sembrano convinti del tutto.

Il giudice ha convalidato il fermo, ma non ha ritenuto necessario mantenere misure restrittive più severe. Stojanovic resta indagato per omicidio, ma senza limitazioni alla libertà. Gli inquirenti attendono i risultati degli esami tossicologici e continuano a sentire testimoni per chiarire cosa sia successo.

Un caso ancora tutto da chiarire

Nella stanza del b&b, raccontano gli agenti della Squadra Mobile, sono stati trovati segni evidenti di lotta: mobili rovesciati, vetri rotti, tracce di sangue. La presenza di hashish e il sospetto di altre droghe pesanti complicano ancora di più la situazione. Solo gli esami tossicologici potranno dire se lo stato psicofisico dei due abbia giocato un ruolo nella tragedia.

Intanto la famiglia di Leonardo Fiorini aspetta risposte. “Vogliamo solo capire cosa è successo davvero quella notte”, ha detto un parente fuori dalla Questura. La Procura di Roma tiene aperto il fascicolo per omicidio volontario: nessuna pista è esclusa. Nel frattempo, la comunità di Ceccano – paese d’origine dei due – segue con ansia ogni sviluppo.

Resta il dolore per una morte improvvisa e ancora senza spiegazioni. E la domanda che resta sospesa tra amici e conoscenti è sempre la stessa: cosa è davvero successo in quei pochi minuti tra le mura di quella stanza a Roma?