Roma, 16 novembre 2025 – Domani, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, in occasione della Giornata mondiale dei poveri, una cinquantina di persone transessuali parteciperanno al pranzo con Papa Leone, accompagnate da don Andrea Conocchia e suor Genevieve Jeanningros. L’iniziativa, che segue il cammino tracciato da Papa Francesco negli anni scorsi, è – secondo gli organizzatori – un gesto concreto di accoglienza e attenzione verso chi è più fragile.
Un pranzo che vuole includere
L’appuntamento è alle 12.30. L’Aula Paolo VI, già pronta ad accogliere centinaia di ospiti, vedrà tra i presenti un gruppo di circa cinquanta transessuali, per lo più dal litorale romano. Don Andrea Conocchia, parroco di Sant’Agnese a Torvaianica, spiega: “Questo invito è un segno di vicinanza e rispetto per chi spesso vive ai margini”. Accanto a lui, suor Genevieve Jeanningros, da anni al fianco delle persone transgender, definisce il pranzo “un momento di ascolto e condivisione”.
Non è la prima volta che la comunità trans partecipa a iniziative simili in Vaticano. Già sotto Papa Francesco, alcune donne trans erano state ospitate per la Giornata mondiale dei poveri. Quest’anno, però, la presenza sarà più numerosa e organizzata. “Un grazie sincero a Papa Leone per questa occasione di incontro e condivisione. È un bel segnale di attenzione e vicinanza alle persone e a tutta la comunità Lgbt”, sottolinea don Andrea.
Il percorso iniziato con Papa Francesco
Questo gesto di accoglienza non nasce dal nulla. Negli ultimi anni la parrocchia di Torvaianica è diventata un punto di riferimento per molte persone transessuali in difficoltà economiche e sociali. Don Andrea Conocchia, già noto per il suo impegno sul territorio, racconta: “Tutto è iniziato durante la pandemia, quando alcune donne trans si sono rivolte a noi per chiedere aiuto”. Da allora, il legame si è rafforzato. “Ci siamo conosciuti – confida il parroco – e abbiamo superato le diffidenze reciproche”.
Papa Leone ha deciso di andare avanti su questa strada, confermando l’invito al pranzo in Vaticano. Fonti vicine all’organizzazione dicono che la scelta è stata accolta positivamente anche dalla Segreteria di Stato. “Non è solo un gesto simbolico – spiega suor Genevieve – ma un modo concreto per dire che nessuno deve sentirsi escluso”.
Le reazioni nella comunità
L’invito ha acceso opinioni diverse tra i fedeli cattolici. Alcuni apprezzano l’apertura del Papa, altri mostrano dubbi. “C’è chi fa fatica a capire – ammette don Andrea – ma il Vangelo ci chiede di accogliere tutti”. Nel quartiere di Torvaianica, dove molte delle invitate vivono o lavorano, la notizia ha fatto presto il giro. “Per noi è una giornata importante – racconta una partecipante che preferisce restare anonima – perché finalmente ci sentiamo ascoltate”.
Secondo le prime stime della Caritas diocesana, domani saranno oltre 1.200 le persone accolte in Vaticano per il pranzo della Giornata mondiale dei poveri. Oltre alle donne transessuali, ci saranno famiglie in difficoltà, migranti e senza fissa dimora.
Un segnale per la Chiesa e la società
Il pranzo con Papa Leone arriva in un momento delicato per la Chiesa cattolica, chiamata a confrontarsi con nuove sfide sociali e culturali. L’inclusione delle persone Lgbt resta un tema divisivo, ma il gesto del Pontefice è visto da molti come un tentativo di dialogo. “Non basta parlare di accoglienza – ricorda suor Genevieve – bisogna metterla in pratica ogni giorno”.
Domani, tra i tavoli dell’Aula Paolo VI, non ci saranno solo piatti caldi e sorrisi. Ci sarà anche la speranza – condivisa da molti – che gesti come questo aprano nuove strade nel rapporto tra la Chiesa e le persone più fragili. E forse, come ha detto don Andrea ai suoi parrocchiani dopo la messa delle 18, “solo allora capiremo davvero cosa vuol dire essere comunità”.
