Schlein: il ritorno del condono del 2003 svela la disperazione del governo

Schlein: il ritorno del condono del 2003 svela la disperazione del governo

Schlein: il ritorno del condono del 2003 svela la disperazione del governo

Matteo Rigamonti

Novembre 16, 2025

Barletta, 16 novembre 2025 – Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha lanciato un duro attacco al governo Meloni durante un incontro elettorale stamattina a Barletta, in vista delle elezioni regionali pugliesi del 23 e 24 novembre. Davanti a una folla di sostenitori accorsi per sostenere la candidatura di Antonio Decaro alla guida della Regione, Schlein ha puntato il dito contro la proposta di condono edilizio appena annunciata, definendola “un ritorno alla vecchia politica”.

Schlein: “Il condono edilizio? Un film già visto”

“È la solita vecchia politica, non mi sorprende”, ha detto Schlein poco dopo le 10, uscendo dal teatro Curci. Il riferimento è al provvedimento varato dal governo nei giorni scorsi, che secondo la leader dem ripropone lo schema del condono Berlusconi del 2003. “A pochi giorni dalle elezioni, in preda alla disperazione, tirano fuori di nuovo un condono”, ha ribadito, sottolineando come questa mossa arrivi in un momento delicato per la maggioranza.

La questione ha subito acceso il dibattito politico a livello nazionale. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha messo sul tavolo la possibilità di una sanatoria per alcune irregolarità edilizie. L’opposizione però parla di una mossa elettorale che rischia di penalizzare chi ha sempre rispettato le regole.

Case popolari e fondo affitto: le proposte del Pd

Schlein non si è limitata a criticare. Ha rilanciato le proposte del Partito Democratico sulle politiche abitative. “Questo governo in tre anni sulla casa non ha fatto nulla”, ha detto, correggendosi subito: “Anzi, una cosa l’ha fatta: ha cancellato il fondo affitto che aiutava le famiglie in difficoltà, quelle che oggi rischiano lo sfratto”.

Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture, il fondo nazionale per l’accesso alle abitazioni in affitto è stato tagliato nel 2024, con effetti immediati sulle famiglie con reddito basso. “Noi chiediamo di rimetterlo in piedi, anzi di triplicarlo”, ha spiegato Schlein, aggiungendo che “serve un investimento serio sulle case popolari, perché anche lì le liste d’attesa sono lunghissime”.

Tra il pubblico a Barletta c’era una delegazione di inquilini delle case popolari del quartiere Borgovilla. Alcuni hanno raccontato di attese superiori ai cinque anni per ottenere una casa. “Non si può più aspettare”, ha detto una donna di mezza età, visibilmente preoccupata per il futuro dei suoi figli.

La campagna elettorale in Puglia si scalda

L’incontro a Barletta segna un passaggio chiave nella corsa alle regionali pugliesi. Antonio Decaro, sindaco uscente di Bari e candidato del centrosinistra, ha ringraziato Schlein per il sostegno. “La casa è un diritto, non un privilegio”, ha detto dal palco poco dopo mezzogiorno.

Il centrodestra, dal canto suo, difende il condono come una misura necessaria per mettere ordine in alcune situazioni irregolari e dare una spinta all’edilizia. Ma la polemica resta accesa. Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, il provvedimento è ancora in fase di definizione e riguarderebbe solo casi minori.

Reazioni e cosa aspettarsi

Nel pomeriggio, Schlein ha incontrato rappresentanti delle associazioni degli inquilini. “Non basta promettere, servono fatti”, le hanno detto senza giri di parole. Lei ha assicurato che il Pd presenterà emendamenti precisi alla legge di bilancio per rimettere in piedi e rafforzare il fondo affitti.

La casa resta uno dei nodi centrali della campagna elettorale in Puglia. A pochi giorni dal voto, i partiti si sfidano su proposte concrete e sui passi falsi del passato. “Non vogliamo più vedere famiglie costrette a lasciare la loro casa”, ha chiuso Schlein prima di lasciare Barletta intorno alle 14.

L’aria è tesa. Eppure, tra la gente presente all’evento, qualcuno resta indeciso: “Vediamo cosa faranno davvero dopo il voto”, mormora un pensionato all’uscita dal teatro. Solo allora – forse – si capirà se le promesse saranno mantenute o resteranno parole da campagna elettorale.