Sileoni: le famiglie scelgono di credere nel futuro del paese

Sileoni: le famiglie scelgono di credere nel futuro del paese

Sileoni: le famiglie scelgono di credere nel futuro del paese

Giada Liguori

Novembre 16, 2025

Roma, 16 novembre 2025 – Le famiglie italiane tornano a puntare sui titoli di Stato, spinte da una ritrovata fiducia nel Paese e nella sua capacità di fronteggiare le turbolenze internazionali. A emergere sono i dati diffusi oggi dal sindacato dei bancari, commentati dal segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che ha evidenziato come questo trend rifletta una percezione di stabilità e continuità, elementi fondamentali per gli investitori privati.

Le famiglie riscoprono i titoli di Stato

Secondo la Fabi, negli ultimi mesi gli acquisti di Btp e altri titoli del debito pubblico da parte delle famiglie sono cresciuti in modo significativo. “Le famiglie non mettono i risparmi nei Btp se non vedono stabilità, continuità e una prospettiva credibile”, ha spiegato Sileoni. Dietro questa scelta c’è quindi un segnale chiaro: si crede nella tenuta sociale e politica dell’Italia, in un’Europa segnata da tensioni e incertezze.

Non sono solo i piccoli risparmiatori a muoversi in questa direzione. Anche chi ha patrimoni più consistenti sta tornando a preferire strumenti ritenuti sicuri, come i titoli del Tesoro. “Negli anni scorsi questa tendenza si era affievolita”, ha ammesso un funzionario di una banca romana, “ma ora è di nuovo al centro delle decisioni delle famiglie”.

Le banche restano un pilastro

Anche se la quota di debito pubblico in mano alle banche è scesa leggermente rispetto al passato, il settore mantiene una presenza importante: gli istituti italiani detengono oltre 620 miliardi di euro in titoli di Stato. Un numero che, secondo Sileoni, dimostra come il sistema bancario sia ancora un punto fermo della stabilità finanziaria nazionale.

“Le banche fanno la loro parte, sempre in modo responsabile”, ha ricordato il segretario della Fabi. Durante la pandemia, il settore si era mostrato un vero argine alla crisi, grazie anche all’impegno dei lavoratori bancari. Oggi l’atteggiamento è prudente, ma senza rinunciare al sostegno all’economia reale.

Gli investitori esteri tornano a guardare all’Italia

Un altro segnale importante arriva dal ritorno degli investitori esteri sul debito italiano. Oggi, oltre un terzo del debito pubblico è in mano straniera. Sileoni lo interpreta come un fatto “politico, prima che economico”, soprattutto alla luce delle recenti difficoltà politiche in altri grandi Paesi europei.

In Francia e Germania, ad esempio, le elezioni anticipate e le crisi istituzionali hanno creato un clima di incertezza. L’Italia, invece, appare come un porto più sicuro e affidabile. “Qui si vede la differenza”, ha osservato Sileoni: famiglie, banche e investitori esteri seguono strade diverse, ma convergono su un punto: la fiducia nella stabilità italiana.

Un’Europa in fermento

Il quadro europeo resta complesso, con una crescita debole e tensioni politiche che non si placano. In questo scenario, la capacità dell’Italia di attirare capitali, sia interni sia esteri, è vista dagli analisti come un segno di forza. “Oggi l’Italia è considerata più stabile e credibile di altri grandi Paesi europei”, ha sottolineato Sileoni.

Alcuni operatori finanziari sentiti questa mattina a Piazza Affari si aspettano che la domanda di titoli italiani rimanga alta anche nei prossimi mesi, a patto che la situazione politica non subisca scossoni improvvisi. “La fiducia è un bene fragile”, ha detto un gestore milanese. “Ma per ora il mercato premia l’Italia”.

Il valore politico della fiducia

In conclusione, la convergenza tra famiglie, banche e investitori stranieri è, secondo la Fabi, la vera chiave politica dietro i dati di oggi. Non sono solo numeri, ma segnali concreti di una fiducia che va oltre l’economia e parla al modo in cui il mondo guarda al Paese. Una fiducia che, almeno per ora, sembra resistere alle turbolenze europee.