Tajani annuncia un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev: il Copasir è stato informato

Tajani annuncia un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev: il Copasir è stato informato

Tajani annuncia un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev: il Copasir è stato informato

Matteo Rigamonti

Novembre 16, 2025

Napoli, 16 novembre 2025 – È pronto il dodicesimo pacchetto di aiuti e armi all’Ucraina. Ad annunciarlo oggi a Napoli è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante un incontro elettorale a sostegno di Edmondo Cirielli, candidato alla presidenza della Regione Campania. Tajani ha spiegato che il via libera è arrivato dopo un confronto tra i tre ministri coinvolti – Guido Crosetto (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Economia) e lo stesso Tajani – e che il Copasir è già stato informato. Ora resta solo l’ultimo passaggio formale prima della partenza del materiale.

Un nuovo pacchetto di aiuti: cosa c’è dentro e perché conta

Il nuovo invio di aiuti militari all’Ucraina segue una lunga serie di spedizioni da parte dell’Italia, che dal febbraio 2022, quando è iniziata l’invasione russa, ha sostenuto Kiev con materiali, equipaggiamenti e supporto logistico. Secondo fonti del Ministero della Difesa, il dodicesimo pacchetto dovrebbe contenere sistemi di difesa antiaerea, munizioni e mezzi di trasporto. I dettagli però restano riservati per motivi di sicurezza. “Abbiamo dato il via libera – ha detto Tajani – e informato il Copasir, come prevede la legge. Solo dopo potremo procedere con l’invio”.

La decisione arriva in un momento delicato. Negli ultimi giorni, le forze ucraine hanno denunciato una crescente pressione russa lungo il fronte, soprattutto nella regione di Kharkiv. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha più volte chiesto agli alleati europei di accelerare le consegne, sottolineando la necessità di difese aeree per proteggersi da droni e missili.

Il ruolo del Copasir e i passaggi ufficiali

Secondo la legge italiana, ogni invio di materiale bellico all’estero deve passare al vaglio del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir. Tajani ha assicurato che questa fase è già stata superata: “Abbiamo informato il Copasir, ora mancano solo le ultime procedure tecniche”. Anche il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, ha confermato che tutto si è svolto nei tempi previsti e che non ci sono stati problemi.

Il meccanismo prevede che i ministri competenti – Esteri, Difesa ed Economia – firmino insieme il decreto di autorizzazione. Solo dopo questo passaggio il materiale può partire. In questo caso, la partenza è questione di giorni. “Siamo in dirittura d’arrivo”, ha ribadito Tajani.

Le reazioni in Italia e nel mondo

L’annuncio del nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina ha subito acceso il dibattito politico italiano. Dal Partito Democratico arriva una sostanziale conferma della linea del governo Draghi, proseguita da quello Meloni. “Il sostegno all’Ucraina è una scelta di campo europea”, ha detto la deputata Lia Quartapelle. Più critici i gruppi di opposizione, come il Movimento 5 Stelle, che chiedono più trasparenza sui contenuti dei pacchetti e sulle conseguenze economiche per l’Italia.

A livello internazionale, l’Italia resta uno dei principali sostenitori di Kiev all’interno dell’Unione Europea. Secondo il Kiel Institute for the World Economy, Roma ha già inviato aiuti militari per oltre 1,2 miliardi di euro dall’inizio della guerra. “La nostra posizione non cambia – ha sottolineato Tajani – siamo al fianco dell’Ucraina nella difesa della sua sovranità”.

Prossimi passi e scenari futuri

L’invio del dodicesimo pacchetto di aiuti segna un altro passo nella strategia italiana di sostegno a Kiev. Nei prossimi giorni, una volta completate le ultime procedure, il materiale partirà verso i punti di raccolta indicati dal comando ucraino. Fonti della Difesa non escludono altri invii nei mesi a venire, a seconda di come evolverà il conflitto e delle richieste di Kiev.

Intanto, a Napoli, Tajani ha ribadito che la priorità resta “la pace, ma non a ogni costo”. Un messaggio chiaro che rispecchia la posizione del governo: continuare a sostenere l’Ucraina, senza però chiudere la porta al dialogo con Mosca. “Lavoriamo per una soluzione politica – ha concluso il ministro – ma serve realismo: la sicurezza dell’Europa passa anche da qui”.