Napoli, 16 novembre 2025 – Un ragazzo di 26 anni, Salvatore Borriello, è stato ucciso a colpi di pistola ieri sera in via Suor Maria della Passione Beata, nel quartiere Barra, nella zona est di Napoli. L’agguato è scattato poco dopo le 21, quando – secondo le prime ricostruzioni della polizia – il giovane era in strada, forse appena uscito da un bar vicino. Alcuni sconosciuti si sono avvicinati e hanno sparato senza esitazione. Borriello è stato soccorso e portato d’urgenza all’Ospedale del Mare, ma i medici non sono riusciti a salvarlo: è morto poco dopo l’arrivo.
Agguato in strada, indagini ancora aperte
La dinamica dell’omicidio è ancora in parte avvolta nel mistero. Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e della Squadra Mobile sono arrivati sul posto pochi minuti dopo la segnalazione degli spari. Sul marciapiede, davanti al civico 42, sono stati trovati diversi bossoli di calibro 9×21. La scientifica ha lavorato fino a notte fonda. I residenti però non hanno voluto parlare: “Abbiamo sentito i colpi, poi solo le sirene”, ha detto una donna che abita al primo piano di un palazzo vicino.
Chi era Salvatore Borriello
Borriello era conosciuto alle forze dell’ordine per piccoli reati contro il patrimonio. Qualche furto e qualche denuncia per ricettazione. Nulla che facesse pensare a una violenza così estrema. Ma gli investigatori non escludono la pista del regolamento di conti. “Stiamo controllando ogni dettaglio della sua vita recente”, ha detto un poliziotto della Squadra Mobile. Gli amici lo ricordano come “un ragazzo che cercava di cavarsela”, spesso visto nei vicoli di Barra, sempre con gli stessi compagni.
Pista criminale sotto la lente
Il quartiere Barra, negli ultimi mesi, è tornato al centro delle cronache per una serie di episodi legati alla microcriminalità e a lotte tra bande rivali. Gli investigatori stanno controllando le immagini delle telecamere di sorveglianza lungo via Suor Maria della Passione Beata e nelle strade vicine. Per ora nessun testimone diretto ha aiutato a identificare i killer. “Non abbiamo visto niente”, ripetono in tanti. Un silenzio che pesa e complica il lavoro degli inquirenti.
Il quartiere sotto choc
Questa mattina, nel rione, si respira un’aria tesa. I negozianti parlano a voce bassa dell’omicidio. Qualcuno scuote la testa: “Non è la prima volta che succede qui”, dice un uomo davanti a una tabaccheria. La paura di ritorsioni o di finire coinvolti nelle indagini sembra più forte del desiderio di giustizia. Nel frattempo, la polizia ha alzato i controlli: pattuglie fisse agli incroci principali, agenti in borghese che osservano i movimenti.
Le indagini vanno avanti
Gli investigatori stanno ricostruendo le ultime ore di Borriello, cercando messaggi e telefonate che possano chiarire il motivo dell’agguato. Non si esclude nulla: dal regolamento di conti per vecchi rancori fino a questioni personali o debiti non pagati. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo per omicidio volontario aggravato.
Ancora sangue a Napoli Est
L’omicidio di Salvatore Borriello mette di nuovo sotto i riflettori la fragilità sociale dei quartieri orientali della città. Solo nelle ultime settimane, tra Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, si sono registrati altri episodi violenti. “Serve più presenza dello Stato”, ha detto don Marco Russo, parroco della zona, contattato questa mattina. “I ragazzi qui crescono senza vere alternative”.
Le indagini continuano senza sosta. Gli investigatori sperano che nelle prossime ore emergano nuovi elementi per risalire ai responsabili dell’agguato che ha spezzato la vita di un giovane, lasciando dietro di sé solo domande e silenzi.
