Deficit Italia al 3%: previsioni del Pil scendono a +0,4% per il 2023

Deficit Italia al 3%: previsioni del Pil scendono a +0,4% per il 2023

Deficit Italia al 3%: previsioni del Pil scendono a +0,4% per il 2023

Matteo Rigamonti

Novembre 17, 2025

Roma, 17 novembre 2025 – La Commissione europea ha reso note oggi le sue previsioni economiche d’autunno, indicando che l’Italia chiuderà il 2025 con un deficit/Pil al 3%, per poi scendere al 2,8% nel 2026 e al 2,6% nel 2027. Le cifre diffuse questa mattina risultano sostanzialmente in linea con quelle già inserite dal governo italiano nel Documento programmatico di bilancio (Dpb). Un dato che, secondo fonti del Ministero dell’Economia, “conferma la prudenza delle nostre previsioni”.

Deficit e debito pubblico: i numeri di Bruxelles

Per la Commissione, il rapporto deficit/Pil dell’Italia resterà intorno al 3% nei prossimi tre anni. Una soglia che, come ricordano dagli uffici di via XX Settembre, è il limite fissato dall’Unione europea per evitare la procedura per deficit eccessivo. “L’obiettivo – spiega un funzionario del Tesoro – è chiudere il 2025 sotto il 3%, anche se la stima della Commissione coincide con la nostra”.

Sul fronte del debito pubblico, Bruxelles prevede un rapporto con il Pil del 136,4% nel 2025, che salirà al 137,9% nel 2026, per poi scendere leggermente al 137,2% nel 2027. Sono livelli alti, ma secondo gli esperti europei ancora gestibili, alla luce delle attuali politiche fiscali. “Il debito italiano resta una delle principali sfide – ammette un portavoce della Commissione – ma il percorso per ridurlo sembra credibile”.

Crescita in calo: le stime per il 2025 si abbassano

Le previsioni sulla crescita economica sono più caute. La Commissione ha tagliato le stime per il Pil italiano nel 2025: ora si aspetta un aumento dello 0,4%, rispetto allo 0,7% stimato in primavera e allo 0,5% indicato dal governo nel Dpb. Per il 2026 la crescita prevista è dello 0,8% (leggermente sotto lo 0,9% precedente), mentre per il 2027 resta invariata.

“Le prospettive restano fragili – spiega Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia – soprattutto per la debolezza della domanda interna e le incertezze sui mercati internazionali”. Una situazione che riguarda diversi Paesi europei, non solo l’Italia.

Reazioni e scenari per i conti pubblici

A Palazzo Chigi si sottolinea come le stime di Bruxelles “certifichino la serietà della manovra”, ma tra gli osservatori non mancano le preoccupazioni. “Il margine di manovra è molto stretto”, commenta un economista della Bocconi. “Con una crescita così bassa sarà dura ridurre il debito in modo significativo”.

Il governo, intanto, conferma la rotta già tracciata. Nel Dpb prevede una crescita dello 0,7% per il 2026 e dello 0,8% per il 2028. “La prudenza resta d’obbligo – rivela una fonte vicina al ministro Giorgetti – ma non ci allontaniamo dalle linee guida concordate con Bruxelles”.

Il nodo della procedura per deficit eccessivo

Resta aperta la questione della procedura europea per deficit eccessivo. Secondo le regole Ue, l’Italia deve chiudere il prossimo anno con un deficit sotto il 3% per evitare l’avvio della procedura. Un traguardo che sembra raggiungibile sulla carta, ma dipenderà molto dall’andamento reale dell’economia nei mesi a venire.

“Terremo d’occhio l’evoluzione dei conti pubblici italiani”, dice una fonte della Commissione. “La flessibilità sarà concessa solo in caso di shock esterni o investimenti strategici”.

Lo scenario europeo e l’impatto sulle famiglie

Nel complesso, le nuove previsioni di Bruxelles riflettono un clima di prudenza diffusa nell’area euro. L’Italia non è l’unico Paese a dover fare i conti con una crescita rallentata e un debito alto. Ma la tenuta dei conti pubblici resta sotto stretta osservazione, soprattutto in vista delle prossime scadenze europee.

Per le famiglie italiane questo quadro significa che difficilmente si vedranno nuove misure espansive o tagli fiscali importanti nel breve periodo. “La priorità resta la stabilità”, ribadisce un funzionario del Mef. Solo dopo, forse, si potrà tornare a parlare di una crescita più solida.