Droni cinesi sorvolano Taiwan: Tokyo risponde con i caccia in volo

Droni cinesi sorvolano Taiwan: Tokyo risponde con i caccia in volo

Droni cinesi sorvolano Taiwan: Tokyo risponde con i caccia in volo

Matteo Rigamonti

Novembre 17, 2025

Tokyo, 17 novembre 2025 – Il Giappone ha fatto decollare i propri caccia nelle prime ore del 15 novembre, dopo aver individuato un drone sospetto di origine cinese tra l’isola di Yonaguni e Taiwan, nel punto più a sud dell’arcipelago nipponico. La notizia è arrivata dal ministero della Difesa giapponese, che ha diffuso un comunicato sul proprio profilo X (ex Twitter), mettendo in evidenza la rapidità dell’intervento.

Tensione alta tra Giappone, Cina e Taiwan: Yonaguni al centro della scena

Le autorità di Tokyo hanno spiegato che il veicolo aereo senza pilota è stato avvistato venerdì mattina in una zona delicata dal punto di vista geopolitico. Yonaguni, con i suoi poco più di 1.600 abitanti, è il punto più vicino del Giappone a Taiwan: solo 110 chilometri separano l’isola giapponese dalla costa taiwanese. Negli ultimi anni, la presenza militare giapponese in quell’area è stata rafforzata proprio per rispondere a possibili minacce provenienti dall’Est asiatico.

La Japan Air Self-Defense Force ha detto di aver seguito i protocolli previsti in caso di intrusioni o minacce nello spazio aereo nazionale. “Abbiamo avvistato un drone sospetto, ritenuto cinese, in volo tra Yonaguni e Taiwan. I nostri caccia sono decollati subito dal comando di difesa aerea”, ha dichiarato un portavoce del ministero. Non sono stati però forniti dettagli sul tipo di drone o sulla rotta precisa.

Reazioni ufficiali e clima politico infuocato

L’episodio è arrivato poche ore dopo le parole della premier giapponese Sanae Takaichi, che durante una conferenza stampa a Tokyo ha ribadito la “necessità di mantenere la stabilità nello Stretto di Taiwan”, sottolineando come la sicurezza dell’area sia “essenziale anche per il Giappone”. Parole che non sono passate inosservate a Pechino, dove il portavoce del ministero degli Esteri ha risposto invitando Tokyo a “non immischiarsi nelle questioni interne cinesi”.

Fonti diplomatiche raccolte dalla stampa locale suggeriscono che l’avvistamento del drone possa essere stato un segnale diretto da parte di Pechino, in un momento in cui i rapporti tra Cina e Giappone restano tesi proprio per la questione Taiwan. “Non escludiamo che sia una manovra dimostrativa”, ha detto un funzionario del ministero degli Esteri giapponese, chiedendo però di restare anonimo.

Passati episodi e il rischio di escalation

Non è la prima volta che si verifica un episodio simile negli ultimi mesi. A settembre, la Japan Air Self-Defense Force aveva segnalato la presenza di velivoli non identificati vicino alle isole Senkaku, un altro punto caldo nelle dispute territoriali tra Tokyo e Pechino. Allora non si erano registrati sconfinamenti veri e propri, ma la vigilanza è rimasta alta.

La zona tra Yonaguni e Taiwan è strategica per il controllo delle rotte marittime e per la vicinanza alle principali basi militari statunitensi nel Pacifico. Gli analisti dell’Istituto nazionale di studi sulla sicurezza (NIDS) di Tokyo avvertono che “la presenza crescente di droni cinesi è una sfida diretta alla capacità di sorveglianza giapponese”. Il pericolo, dicono gli esperti, è che incidenti o fraintendimenti possano degenerare rapidamente.

Cosa succederà adesso: occhi puntati sulla zona

Il ministero della Difesa giapponese ha assicurato che continuerà a tenere sotto controllo la zona tra Yonaguni e Taiwan, mantenendo attivi i protocolli di risposta rapida. “La sicurezza dei nostri confini resta una priorità”, ha ribadito il ministro della Difesa Minoru Kihara in una breve dichiarazione ai giornalisti.

Anche gli Stati Uniti, alleati storici del Giappone in Asia, seguono con attenzione la vicenda. Fonti del Pentagono, riferisce la NHK, hanno espresso “preoccupazione per l’aumento delle attività cinesi vicino a Taiwan”, senza però commentare direttamente l’episodio del 15 novembre.

La tensione nel Pacifico occidentale resta alta. Qui, anche un semplice drone può diventare il motivo di un nuovo scontro tra le grandi potenze della regione.