Raleigh (North Carolina), 17 novembre 2025 – Un fossile di 68 milioni di anni scoperto nel 2006 nel Montana sta rivoluzionando la storia dei grandi predatori del Cretaceo. Uno studio pubblicato su Nature ribalta una certezza: quello che per anni è stato considerato lo scheletro di un giovane Tyrannosaurus rex sarebbe in realtà un adulto di una specie diversa, il Nanotyrannus. La scoperta, firmata da Lindsay Zanno dell’Università del North Carolina e James Napoli della Stony Brook University, mette in discussione il ruolo dominante del T. rex nel suo ambiente.
Il fossile che riscrive la storia dei predatori del Cretaceo
Il reperto, noto tra i paleontologi come “il duello”, era stato rinvenuto quasi vent’anni fa in una cava vicino a Jordan, nel nord-est del Montana. Accanto ai resti di un triceratopo c’erano quelli di quello che si pensava fosse un giovane T. rex, alto circa quattro metri e con un peso inferiore alla tonnellata. Per anni, questa scena ha fatto immaginare uno scontro tra giganti, ma ha anche sollevato dubbi. “Non tornava il confronto tra la forza di un giovane T. rex e un triceratopo adulto”, ha spiegato Zanno.
Ora, grazie a nuove tecniche per analizzare ossa e tessuti fossilizzati, i ricercatori hanno scoperto che quel “cucciolo” era invece un adulto, che aveva vissuto almeno vent’anni. “Le ossa raccontano una storia diversa”, ha aggiunto Napoli, “non si tratta di un T. rex in crescita, ma di una specie a parte”.
Nanotyrannus: il predatore snello e veloce
Il Nanotyrannus era più piccolo e snello rispetto al T. rex, ma non per questo meno affascinante. Gli studiosi hanno ricostruito il suo corpo: agile, muscoloso, fatto più per inseguire che per affrontare scontri diretti. “Era un predatore specializzato”, ha detto Zanno, “più simile a un ghepardo che a un leone”.
La presenza di questa specie indica che il T. rex non era l’unico grande carnivoro del suo tempo. Doveva dividere territori e prede con altri concorrenti. “La convivenza di più predatori simili”, ha spiegato Napoli, “racconta di una competizione serrata per il cibo”. Un dettaglio che cambia completamente la nostra idea degli equilibri ecologici nel tardo Cretaceo.
Rivedere i fossili e le vecchie idee
La scoperta del Nanotyrannus adulto spinge a rimettere mano a molte classificazioni sui fossili trovati in Nord America. Per anni, resti di piccoli tirannosauridi erano considerati giovani T. rex. Ora, invece, molti potrebbero appartenere a specie diverse. “Dobbiamo guardare con occhi nuovi i reperti nei musei”, ha ammesso Zanno.
Ma non è tutto: avere più predatori simili nello stesso ambiente apre nuove domande sulle loro strategie di caccia e sulla distribuzione delle prede. Secondo i ricercatori, il Nanotyrannus potrebbe aver cacciato animali più piccoli o occupato nicchie diverse rispetto al T. rex.
Scintille tra gli esperti e cosa aspettarsi
La pubblicazione su Nature ha già acceso il dibattito tra gli specialisti. Alcuni paleontologi, come Thomas Carr del Carthage College, invitano alla prudenza: “Serve trovare altri esemplari ben conservati per confermare che siano davvero specie diverse”. Ma molti riconoscono che lo studio è un passo avanti nella comprensione della biodiversità del Cretaceo.
Per Zanno e Napoli, però, il lavoro non finisce qui: “Stiamo già analizzando nuovi fossili dal Montana e dal Dakota”, hanno detto. Vogliono capire quanto fosse diffuso il Nanotyrannus e che ruolo avesse davvero nell’ecosistema di allora.
Solo allora – forse – potremo riscrivere con più precisione la storia dei grandi predatori che hanno dominato la Terra milioni di anni fa.
