Il misterioso destino della cometa dorata: un nucleo spezzato in tre parti

Il misterioso destino della cometa dorata: un nucleo spezzato in tre parti

Il misterioso destino della cometa dorata: un nucleo spezzato in tre parti

Giada Liguori

Novembre 17, 2025

Padova, 17 novembre 2025 – Nella notte tra l’11 e il 12 novembre, il nucleo della cometa C/2025 K1 (Atlas), conosciuta come la “cometa dorata” per il suo colore particolare, si è spezzato in almeno tre pezzi. A catturare il momento è stato il telescopio Copernico alla stazione osservativa di Asiago, parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica – Osservatorio Astronomico di Padova. Un evento raro, che apre nuove strade per capire meglio la natura delle comete.

La cometa dorata, un viaggio dalla nube di Oort fino al Sole

La C/2025 K1 (Atlas) è stata scoperta a maggio di quest’anno. Viene da lontano, dalla misteriosa nube di Oort, quella zona ai confini del Sistema solare dove si nascondono miliardi di piccoli corpi ghiacciati. Dopo un lungo viaggio, la cometa ha raggiunto il punto più vicino al Sole – il perielio – all’inizio di ottobre, passando vicinissima all’orbita di Mercurio. In quel frangente, la distanza dal Sole era davvero minima, appena oltre l’orbita del pianeta più interno.

Questo passaggio ravvicinato ha sottoposto il nucleo a un forte calore solare. Gli esperti dell’INAF spiegano che l’aumento di temperatura ha modificato profondamente gli strati esterni e anche quelli interni della cometa, creando le condizioni per una possibile rottura. “Quando una cometa si avvicina così tanto al Sole, il calore può causare un improvviso e violento rilascio di gas”, ha detto Elena Mazzotta Epifani, ricercatrice all’Osservatorio Astronomico di Roma.

Frattura improvvisa: cosa è successo e le immagini del telescopio

Nei giorni prima della rottura, gli strumenti avevano già registrato due picchi improvvisi di luminosità. Un segnale che spesso anticipa la frammentazione: la cometa espelle rapidamente gas e polvere. “Il 10 novembre – racconta Mazzotta Epifani – il nucleo si è rotto in diversi pezzi. Le immagini del telescopio Copernico mostrano almeno tre frammenti distinti”.

La rottura di una cometa non è cosa comune. Dipende da vari fattori: quanto è poroso il nucleo, la sua resistenza interna, la composizione e la quantità di ghiaccio. In questo caso, probabilmente il calore ha superato il limite che il corpo poteva sopportare. “È come se la pressione interna dei gas avesse fatto cedere la cometa”, aggiunge la ricercatrice.

Un laboratorio naturale per capire le origini del Sistema solare

Oltre all’aspetto spettacolare che ha catturato l’attenzione degli appassionati in tutto il mondo, la rottura della cometa dorata è una vera occasione per la scienza. Quando il nucleo si spacca, il materiale che lo compone viene esposto direttamente nello spazio. Si tratta di sostanze quasi intatte da quando si è formato il Sistema solare, 4,6 miliardi di anni fa.

“Studiare questi pezzi – sottolinea Mazzotta Epifani – è come avere una macchina del tempo. Possiamo analizzare minerali e ghiacci che raccontano com’era la nebulosa da cui è nato il nostro sistema planetario”. Gli scienziati dell’INAF stanno già organizzando nuove osservazioni per capire meglio la composizione chimica dei frammenti e come si è svolta la rottura.

Occhi puntati sull’evento in tutto il mondo

L’evento non è passato inosservato nemmeno oltre i confini italiani. Vari osservatori in Europa e negli Stati Uniti hanno puntato i loro telescopi sulla C/2025 K1 (Atlas) nelle ultime settimane. Le immagini di Asiago saranno condivise con la comunità scientifica internazionale per confrontare i dati e le interpretazioni.

Le prime analisi indicano che i frammenti potrebbero seguire orbite leggermente diverse nelle prossime settimane, offrendo così nuove occasioni di studio. Gli astronomi invitano anche gli appassionati a osservare il cielo: “Non capita spesso di vedere un evento del genere in diretta”, spiega un tecnico della stazione veneta.

Un fenomeno raro che accende la curiosità

La “cometa dorata” continuerà a essere seguita nei prossimi mesi, anche se la sua luminosità potrebbe calare man mano che si allontana dal Sole. Per ora, resta il fascino di un evento che, come spesso accade in astronomia, apre nuove domande sulle origini e sull’evoluzione dei corpi celesti del nostro Sistema solare.