Il Parlamento riaccende il dibattito sull’ora legale: 352 mila firme e spinta europea per un cambiamento tutto l’anno

Il Parlamento riaccende il dibattito sull'ora legale: 352 mila firme e spinta europea per un cambiamento tutto l'anno

Il Parlamento riaccende il dibattito sull'ora legale: 352 mila firme e spinta europea per un cambiamento tutto l'anno

Matteo Rigamonti

Novembre 17, 2025

Roma, 17 novembre 2025 – Il Parlamento italiano riaccende il dibattito sull’ora legale tutto l’anno. La scintilla è arrivata da una petizione online che ha raccolto 352 mila firme, spinta anche dall’onda europea che ha rimesso la questione sotto i riflettori. Domani, lunedì 17 novembre, la Commissione Attività produttive della Camera si riunirà alle 14.30 per discutere la proposta di un’indagine conoscitiva sull’abolizione del cambio tra ora solare e ora legale. L’obiettivo è chiaro: capire quali sono i vantaggi, i risparmi e gli effetti sulla vita di tutti i giorni. Il tema, che riguarda anche altri Paesi come la Spagna, torna così al centro dell’attenzione dopo anni di immobilismo.

Petizione popolare e primo passo in Parlamento

Domani pomeriggio a Montecitorio saranno consegnate le 352 mila firme raccolte da Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) e Consumerismo No Profit, con il supporto del deputato Andrea Barabotti (Lega). La richiesta è semplice: abolire il doppio cambio e adottare l’ora legale tutto l’anno. Se la Commissione darà il via libera all’indagine, si procederà con uno studio approfondito sugli effetti di questa scelta su consumi di energia, ambiente, salute e abitudini sociali. L’obiettivo è arrivare a una proposta di legge entro il 30 giugno 2026. “È una questione che tocca la vita di milioni di italiani”, ha detto Barabotti, sottolineando come la raccolta firme sia stata “veloce e trasversale”.

Dall’Europa una nuova spinta

Il tema dell’ora legale permanente non riguarda solo l’Italia. In Spagna, il premier Pedro Sánchez ha bollato il cambio d’ora come “senza senso” e chiesto all’Unione Europea di riaprire il dibattito. Lo scorso ottobre, il Consiglio Ue ha inserito di nuovo la questione all’ordine del giorno, grazie alla spinta di Madrid. Anche il commissario europeo all’Energia, Dan Jørgensen, ha confermato che partirà un nuovo studio: “È un tema che interessa milioni di europei”, ha detto, pur precisando che non è una priorità immediata per Bruxelles. Nel 2018 una consultazione pubblica europea aveva coinvolto 4,6 milioni di cittadini, con l’84% favorevole a eliminare il cambio d’ora. Ma le divergenze tra Stati e i problemi di coordinamento nei trasporti hanno bloccato tutto.

Quanto si risparmia davvero?

I dati di Terna tra il 2004 e il 2025 parlano chiaro: il sistema del doppio orario ha fatto risparmiare all’Italia circa 2,3 miliardi di euro sulle bollette e oltre 12 miliardi di kWh di energia. Solo nei primi sette mesi del 2025 il risparmio stimato supera i 90 milioni di euro. Sul fronte ambientale, si parla di una riduzione annua delle emissioni di CO₂ tra le 160 mila e le 200 mila tonnellate, un valore che secondo Sima equivale all’assorbimento di milioni di alberi. Le previsioni dicono che un’ora legale fissa potrebbe far risparmiare ancora 720 milioni di kWh ogni anno, con un beneficio economico vicino ai 180 milioni di euro.

Salute e sicurezza sotto la lente

Non è solo una questione di numeri. La Società Italiana di Medicina Ambientale avverte che il ritorno all’ora solare disturba il ritmo biologico delle persone, influenzando sonno, umore e concentrazione. “Nella settimana dopo il cambio d’ora autunnale abbiamo registrato un aumento degli incidenti stradali e sul lavoro”, spiega Alessandro Miani, presidente Sima. Anche la criminalità sembra risentirne: più ore di buio in serata coincidono con un aumento dei reati predatori. “Un orario estivo stabile – aggiunge Miani – aiuterebbe pure il commercio e il turismo”.

L’impatto sulla vita di tutti i giorni

Le associazioni dietro la petizione sostengono che mantenere l’ora legale tutto l’anno porterebbe vantaggi anche per bar, ristoranti e turismo. Più luce la sera significa più gente in giro, più incassi e più presenze nelle città d’arte e località balneari. “La gente esce più volentieri quando c’è luce”, confida un commerciante di Trastevere. Ma non mancano le critiche: alcuni lavoratori che iniziano presto al mattino o i genitori di bambini in età scolare segnalano possibili disagi.

Cosa succede adesso

La discussione in Parlamento è solo l’inizio. Se la Commissione Attività produttive darà il via libera all’indagine, si aprirà una fase di approfondimento con esperti, associazioni e istituzioni. Solo allora si capirà se l’Italia sceglierà davvero l’ora legale permanente, seguendo la linea europea o restando ferma com’è. Per ora il dossier resta aperto, con numeri e opinioni pronti a infiammare il dibattito pubblico nei prossimi mesi.