Padova, 17 novembre 2025 – Luca Favarin, ex sacerdote padovano conosciuto per il suo impegno sociale, si apre sulla sua vita dopo aver lasciato la Chiesa cattolica tre anni fa. Oggi, a 53 anni, vive la sua prima storia d’amore con una donna e confessa il desiderio di diventare padre. “Mi sono innamorato, sto con una donna a cui tengo molto. È presto, ma vorrei un figlio”, ha raccontato in una lunga intervista a Il Messaggero. Un cambiamento profondo, nato dopo la rottura con la diocesi di Padova e il vescovo Claudio Cipolla, che segna una svolta personale e pubblica per chi ha speso anni in prima linea per i diritti civili e l’accoglienza.
Una nuova vita, un amore inatteso
Favarin non nasconde l’emozione di questa fase nuova. “È la mia prima vera storia d’amore. Non ho più vent’anni, ma sono profondamente innamorato”, dice con sincerità. Lei, qualche anno più giovane e anche lei impegnata nel sociale, preferisce restare lontana dai riflettori. “Non voglio dire altro su di lei, voglio proteggerla”, spiega Favarin, consapevole della sua esposizione pubblica. La loro storia è nata quasi per caso, in un percorso comune nel mondo dell’attivismo: “Ci conoscevamo già, poi il lavoro sociale ci ha avvicinati e fatti innamorare”. Un amore serio, che lui definisce senza mezzi termini: “Non è una semplice cotta, voglio un figlio”. E non esclude nemmeno l’adozione.
La rottura con la Chiesa: un addio netto
La separazione dalla Chiesa è stata totale. Favarin racconta di non aver più contatti con la diocesi o con i colleghi sacerdoti, salvo “un paio di preti anziani”. “In quel mondo sono considerato un mezzosangue”, confessa, usando un termine che traduce bene il senso di estraneità dopo la sua scelta. Eppure, la fede non è sparita: “L’amore per Dio c’è ancora, anche se critico la struttura ecclesiastica”. Una netta distinzione tra la spiritualità personale e l’appartenenza all’istituzione che oggi guida il suo cammino.
Tra lavoro sociale e vita lontana dai riflettori
Oggi Favarin alterna il lavoro nel sociale con l’attivismo, mantenendo però la riservatezza sulla sua vita privata. La compagna, all’inizio titubante per la sua fama di ex sacerdote, ha trovato un equilibrio: “All’inizio qualche difficoltà c’era, forse più per la mia notorietà che per il fatto che fossi un prete. Con il tempo, però, è diventato tutto normale”. La loro quotidianità si costruisce tra impegni professionali e momenti di serenità, lontana dalla Chiesa ma ancora segnata da una forte tensione etica.
Scelte difficili e nuove prospettive
Favarin non nasconde le difficoltà di questi anni. “Sono passati tre anni da quando ho lasciato la Chiesa. Da allora non ho più visto né sentito nessuno”, ricorda. Una scelta che ha portato anche solitudine, ma che oggi sembra ripagata da una ritrovata serenità. “Ho deciso di non nascondermi, e questa onestà ha pagato, anche sul piano sentimentale”, sottolinea.
La fede che resta, oltre le istituzioni
Nonostante la rottura con l’istituzione ecclesiastica, Favarin ribadisce il valore della fede come guida personale. “L’amore per Dio è intatto”, ripete più volte. Una posizione che lo mette lontano sia dal mondo clericale sia da chi si allontana del tutto dalla religione. Oggi la sua vita scorre tra lavoro, affetti e una spiritualità vissuta fuori dai canoni tradizionali.
In questo nuovo capitolo, Luca Favarin si racconta senza filtri. Tra passato e presente, tra una fede che resiste e una vita finalmente libera da vincoli imposti. Un viaggio personale che continua a mettere in discussione il rapporto tra scelta individuale e appartenenza collettiva.
