Roma, 17 novembre 2025 – La crescita dei pagamenti elettronici in Italia, accelerata anche dall’emergenza sanitaria degli ultimi anni, ha cambiato davvero le carte in tavola. A beneficiarne sono soprattutto la tracciabilità delle transazioni e la base imponibile. Lo ha spiegato chiaramente oggi Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, durante l’inaugurazione dell’Anno di Studi 2025-26 alla Scuola di Polizia Economico-Finanziaria di Ostia. “La diffusione dei pagamenti elettronici ha rafforzato la base imponibile e la tracciabilità delle transazioni”, ha detto Panetta, rivolgendosi a ufficiali e studenti poco dopo le 10 del mattino.
Pagamenti digitali, più soldi nelle casse dello Stato
Secondo Panetta, ogni punto in più nella quota di spesa digitale rispetto al totale delle transazioni porta a quasi mezzo punto in più di gettito Iva. Un dato che dimostra, parole sue, come la digitalizzazione dei pagamenti sia uno strumento concreto per combattere l’evasione fiscale e aumentare le entrate pubbliche. Anche il Ministero dell’Economia segue con attenzione questo trend: i dati più recenti dicono che nel 2024 il volume delle transazioni digitali in Italia ha superato i 400 miliardi di euro, con un balzo del 13% rispetto all’anno prima.
La pandemia ha cambiato tutto
Il Covid-19 ha fatto da spartiacque. In pochi mesi, le abitudini di spesa sono cambiate radicalmente. “Durante il lockdown – ha ricordato Panetta – l’uso del contante è calato molto, mentre carte e app sono diventate la norma, anche per i piccoli acquisti”. Una ricerca della Banca d’Italia pubblicata a settembre mostra come nel 2023 più del 60% degli italiani abbia usato almeno una volta sistemi di pagamento digitale per le spese di tutti i giorni. Solo cinque anni fa, erano il 38%.
Tracciabilità e lotta all’evasione, un binomio vincente
Aumentare la tracciabilità delle operazioni non aiuta solo il fisco, ma migliora anche la sicurezza dell’economia nel suo insieme. “Poter ricostruire i flussi di denaro – ha spiegato Panetta – rende più difficile nascondere redditi o fare operazioni in nero”. Anche la Guardia di Finanza, rappresentata dal comandante generale Andrea De Gennaro, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni finanziarie e forze dell’ordine. “Solo con strumenti digitali e controlli incrociati si può combattere davvero l’evasione”, ha detto De Gennaro a margine della cerimonia.
Le sfide che restano aperte
Nonostante i passi avanti, qualche problema resta. In molte zone del Paese – soprattutto nei piccoli centri e tra gli anziani – si continua a preferire il contante. “Serve uno sforzo in più per spingere sull’inclusione digitale”, ha ammesso Panetta, parlando di investimenti necessari in infrastrutture e formazione. I dati Istat confermano: nel Mezzogiorno solo il 45% delle attività commerciali accetta pagamenti elettronici senza limiti di importo.
Istituzioni in prima linea
La Banca d’Italia seguirà da vicino l’evoluzione dei pagamenti digitali, lavorando insieme al governo e alle autorità europee per garantire sicurezza e trasparenza. “La tecnologia porta vantaggi ma anche rischi – ha concluso Panetta –. Dobbiamo fare squadra per far sì che i benefici arrivino a tutti e che nessuno resti indietro”. La giornata si è chiusa con un confronto acceso tra studenti e rappresentanti delle istituzioni su come diffondere una cultura della legalità economica, partendo proprio dall’uso consapevole degli strumenti digitali.
In sintesi, la crescita dei pagamenti elettronici non è solo una questione tecnologica. Ha effetti concreti sulla fiscalità, sulla trasparenza e sulla capacità dello Stato di garantire servizi ai cittadini. Un percorso in corso, che coinvolge istituzioni, imprese e consumatori.
