Roma, 18 novembre 2025 – Oggi la Commissione europea ha pubblicato le sue previsioni economiche d’autunno. Il quadro per l’Italia non è dei più rassicuranti: il nostro Paese resta tra quelli con la crescita più lenta nell’Unione europea. Nel frattempo, Eurozona e Ue mostrano segnali di ripresa più forti del previsto.
Il rapporto presentato a Bruxelles indica che il deficit/Pil italiano dovrebbe chiudere l’anno intorno al 3%, in linea con quanto indicato dal governo nel Documento programmatico di bilancio. Ma sarà solo con i dati ufficiali di Eurostat, attesi per la primavera 2026, che si potrà capire se l’Italia riuscirà a uscire dalla procedura per deficit eccessivo.
Crescita italiana tra le più basse: un confronto impietoso
Secondo la Commissione Ue, il Pil italiano crescerà dello 0,4% nel 2025, per poi salire allo 0,8% nel 2026 e 2027. Numeri che, come ha sottolineato il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis, “non si discostano molto da quelli del governo italiano”, che punta a uno 0,5% quest’anno e allo 0,7% il prossimo.
Ma guardando agli altri Paesi europei, la situazione è ben diversa: solo Finlandia e Germania faranno peggio nel 2025, e nel 2027 l’Italia sarà ultima tra i Ventisette.
Dombrovskis ha spiegato che questa stima tiene conto di una “prudenza nei consumi delle famiglie”, con un aumento del risparmio precauzionale. Dall’altra parte, però, si aspetta “una crescita abbastanza solida” degli investimenti delle aziende e della spesa pubblica, grazie anche alle risorse del Pnrr. Nonostante questo, il quadro resta quello di una crescita debole.
Eurozona e Ue vanno meglio, ma i rischi non mancano
Per l’Eurozona, la Commissione prevede un aumento del Pil dell’1,3% nel 2025, superiore allo 0,9% stimato in precedenza. Per l’intera Ue, la crescita dovrebbe arrivare all’1,4%. Questo miglioramento è legato soprattutto all’andamento dei consumi, agli investimenti e al calo dei prezzi dell’energia.
Tuttavia, per il 2026 le previsioni sono state corrette leggermente al ribasso: 1,2% per l’Eurozona e 1,4% per l’Ue. Bruxelles avverte che i rischi sono “orientati al ribasso”, soprattutto per via dei dazi commerciali e delle tensioni geopolitiche globali. “Il contesto internazionale resta fragile”, ha ammesso Dombrovskis durante la conferenza stampa a Berlaymont.
Debito e deficit: l’Italia resta sotto la lente
Sul fronte dei conti pubblici, la Commissione prevede che il debito italiano salirà al 136,4% del Pil nel 2025, toccherà il 137,9% nel 2026 e poi calerà lievemente al 137,2% nel 2027. Con questi numeri, tra due anni l’Italia sarà uno dei quattro Stati membri con un debito sopra il 100% del Pil, insieme a Grecia, Belgio e Francia.
Sul deficit, Dombrovskis ha ricordato che “per togliere la procedura per deficit eccessivo bisognerà vedere i dati reali del 2025, certificati da Eurostat”. Questi arriveranno ad aprile e solo allora si potrà valutare un’eventuale chiusura della procedura nel pacchetto primaverile del Semestre europeo.
Nuove regole, vecchie incertezze
A Bruxelles si sta lavorando su come interpretare la soglia del “deficit sotto il 3%” nella nuova governance economica europea. “Stiamo ancora definendo come applicare la regola”, ha detto Dombrovskis, citando il problema degli arrotondamenti statistici, per esempio nel caso di un disavanzo al 2,99%. La questione resta aperta e sarà discussa nelle prossime settimane.
Le previsioni della Commissione si basano sulle misure contenute nel Documento programmatico di bilancio italiano, tra cui la tassa sulle banche, accolta positivamente a Bruxelles. Eventuali cambiamenti nei numeri potrebbero influenzare anche l’andamento del deficit.
Il prossimo appuntamento importante è fissato per il 25 novembre, quando la Commissione presenterà il pacchetto d’autunno del Semestre europeo e valuterà le politiche di bilancio dei Paesi dell’Eurozona, Italia compresa. Nel frattempo, il governo resta sotto osservazione: la partita sui conti pubblici è tutt’altro che chiusa.
