Garlasco: il Riesame ribalta ancora il sequestro dei dispositivi di Venditti, ma pc e telefoni restano ai pm

Garlasco: il Riesame ribalta ancora il sequestro dei dispositivi di Venditti, ma pc e telefoni restano ai pm

Garlasco: il Riesame ribalta ancora il sequestro dei dispositivi di Venditti, ma pc e telefoni restano ai pm

Matteo Rigamonti

Novembre 18, 2025

Milano, 18 novembre 2025 – Per la terza volta in pochi giorni, il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di sequestro probatorio emesso lo scorso 24 ottobre nei confronti dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. A finire sotto la lente sono gli undici dispositivi – tra computer, hard disk e telefoni cellulari – sequestrati nell’ambito delle indagini sul caso Garlasco. Il tribunale ha accolto il ricorso dell’avvocato Domenico Aiello, che da settimane contesta la validità dei sequestri disposti dalla Procura di Brescia.

Sequestri contestati, accuse a Venditti nel mirino

La vicenda ruota attorno a due filoni di indagine. Da una parte c’è il delitto di Chiara Poggi a Garlasco, in cui Venditti è indagato insieme a Giuseppe Sempio (padre di Andrea) per presunta corruzione in atti giudiziari. Dall’altra, il cosiddetto “sistema Pavia”: una rete di favori tra magistrati, agenti di polizia giudiziaria e imprenditori che, secondo gli inquirenti, ha segnato la gestione della procura pavese dal 2014 al 2021. In questo secondo filone spunta anche il nome del pm Pietro Paolo Mazza, ora a Milano.

Solo dieci giorni fa, il Riesame aveva già annullato il decreto di perquisizione e sequestro eseguito il 9 ottobre su Mazza e Venditti, restituendo però i dispositivi solo a Mazza. Quelli di Venditti erano rimasti sotto sequestro per il caso Garlasco. Ora, con la nuova decisione, i giudici ordinano la restituzione anche dei dispositivi degli ex carabinieri pavesi Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, i cui avvocati avevano fatto ricorso. La sentenza è netta: “restituzione di tutti i beni sequestrati, unitamente ai dati eventualmente già estrapolati”.

Tre stop in meno di due mesi

Questo nuovo no del Riesame è il terzo in meno di due mesi. Il 17 ottobre era arrivato il primo annullamento per i sequestri del 26 settembre, giudicati poco motivati. Poco dopo, un secondo stop aveva riguardato un altro pezzo dell’indagine sul “sistema Pavia”. Oggi, ancora una volta, i giudici bresciani hanno evidenziato un “difetto di motivazione” nel decreto che giustificava il sequestro dei dispositivi.

Ora la Procura di Brescia deve decidere se andare in Cassazione. Una strada già presa in considerazione dagli inquirenti dopo i primi due annullamenti.

I dispositivi restano ai pm, ma la partita sulle copie è aperta

Nonostante l’annullamento, gli 11 dispositivi sequestrati a Venditti restano in mano ai pm e agli investigatori della Guardia di finanza di Brescia. La Procura aveva infatti disposto un accertamento irripetibile per creare copie forensi e estrarre i dati. La difesa, però, ha chiesto al gip di passare per un incidente probatorio con la nomina di un perito terzo, rallentando così l’operazione.

L’avvocato Aiello ha sottolineato come nei decreti mancassero sia i gravi indizi di colpevolezza necessari per perquisizioni e sequestri, sia l’indicazione delle parole chiave da usare nelle analisi. “La Procura voleva fare una ricerca a tappeto su undici anni di attività”, ha spiegato Aiello, riferendosi al periodo dal 2014 – anno in cui Venditti è diventato procuratore aggiunto a Pavia – fino a oggi.

Tensione in aula, difesa e Procura si scontrano

Aiello ha ribadito che definire il periodo da esaminare e le parole chiave è un passaggio “prescritto dalla legge e dalla Cassazione”. Dopo l’udienza al Riesame del 14 novembre – la terza in poche settimane – è scoppiato un duro confronto tra difesa e pubblica accusa. L’avvocato ha denunciato l’assenza della Procura in aula; i magistrati hanno risposto parlando di “attacchi esagerati”.

Adesso resta da vedere se la Procura di Brescia farà ricorso in Cassazione o cambierà strategia nelle indagini. Intanto, la vicenda dei sequestri ai dispositivi di Venditti continua a tenere alta la tensione e a sollevare dubbi sulla gestione dell’inchiesta sul caso Garlasco.