Ghigo, Chatrian e Kessler: le icone di grazia al Museo del Cinema

Ghigo, Chatrian e Kessler: le icone di grazia al Museo del Cinema

Ghigo, Chatrian e Kessler: le icone di grazia al Museo del Cinema

Giada Liguori

Novembre 18, 2025

Torino, 18 novembre 2025 – Le gemelle Kessler, vere star della tv e della musica italiana tra gli anni Sessanta e Settanta, ci hanno lasciato nelle ultime ore. A confermare la notizia è stato il Museo Nazionale del Cinema di Torino, che fino al 9 marzo ospita la mostra “Pazza idea”, un omaggio fotografico firmato da Angelo Frontoni. “Se ne vanno le gemelle Kessler, icone celebrate nella nostra esposizione”, hanno detto Enzo Ghigo e Carlo Chatrian, rispettivamente presidente e direttore del Museo.

Le gemelle Kessler, un simbolo indelebile

Nate ad Amburgo nel 1936, Alice ed Ellen Kessler sono arrivate in Italia nel 1961 e da allora non hanno più lasciato il palcoscenico della cultura popolare. La loro presenza, “magnetica” come l’hanno definita Ghigo e Chatrian, ha segnato profondamente il costume italiano. Era un’altra Italia, quella della televisione che stava cambiando: i varietà del sabato sera, le coreografie studiate in ogni dettaglio, la musica dal vivo. Le Kessler erano ovunque: “Studio Uno”, “Canzonissima”, “Doppia coppia”. Il pubblico le aspettava, spesso con emozione, davanti ai televisori in bianco e nero di quegli anni.

Non solo spettacolo, un cambio di passo

Le sorelle tedesche non hanno lasciato il segno solo sul palco. Hanno contribuito a trasformare anche i costumi sociali italiani. “Hanno dato una spinta nuova ai modi di fare televisione e al costume del Paese”, ricordano Ghigo e Chatrian. Il loro stile – abiti luccicanti, gambe lunghe, movimenti perfettamente sincronizzati – ha fatto scuola. Ma dietro quella immagine elegante c’era rigore: ore di prove, cura maniacale dei dettagli, una professionalità riconosciuta da molti colleghi. “Le ricordiamo per la loro grazia, la classe e la bellezza raffinata”, sottolineano dal Museo.

“Pazza idea”: il ricordo attraverso l’obiettivo di Frontoni

Proprio in questi mesi, il Museo Nazionale del Cinema ospita una mostra dedicata alle fotografie di Angelo Frontoni. Tra i ritratti più amati ci sono quelli delle Kessler: immagini in bianco e nero, luci decise, sorrisi misteriosi. “Frontoni riusciva a catturare la loro vera essenza”, ha spiegato Chatrian all’inaugurazione. Visitatori e appassionati si fermano a lungo davanti a quelle immagini. “Sembrano ancora danzare”, ha confidato ieri pomeriggio una signora di Torino, mentre osservava una delle gigantografie.

Un’eredità che non si spegne

La morte delle gemelle Kessler lascia un vuoto nel mondo dello spettacolo italiano. Ma il loro contributo resta ben vivo: si vede nelle coreografie dei programmi di oggi, nell’idea stessa di show televisivo come evento collettivo. “Erano sempre un passo avanti”, ha ricordato Pippo Baudo in un’intervista recente. “Hanno portato in Italia un respiro internazionale mai visto prima”. Ancora oggi, tanti artisti citano le Kessler come fonte di ispirazione. La loro storia, fatta di successi ma anche di sacrifici, continua a parlare alle nuove generazioni.

Il saluto di pubblico e istituzioni

Nelle ultime ore sono arrivati messaggi di cordoglio da tutto il mondo dello spettacolo. Rai Cultura ha annunciato una programmazione speciale in loro onore. Sui social, centinaia di persone hanno condiviso ricordi personali: “Le guardavo ballare con mia nonna”, scrive un utente su X (ex Twitter). Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha espresso vicinanza alla famiglia e invitato i cittadini a visitare la mostra al Museo del Cinema: “Un modo per ringraziare due donne che hanno fatto la storia della nostra televisione”.

Un addio che chiude un’epoca

Con la scomparsa delle gemelle Kessler si chiude un pezzo importante della cultura popolare italiana. La loro eredità – fatta di immagini, canzoni e ricordi condivisi – resta impressa nella memoria collettiva. E forse, come suggerisce una delle fotografie esposte a Torino, continueranno a danzare insieme nei ricordi di chi le ha amate.