Gerusalemme, 18 novembre 2025 – Un nuovo attacco ha scosso questa mattina Gush Etzion, area strategica a sud di Gerusalemme in Cisgiordania. Almeno tre persone sono rimaste ferite, secondo le prime notizie diffuse dalle autorità israeliane. L’azione è stata rivendicata da Hamas, che in una nota rilanciata dai media locali l’ha definita “la risposta naturale ai tentativi di Israele di cancellare la causa palestinese”. Il clima tra le due parti resta sempre più teso.
Hamas: “Risposta all’occupazione, non ci fermeremo”
Poco dopo l’attacco, Hamas ha diffuso un comunicato in cui parla di una reazione diretta “alla furia dei soldati e dei coloni in Cisgiordania”. Il messaggio, ripreso anche dal quotidiano israeliano Haaretz, avverte che “gli sforzi per cambiare la realtà sulla Striscia di Gaza e i piani per giudaizzare e annettere la Cisgiordania non resteranno senza risposta”. Un chiaro segnale della volontà del movimento di opporsi con forza alle politiche israeliane nella zona.
Attacco a Gush Etzion: cosa è successo
Secondo la polizia israeliana, l’attentato è avvenuto intorno alle 8.30, vicino all’incrocio principale di Gush Etzion, un punto spesso controllato dalle forze di sicurezza e frequentato da civili. Testimoni raccontano di aver sentito almeno due colpi di arma da fuoco, seguiti da urla e da una fuga generale. “Ho visto la gente correre verso i negozi per mettersi al sicuro”, dice un commerciante del posto, ancora scosso a pochi minuti dall’accaduto.
Le contromisure delle autorità israeliane
Le autorità hanno reagito subito, rafforzando i posti di blocco lungo la Route 60, la strada principale che collega Gerusalemme a Hebron. Il portavoce della polizia, Micky Rosenfeld, ha annunciato che sono in corso “ricerche per individuare eventuali complici” e che la zona resterà sotto stretta sorveglianza nelle prossime ore. Nel frattempo, il premier Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione d’emergenza con i vertici della sicurezza nazionale. “Non accetteremo attacchi contro i nostri cittadini”, ha detto in una nota diffusa poco dopo mezzogiorno.
Un quadro sempre più teso in Cisgiordania e Gaza
L’attacco arriva in un momento di forti tensioni. Negli ultimi mesi, secondo l’ONU, gli scontri tra esercito israeliano e gruppi armati palestinesi sono aumentati sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza. Solo nell’ultima settimana, almeno sette palestinesi sono stati uccisi durante operazioni militari dell’IDF (Israel Defense Forces) a Jenin e Nablus. Sul fronte israeliano, si registrano più episodi di violenza contro civili e militari vicino agli insediamenti.
La comunità internazionale lancia l’allarme
La comunità internazionale segue con attenzione e preoccupazione gli sviluppi. L’Unione Europea, con il portavoce per gli Affari Esteri Peter Stano, ha invitato “tutte le parti a evitare una nuova escalation” e a “proteggere la popolazione civile”. Anche il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha parlato di “profonda preoccupazione” per il rischio di un peggioramento della situazione nella regione.
Gush Etzion sotto choc, la vita si ferma di nuovo
A Gush Etzion la vita quotidiana è stata di nuovo stravolta. Le scuole sono rimaste chiuse per precauzione e molti abitanti hanno preferito non uscire di casa. “Qui si vive sempre con la paura che succeda qualcosa”, confida una madre che abita a pochi passi dal luogo dell’attacco. La tensione resta alta, con le sirene delle ambulanze che continuano a riecheggiare tra le colline della Cisgiordania.
Il futuro resta incerto, cresce la paura di una nuova escalation
Mentre proseguono le indagini e le forze di sicurezza sono in allerta, il timore è che episodi come questo possano far partire una spirale di violenza difficile da fermare. Gli analisti locali avvertono che ogni nuovo attacco mette a rischio ogni sforzo per avviare un dialogo tra israeliani e palestinesi. Eppure, chi vive questa realtà giorno dopo giorno sente che una soluzione è ancora lontana.
