Il docufilm ‘Santa Dalila’: un passo verso la beatificazione

Il docufilm 'Santa Dalila': un passo verso la beatificazione

Il docufilm 'Santa Dalila': un passo verso la beatificazione

Giada Liguori

Novembre 18, 2025

Matera, 18 novembre 2025 – Un docufilm per raccontare la vita e il sacrificio di una giovane donna, Dalila Iafelice, e per chiedere l’avvio di un percorso di beatificazione e canonizzazione. È questo il cuore di “Santa Dalila”, firmato dalla giornalista e documentarista Anna Langone, presentato oggi in anteprima al Matera Film Festival. Una storia che parte da San Severo, in provincia di Foggia, e si snoda attraverso otto anni di ricordi e testimonianze.

“Santa Dalila”: il docufilm che custodisce una memoria

Il film ripercorre, tra immagini d’archivio e interviste, gli ultimi dieci anni di vita di una ragazza che – come ha detto Langone durante la presentazione nella Città dei Sassi – “ha scelto la bontà come guida, anche quando la vita non è stata gentile”. Dalila Iafelice, ventotto anni, è morta il 9 agosto 2017, travolta da un treno mentre cercava di salvare il suo cane scappato sui binari vicino alla stazione di Chieuti, sul Gargano. Un gesto istintivo, raccontano i suoi familiari, che dice molto del suo carattere: “Non si tirava mai indietro, nemmeno davanti al pericolo”, ha ricordato la madre, con la voce rotta dall’emozione.

Una vita fatta di gesti semplici e generosi

La storia di Dalila non si ferma alla tragedia. Il docufilm – sostenuto dalla Fondazione Matera 2019 e girato tra San Severo, Chieuti e Foggia – ricostruisce una quotidianità fatta di attenzioni e piccoli gesti concreti. Dopo un grave incidente stradale a 18 anni, in cui persero la vita due suoi amici, Dalila ha dovuto affrontare una lunga riabilitazione. “Da quel momento”, spiega Langone, “è cambiata: si è dedicata agli altri con ancora più determinazione”. Lavorava per sostenere le cinque sorelle e la madre, già segnate dalla perdita prematura del padre. Donava sangue con regolarità, raccoglieva cani randagi per strada e li affidava a chi poteva prendersene cura. “Era sempre pronta a dare una mano”, ha raccontato una delle sorelle durante la proiezione.

L’ultimo giorno: un gesto che ha segnato tutti

Quel pomeriggio del 9 agosto 2017 resta impresso nella memoria di chi la conosceva. Secondo le ricostruzioni, Dalila aveva un appuntamento con un uomo e suo figlio – un bambino che aveva perso da poco la madre – per mostrare loro le casette di legno sulla spiaggia di Chieuti. Si erano dati appuntamento alla stazione ferroviaria. È in quel momento che il cane è scappato dall’auto e si è lanciato sui binari. Senza pensarci, lei è scesa e ha cercato di inseguirlo, senza vedere il treno in arrivo. “È successo tutto in pochi secondi”, ha raccontato un testimone presente. Nel docufilm quella scena viene raccontata come un lungo déjà vu, un momento sospeso che ancora oggi lascia sgomenti amici e parenti.

Il dibattito sulla beatificazione prende forma

Il titolo scelto da Langone non è casuale. “Santa Dalila” è un auspicio, ma anche una provocazione. Durante la presentazione si è parlato apertamente della possibilità di aprire un processo di beatificazione per Dalila Iafelice. “Il suo esempio va oltre la cronaca”, ha detto don Michele Di Leo, parroco di San Severo. “La sua vita è stata segnata da una generosità fuori dal comune”. Al momento non ci sono iniziative ufficiali in diocesi, ma l’interesse suscitato dal docufilm potrebbe essere il primo passo verso una riflessione più ampia.

Applausi, emozioni e nuovi orizzonti

La proiezione al Matera Film Festival ha raccolto applausi e commozione. In sala, molti spettatori hanno espresso il desiderio che la storia di Dalila venga conosciuta anche fuori dalla Puglia. “È una vicenda che parla a tutti”, ha detto Anna Langone a margine dell’evento. Nei prossimi mesi sono previste altre proiezioni in varie città italiane. Intanto la famiglia Iafelice attende segnali dalla Chiesa: “Non cerchiamo riconoscimenti”, ha spiegato la madre, “ma vorremmo che il suo esempio non venga dimenticato”.

La storia di Dalila Iafelice resta così sospesa tra memoria privata e racconto collettivo. Un gesto estremo, quello del 2017, che oggi diventa occasione per riflettere sul senso della bontà di ogni giorno e sul valore dei piccoli atti di coraggio.