Un misterioso appunto su Emanuela Orlandi: rivelazioni sorprendenti dal cineforum scoperto dalla Commissione bicamerale

Un misterioso appunto su Emanuela Orlandi: rivelazioni sorprendenti dal cineforum scoperto dalla Commissione bicamerale

Un misterioso appunto su Emanuela Orlandi: rivelazioni sorprendenti dal cineforum scoperto dalla Commissione bicamerale

Matteo Rigamonti

Novembre 18, 2025

Roma, 18 novembre 2025 – È spuntato un appunto inedito attribuito a Emanuela Orlandi, riportando sotto i riflettori uno dei misteri più inquietanti della cronaca italiana. A scoprirlo è stata la Commissione bicamerale d’inchiesta, guidata dal senatore Andrea De Priamo, grazie anche al prezioso aiuto del Ros dei Carabinieri. Nel taccuino, la ragazza scomparsa nel giugno del 1983 annotava particolari su un cineforum chiamato “Il montaggio delle attrazioni”, in via Cassia, a due passi dalla casa del regista Bruno Mattei. Un teatro, insomma, dove un mese prima della sua sparizione si era svolto uno spettacolo che ora torna a interrogare gli inquirenti.

Un appunto che riaccende il caso

Il senatore De Priamo ha sottolineato come questo documento rappresenti un pezzo nuovo nel puzzle delle indagini. “Abbiamo trovato elementi mai visti prima”, ha detto all’Ansa, spiegando che il ritrovamento è avvenuto durante i lavori della Commissione, con il supporto dei Carabinieri. Nel testo, Emanuela parla chiaramente del cineforum e dello spettacolo teatrale, dettagli mai emersi fino ad oggi.

Il luogo, “Il montaggio delle attrazioni”, si trova a pochi metri dalla casa del regista Bruno Mattei, noto per i suoi B-movies. Un particolare che gli investigatori stanno studiando con attenzione: Mattei aveva contatti con alcuni studenti della scuola di musica “Ludovico da Victoria”, la stessa frequentata da Emanuela.

Bruno Mattei, un nome che torna

Il regista è tornato al centro dell’attenzione durante l’audizione di Alfonso Montesanti davanti alla Commissione. Montesanti, ex marito di Patrizia De Lellis – figlia di Franco De Lellis e Giuliana De Ioannon, rispettivamente factotum e impiegata nella segreteria della direttrice della scuola di musica – ha raccontato dei legami tra la moglie e Mattei. Secondo quanto emerso, Giuliana De Ioannon avrebbe avuto una relazione con il regista, un dettaglio che aggiunge nuovi collegamenti tra la scuola di musica e il mondo del cinema romano.

La Commissione ora valuta quanto conta davvero quell’appunto. “Stiamo verificando la sua importanza”, ha detto De Priamo, lasciando intendere che ogni spunto verrà approfondito nei prossimi mesi.

Indagini ancora aperte su più fronti

Anche con questa novità, la Commissione non chiude nessuna strada. “Lavoriamo su tutte le piste, nessuna esclusa”, ha ribadito il senatore. In particolare, pare che la cosiddetta “pista di Londra” venga vista come un tentativo di depistaggio. “Un tentativo di inquinare le indagini, anche a danno di Pietro Orlandi”, ha spiegato De Priamo, aggiungendo che sono in corso accertamenti per capire chi e perché abbia diffuso quella versione.

Restano invece aperte le ipotesi di una pista internazionale e il possibile coinvolgimento di Marco Accetti, il fotografo romano che nel 2013 si autoaccusò del rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Accetti sosteneva che si trattasse di un falso sequestro ideato per ricattare il Vaticano, ma la sua storia non ha mai avuto conferme definitive.

Scavi sotto la Casa del Jazz: nuovi sospetti

Negli ultimi giorni si è tornato a parlare degli scavi sotto la Casa del Jazz a Roma. Come spesso accade, ogni volta che si avviano lavori in città, qualcuno ha ipotizzato un legame con il caso Orlandi. Al momento però non ci sono conferme ufficiali che le ricerche siano collegate alla scomparsa.

“Ogni volta che si scava da qualche parte a Roma si pensa sempre a Emanuela. Io spero che non stia là sotto”, ha commentato questa mattina a “Storie italiane” su Rai Uno Pietro Orlandi, suo fratello. Parole cariche di speranza e dolore, che raccontano una famiglia che non si è mai arresa in oltre quarant’anni.

Il mistero resta fitto

Sono passati più di quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, eppure ogni nuovo elemento sembra aprire più domande che risposte. La Commissione bicamerale continua a scavare tra vecchie e nuove piste, documenti e testimonianze. La speranza è che proprio quell’appunto, scritto dalla giovane, possa un giorno far luce su una storia ancora avvolta nel mistero dal 1983.