Antonia Klugmann racconta il suo ristorante travolto dal fango: «Un’inondazione da film»

Antonia Klugmann racconta il suo ristorante travolto dal fango: «Un'inondazione da film»

Antonia Klugmann racconta il suo ristorante travolto dal fango: «Un'inondazione da film»

Matteo Rigamonti

Novembre 19, 2025

Cormòns (GO), 19 novembre 2025 – Antonia Klugmann, chef stellata e volto noto della cucina italiana, ha visto il suo ristorante L’Argine a Vencò travolto dal fango nella notte tra domenica e lunedì. Una violenta ondata di maltempo si è abbattuta sul Collio friulano. L’acqua, spinta dalla piena del torrente Judrio, ha invaso sale e cucine dell’edificio storico risalente al 1650, causando danni pesanti e un grande senso di smarrimento. “Sembrava di essere dentro a un film”, ha raccontato la chef, ancora scossa, in una lunga intervista.

La notte dell’alluvione: paura e acqua che invade ogni angolo

Erano quasi le 23 quando la situazione è precipitata. Klugmann era ancora nel locale con pochi clienti rimasti per la notte, alcuni dei quali avevano camere al piano superiore. “All’improvviso il salotto era sommerso dall’acqua, e dalle mura è arrivato un rumore cupo. Sono muri spessi, un edificio antico. Sembrava che tenessero dentro tutta la loro forza, e poi la liberassero tutta insieme”, ha spiegato la chef.

La piena è arrivata in fretta, quasi senza avvertimenti. Klugmann ha subito dato istruzioni alla sua squadra per piazzare sacchi di sabbia all’ingresso, cercando di fermare l’acqua. “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo”, ha confidato. Ma la natura ha avuto la meglio: il fango ha invaso ogni stanza, trascinando con sé sedie, stoviglie e ricordi.

Soccorsi in ritardo: strade bloccate e attesa estenuante

Quando i vigili del fuoco sono arrivati, la situazione era già fuori controllo. “Mi hanno detto solo di evacuare tutti”, ricorda Klugmann. Poi sono andati via, lasciando la chef e il suo staff a aspettare aiuto. “L’unico che ci ha seguito è stato il sindaco di Dolegna del Collio”, sottolinea. La Protezione civile ha potuto raggiungere il ristorante solo dopo 14 ore: le strade erano impraticabili, piene di detriti e acqua.

Nel frattempo, Klugmann ha fatto il possibile per mettere in sicurezza ciò che si poteva. “Ho fatto tutto quello che potevo come privato cittadino”, racconta. Ma la pioggia, così forte da sorprendere anche chi conosce bene questa terra, ha piegato un intero territorio.

Un legame profondo: il paesaggio come parte dell’identità

Per Antonia Klugmann, il legame con il territorio va oltre l’aspetto estetico. “Il paesaggio non è solo una cornice: è la nostra identità”, ripete spesso. L’Argine a Vencò si trova proprio sulla riva del Judrio, immerso tra vigneti e campi che sono la base della sua cucina. Ora quel paesaggio porta i segni della devastazione: fango ovunque, alberi sradicati, silenzio rotto solo dal rumore dell’acqua che scorre ancora.

“È chiaro che davanti a questi eventi la politica deve agire, a livello regionale e nazionale”, dice Klugmann con decisione. Proteggere il territorio non può più aspettare: “Bisogna guardare in faccia le debolezze strutturali”.

La comunità si stringe attorno a una ferita aperta

Dopo l’alluvione sono arrivati messaggi di solidarietà da colleghi, clienti di lunga data e cittadini. “Non me lo aspettavo, tutto questo affetto”, ammette la chef. Il ristorante resterà chiuso per giorni, forse settimane, per le operazioni di pulizia e per fare un bilancio preciso dei danni.

Nel piccolo borgo di Vencò si lavora per riaprire le strade e aiutare chi ha perso quasi tutto. Il sindaco di Dolegna del Collio, Diego Bernardis, ha chiesto interventi urgenti: “Serve un piano straordinario per mettere in sicurezza il territorio”, ha detto ieri mattina.

La storia di Antonia Klugmann e del suo ristorante sommerso dal fango diventa così il simbolo di una fragilità che riguarda non solo il Friuli, ma molte parti d’Italia. Una ferita aperta che chiede risposte vere, non solo parole, per proteggere l’identità, il lavoro e il futuro di intere comunità.