Brasilia, 19 novembre 2025 – La presidenza brasiliana della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Cop30 di Belém, ha dato una scossa ai negoziati pubblicando le prime bozze di un possibile accordo e annunciando una fase di “diplomazia shuttle”. L’obiettivo, chiaro e deciso, è stato ribadito dal presidente della Cop, André Corrêa do Lago, in una lettera ai Paesi partecipanti: “Concludere una parte significativa del nostro lavoro entro martedì sera, per poter tenere una plenaria sul pacchetto politico di Belém entro metà settimana”. Un’accelerazione importante, che arriva proprio nel momento in cui serve una svolta sui temi più spinosi, ancora fonte di forti divisioni tra i grandi blocchi.
Diplomazia shuttle, trattative a ritmo serrato
Questa nuova fase, chiamata appunto di diplomazia shuttle, prevede scambi veloci e continui tra gruppi negoziali e singoli Paesi. Un metodo già visto, ma stavolta – dicono fonti vicine ai lavori – si andrà avanti anche di notte. “Siamo pronti a lavorare senza sosta”, ha confidato un delegato europeo, a sottolineare la pressione che si respira per trovare un testo condiviso. Il calendario è fitto: l’obiettivo è chiudere il primo pacchetto politico entro mercoledì, mentre un secondo accordo, più tecnico, potrebbe arrivare venerdì.
I nodi del pacchetto politico di Belém
Al centro del confronto ci sono le risposte ai Piani nazionali di riduzione delle emissioni (NDC), giudicati ancora troppo deboli per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Su questo punto, le posizioni restano molto distanti. “Serve più coraggio, i numeri attuali non bastano”, ha spiegato un funzionario dell’ONU. Accanto alle emissioni, resta aperta la partita della finanza climatica e degli aiuti ai Paesi più poveri: molti governi del Sud del mondo chiedono impegni chiari e risorse certe, mentre i Paesi sviluppati frenano sugli stanziamenti.
Non meno delicato è il confronto sulle barriere al commercio, con la Cina e altri Stati che hanno criticato la tassa europea sul carbonio alle frontiere. “Non possiamo accettare misure unilaterali che danneggiano le nostre economie”, ha detto un negoziatore cinese. Sullo sfondo resta il nodo della trasparenza nei controlli e nella rendicontazione degli impegni presi.
Transizione dai combustibili fossili, si accelera?
Un altro tema caldo è la possibilità di inserire nel testo finale un percorso per accelerare la transizione dai combustibili fossili. Da quanto emerge dai gruppi di lavoro, alcuni Paesi produttori restano cauti, mentre l’Unione Europea e una parte dei Paesi latinoamericani spingono per un testo più deciso. “Non possiamo permetterci altri rinvii”, ha sottolineato un funzionario europeo. Ma solo nelle prossime ore si capirà se sarà possibile trovare un’intesa che vada bene a tutti.
L’incontro chiave del pomeriggio
Nel pomeriggio è in programma l’incontro “Mutirão Mobilization for the Belém Political Package”, con i Capi delegazione e i ministri dell’Ambiente. Per l’Italia ci sarà Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. L’appuntamento, alle 16 ora locale (le 20 in Italia), si terrà nel centro congressi di Belém e potrebbe essere un momento decisivo per fissare le priorità politiche del vertice.
Prossimi passi tra tensioni e speranze
Gli organizzatori dicono che la presidenza brasiliana punta a chiudere il primo pacchetto politico entro mercoledì, per poi passare alle questioni tecniche e provare a chiudere un secondo accordo entro venerdì. Ma il clima è teso: “Le distanze sono ancora grandi su diversi punti”, ha ammesso un diplomatico sudamericano. E mentre le delegazioni si preparano a notti di lavoro intenso, resta da vedere se la Cop30 riuscirà davvero a dare una svolta concreta alla lotta contro il cambiamento climatico.
