Il coraggio di Quirin Kuhnert: un gesto eroico che ha salvato una vita nella tragedia di Cormans

Il coraggio di Quirin Kuhnert: un gesto eroico che ha salvato una vita nella tragedia di Cormans

Il coraggio di Quirin Kuhnert: un gesto eroico che ha salvato una vita nella tragedia di Cormans

Matteo Rigamonti

Novembre 19, 2025

Cormons (Gorizia), 19 novembre 2025 – Quirin Kuhnert, trentadue anni, nato a Monaco di Baviera ma da tempo residente a Brazzano di Cormons, è morto all’alba di domenica scorsa, travolto dalla frana che ha distrutto il piccolo centro in provincia di Gorizia. Ma prima di essere inghiottito dal fango, ha compiuto un gesto che nessuno in paese potrà dimenticare: era già salvo, ma è tornato indietro per aiutare chi era rimasto intrappolato. Così ha salvato la vita a una donna, Daniela, e ha lottato fino all’ultimo per salvare anche l’anziana Guerrina Skocaj.

Frana all’alba: il coraggio di Quirin che torna indietro

Erano le 5 del mattino quando la colata di fango ha iniziato a scendere dal colle. Quirin e sua moglie Jessica erano già fuori pericolo. Un video che gira in paese mostra l’acqua che scorre veloce lungo le strade, trascinando tutto quello che trova. Ma a Quirin sono arrivate le grida di chi era rimasto bloccato. “Non ci ha pensato un attimo”, raccontano gli amici. Ha lasciato la moglie e si è fiondato verso il centro del paese, dove alcune persone erano intrappolate nelle loro case.

Le prime ricostruzioni dicono che la prima a essere salvata è stata Daniela, 53 anni. “Mia figlia era paralizzata dalla paura – racconta Elena Pinto – non riusciva a uscire, con quel diluvio e il fango che scendeva come un torrente. Quirin ha bussato e le ha urlato di scappare subito, perché la collina stava franando sulle case”. Daniela è uscita in pigiama, scalza, sotto shock. “Affondava nell’acqua che trascinava sassi – dice Massimiliano Cecchin, suo fratello – non ce la faceva ad andare avanti. Quirin l’ha presa e portata via di forza un attimo prima che la casa crollasse. Senza di lui sarebbe stata sepolta”.

L’ultimo tentativo: Guerrina e il crollo della casa

Ma Quirin non si è fermato lì. Sentiva ancora le grida provenire dalla casa di Guerrina Skocaj, 83 anni, rimasta intrappolata mentre l’acqua del rio Del Ronco invadeva la sua abitazione. “Eravamo già lontani e in salvo – ricorda Jessica, la moglie – ma Quirin ha pensato a Guerrina ed è tornato indietro”. Con lui c’era anche Matteo Betteto, operaio della cantina Borgo del Tiglio.

Nicola Manferrari, datore di lavoro di Betteto, racconta che Quirin ha cercato di aprire la porta per tirare fuori l’anziana. Poi è sceso in cantina, ha preso una scala e l’ha appoggiata contro la facciata della casa. “Stava appena iniziando a salire verso Guerrina quando l’intero gruppo di case è crollato, inghiottendoli tutti”, spiega Manferrari. Betteto si è salvato perché era fuori a tenere la scala, ma ha riportato una frattura al bacino e a un femore. Guerrina e Quirin sono stati trovati senza vita dopo ore di ricerche dai soccorritori con i cani da catastrofe.

Brazzano: la casa scelta da Quirin

Quirin Kuhnert aveva scelto Brazzano come casa da anni. Suo padre, un noto architetto bavarese, aveva comprato due ruderi nel borgo e li aveva ristrutturati: nella prima abitazione viveva con la moglie, nella seconda il figlio trascorreva le estati con la compagna. “Quando suo padre è morto, Quirin ha deciso di restare qui per sempre – racconta Elisa Brandolin, amica di famiglia – si era innamorato del paese”.

Negli ultimi mesi aveva anche preso in gestione un piccolo negozio di alimentari della frazione, dopo la morte del titolare storico. “Sapeva che non sarebbe diventato ricco – confida Elisa – ma diceva sempre che la felicità sta nell’aiutare gli altri”. Un pensiero che lo ha accompagnato fino all’ultimo.

Il dolore di Brazzano e il ricordo di un eroe

A Brazzano il dolore si taglia con il coltello. Molti parlano a bassa voce davanti alle case distrutte dal fango, tra i detriti ancora sparsi lungo via Roma. “Quirin aiutava tutti”, ripetono i vicini. La sua storia ora si mescola a quella del paese che aveva scelto come casa: un gesto spontaneo, senza pensare ai rischi, che ha lasciato un segno profondo nella memoria di tutti. E tra le lacrime, qualcuno riesce a dirlo: “Se mia figlia è viva lo deve a lui”.