Il dramma dei 362 figli rapiti da un genitore in Italia: storie di separazione e dolore

Il dramma dei 362 figli rapiti da un genitore in Italia: storie di separazione e dolore

Il dramma dei 362 figli rapiti da un genitore in Italia: storie di separazione e dolore

Matteo Rigamonti

Novembre 19, 2025

Roma, 19 novembre 2025 – Nei primi sei mesi del 2025, in Italia sono stati segnalati 362 casi di minori sottratti da un genitore e portati all’estero, secondo i dati del Ministero degli Esteri. Un fenomeno in crescita, che si conferma dai numeri: 75 nuovi casi si sono aggiunti ai 278 ancora aperti degli anni passati. In 40 di questi nuovi episodi, le autorità italiane hanno già chiesto aiuto ai colleghi stranieri per cercare di riportare i bambini a casa.

Bambini portati via: il conto sale e i paesi coinvolti

Nel 2024, i casi segnalati erano stati 204, mentre i fascicoli aperti avevano toccato quota 546. Il trend è chiaro: il problema non accenna a fermarsi. La maggior parte delle sottrazioni riguarda paesi europei, con la Germania (11 casi), il Regno Unito (7), la Spagna (7) e il Brasile (5) tra le destinazioni più frequenti dei nuovi fascicoli. Guardando ai casi ancora irrisolti, la lista si allunga: Romania (33), Regno Unito (21), Germania (19), Francia (16) e Spagna (15).

Il Ministero degli Esteri fa notare che molti di questi procedimenti rimangono “aperti” per anni. Il motivo? Dipendono dall’andamento dei processi civili o penali nei paesi esteri coinvolti. “Non è raro che una vicenda si trascini a lungo”, spiegano fonti della Farnesina. “La collaborazione tra Stati non scatta subito”.

Dietro i numeri, storie di famiglie spezzate

Le cifre raccontano solo una parte della storia. All’inizio del 2025 ha fatto rumore il caso del piccolo Ethan, sei mesi, portato via dalla madre Claudia Ciampa dall’ex compagno statunitense Eric Oward Nichols durante una vacanza in Puglia. La donna aveva denunciato la scomparsa ad agosto 2024. Da allora, quella vicenda è diventata simbolo delle difficoltà che incontrano i genitori italiani nel tentativo di riavere i propri figli.

“Il fenomeno è serio e cresce anche perché aumentano le coppie miste”, spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani. Secondo lui, il quadro si complica ancora di più quando il paese di destinazione non ha ratificato la Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980, il trattato internazionale che dovrebbe velocizzare il ritorno dei minori sottratti.

Tra leggi e culture diverse, ostacoli difficili da superare

La Convenzione dell’Aja mette in contatto le autorità dei vari Stati e avvia un’indagine per riportare il minore. Ma non tutti i paesi hanno aderito al trattato. “In alcuni Stati del Sud America”, confida Gassani, “è difficile anche solo parlare con un giudice. E in certi paesi musulmani, le leggi e la cultura favoriscono quasi sempre l’affidamento al padre”.

Gli esperti sottolineano che senza strumenti giuridici condivisi, le procedure si allungano e le famiglie italiane restano spesso in attesa, senza risposte. “Negli ultimi anni l’Italia si fa valere di più”, aggiunge Gassani, “ma le difficoltà pratiche sono ancora tante”.

Le famiglie in attesa e il ruolo delle istituzioni

Chi vive queste storie affronta mesi, a volte anni, di incertezza. “Non passa giorno senza che pensi a mia figlia”, racconta una madre romana che da oltre un anno aspetta notizie dalla Spagna. Le associazioni chiedono più aiuto, soprattutto sul piano psicologico e legale, per chi si trova in queste condizioni.

Il Ministero degli Esteri ribadisce l’impegno a seguire ogni caso: “Facciamo tutto il possibile per favorire il dialogo tra le autorità”, assicurano fonti diplomatiche. Ma la strada per una soluzione rapida resta spesso in salita.

Un problema in crescita che chiede risposte

La crescita delle coppie miste e la mobilità internazionale rendono il fenomeno dei figli sottratti sempre più attuale. I numeri del 2025 confermano una tendenza che preoccupa istituzioni e famiglie. Solo una maggiore collaborazione internazionale – sul piano legale e diplomatico – potrà dare risposte concrete a chi vive questo dramma sulla propria pelle.