Trento, 19 novembre 2025 – È stata inaugurata oggi a Predaia, nel cuore della Val di Non, la nuova “funivia delle mele”, alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e delle principali autorità locali. Un impianto unico nel suo genere, interamente progettato e costruito in Italia, che promette di rivoluzionare la raccolta e la conservazione delle mele in Trentino.
Made in Italy, un progetto che guarda avanti
“Un orgoglio tutto italiano al 100%”, ha detto con entusiasmo Ernesto Seppi, presidente del Consorzio Melinda, durante la cerimonia. “Un’opera mai vista prima nel mondo, realizzata in soli due anni grazie all’unione e alla collaborazione di molti. Così abbiamo fermato l’esodo dei nostri agricoltori, che oggi preferiscono restare e costruire il loro futuro qui, nella loro terra, proprio come faranno i nostri figli”. Parole accolte da un lungo applauso, in una sala gremita di autorità: l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli, il vicepresidente della Provincia di Trento Achille Spinelli, l’assessore alla Salute Mario Tonina e l’assessora alla Cultura Francesca Gerosa.
Funivia delle mele: numeri che impressionano
La nuova funivia collega la sala di lavorazione Melinda di Predaia alle celle ipogee della miniera di Rio Maggiore, il cuore della conservazione delle mele trentine. La linea si sviluppa per 1,3 chilometri, supera un dislivello di quasi 90 metri e può trasportare fino a 460 contenitori all’ora, ciascuno con un peso di 300 chili. La velocità? Cinque metri al secondo. Da quando è partita a fine estate, ha già mosso oltre 30.000 tonnellate di mele.
Secondo i tecnici Melinda, questo sistema potrà evitare più di 5.000 viaggi di camion ogni anno, un dato che significa meno traffico pesante sulle strade della valle e un impatto ambientale decisamente più basso. “Abbiamo scelto l’innovazione sostenibile”, ha spiegato Seppi, “perché il futuro dell’agricoltura passa anche dalla capacità di ridurre consumi ed emissioni”.
Celle ipogee: tecnologia e risparmio
La funivia termina il suo percorso nelle cosiddette celle ipogee, stanze scavate nella roccia dolomitica della miniera di Rio Maggiore. Qui le mele si conservano a temperatura controllata, sfruttando le caratteristiche naturali della roccia. Il risultato? Un risparmio energetico stimato intorno al 30% rispetto ai magazzini tradizionali. Secondo gli agronomi del consorzio, questo sistema garantisce una qualità migliore del prodotto e una gestione più efficiente delle scorte.
“Le celle ipogee sono il nostro fiore all’occhiello”, ha raccontato un tecnico Melinda durante la visita riservata alle autorità. “La temperatura resta stabile tutto l’anno, senza bisogno di grandi impianti di raffreddamento”.
Un modello per tutto il territorio
L’inaugurazione arriva in un momento delicato per l’agricoltura trentina, alle prese con sfide difficili come il cambiamento climatico e la concorrenza internazionale. Le istituzioni locali hanno sottolineato come questo impianto sia un esempio concreto di ciò che si può fare quando pubblico e privato lavorano insieme per innovare e crescere in modo sostenibile.
“Investire nella filiera agroalimentare vuol dire investire nelle nostre comunità”, ha detto l’assessore Zanotelli. “La funivia delle mele è la prova che quando si fa squadra si possono raggiungere grandi risultati”.
Reazioni e futuro
La presenza della presidente Meloni, arrivata a Predaia poco dopo le 11, ha dato grande risalto all’evento. “Qui si vede un’Italia che innova senza dimenticare le sue radici”, ha detto la premier nel suo breve intervento. Gli agricoltori locali, molti presenti con le loro famiglie, hanno accolto con entusiasmo la novità: “Così possiamo lavorare meglio e restare qui”, ha spiegato uno dei giovani produttori.
La funivia delle mele non è solo un’opera tecnica: è un segnale di fiducia nel futuro della valle e delle sue persone. E, come ha ricordato Seppi in chiusura, “questo è solo l’inizio: ora dobbiamo continuare a innovare”.
