Lecce, 19 novembre 2025 – Un bambino di otto anni è stato trovato morto nella sua casa di Calimera, nel cuore del Salento, mentre il corpo senza vita della madre, una donna di 35 anni, è stato recuperato poche ore dopo in mare, davanti a Torre dell’Orso. La tragedia, avvenuta lunedì, ha scosso profondamente la comunità e riaperto il dibattito sulle fragilità psicologiche spesso invisibili.
Scomparsi nel pomeriggio: partono le ricerche
Tutto è cominciato nel primo pomeriggio, quando il marito della donna – da cui era separata – si è presentato dai carabinieri di Calimera. Non aveva più notizie né della moglie né del figlio. Preoccupato, ha denunciato la scomparsa. Subito sono scattate le ricerche: pattuglie a piedi e in auto, telefonate a conoscenti, controlli nei luoghi frequentati dalla donna.
Intorno alle 17, la svolta: un sub durante un’immersione ha avvistato un corpo che galleggiava a circa 300 metri dalla costa di Torre dell’Orso. La Capitaneria di porto di Otranto è intervenuta prontamente, recuperando la salma e portandola all’obitorio del Vito Fazzi di Lecce. In serata, il marito ha riconosciuto la donna.
Il ritrovamento del bambino e i primi accertamenti
Mentre si procedeva all’identificazione, i carabinieri hanno intensificato le ricerche del piccolo. Poco dopo le 19, la scoperta più terribile: il bambino è stato trovato morto nella casa di famiglia a Calimera. Secondo gli investigatori, sul corpo c’erano segni compatibili con ferite da arma da taglio.
Gli uomini del Nucleo investigativo hanno lavorato fino a tarda sera per ricostruire cosa è successo. L’abitazione è stata sequestrata. All’interno sono stati trovati diversi elementi utili alle indagini, tra cui un coltello da cucina e tracce di sangue.
Omicidio-suicidio, l’ipotesi principale
Al momento, gli inquirenti puntano sull’ipotesi dell’omicidio-suicidio. La prima ricostruzione parla di una donna che avrebbe ucciso il figlio in casa, poi si sarebbe diretta verso la costa per togliersi la vita in mare. La dinamica è ancora da chiarire, serviranno gli accertamenti medico-legali e le analisi dei cellulari.
Fonti vicine alla famiglia raccontano che la 35enne soffriva da tempo di disturbi psicologici. “Aveva più volte parlato di voler farla finita – dice una conoscente – e spesso si riferiva al mare come a un luogo dove lasciarsi andare”. Gli investigatori stanno verificando se fosse in cura o avesse cercato aiuto dai servizi sociali.
Un dolore che scuote Calimera
La comunità di Calimera è sotto choc. Tra le strade silenziose e le saracinesche abbassate, si sente solo sgomento. “Non ci sono parole”, dice un vicino, ancora incredulo davanti alla porta chiusa dai carabinieri. Il sindaco ha espresso il cordoglio di tutta l’amministrazione.
Il caso richiama alla mente un episodio simile di pochi giorni fa: a Muggia, in provincia di Trieste, una madre aveva ucciso il figlio di sei anni durante un incontro protetto. Due drammi ravvicinati che mettono in luce le difficoltà delle istituzioni nel riconoscere i segnali di disagio e intervenire in tempo.
Indagini aperte, si cerca la verità
Nei prossimi giorni sarà decisiva l’autopsia sui corpi di madre e figlio. Gli investigatori attendono anche i risultati delle analisi scientifiche in casa e dei dispositivi elettronici della donna. Solo così si potrà ricostruire con precisione le ultime ore di questa tragica storia.
La Procura di Lecce ha aperto un fascicolo per omicidio-suicidio. Nessuna pista viene esclusa, ma finora tutto sembra indicare una tragedia consumata nel silenzio e nella solitudine di una famiglia in crisi.
