Parigi, 19 novembre 2025 – Nel marzo del 2026, per la prima volta sulla Stazione Spaziale Internazionale sarà messa alla prova la nuova tuta spaziale europea EuroSuit. Dietro questo progetto c’è l’agenzia spaziale francese Cnes, che ha lavorato insieme all’Istituto di Medicina e Fisiologia Spaziale Medes, con il supporto delle aziende Decathlon e Spartan Space. A indossarla sarà l’astronauta francese Sophie Adenot, scelta dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per la missione Crew-12, prevista tra poco più di un anno. Lo scopo? Verificare sul campo la sicurezza e la comodità di una tuta pensata per proteggere gli astronauti nelle fasi più delicate del viaggio, dal lancio fino al rientro.
EuroSuit, la nuova frontiera della sicurezza europea nello spazio
La EuroSuit è stata svelata ufficialmente lo scorso luglio, quando il Cnes aveva annunciato l’inizio dei test. In questi giorni, il Ceo di Decathlon, Javier López Segovia, ha condiviso su LinkedIn alcune immagini aggiornate della tuta, mostrando i materiali e i dettagli tecnici. La collaborazione tra enti pubblici e aziende private, spiegano al Cnes, è un passo importante per l’autonomia europea nello spazio. “Abbiamo puntato su materiali innovativi e su un design che renda la tuta facile e veloce da indossare”, ha detto López Segovia.
La funzione principale della nuova tuta è quella di salvaguardare la vita degli astronauti in caso di emergenze dentro le capsule spaziali. In particolare, la EuroSuit dovrà tenere in vita l’equipaggio se la cabina perde pressione o se l’aria si inquina, garantendo ossigeno e permettendo un’evacuazione rapida. “È uno strumento di sicurezza fondamentale – ha spiegato un portavoce dell’Esa – che può fare la differenza quando conta davvero”.
Prove in orbita per testare funzionalità e rapidità
I test del 2026 serviranno soprattutto a capire quanto la tuta sia comoda e veloce da usare: indossarla e toglierla dovrà richiedere meno di due minuti. Un dettaglio cruciale, visto che in caso di emergenza ogni secondo può salvare una vita. Sophie Adenot, pilota e astronauta con una lunga esperienza, sarà la prima a provarla in condizioni reali. “Non vedo l’ora di metterla alla prova – ha detto Adenot in una recente intervista – perché ogni passo avanti nella sicurezza è un vantaggio per tutti noi”.
La sperimentazione avverrà durante le attività all’interno della Stazione Spaziale, cioè nei moduli pressurizzati. Non si tratta di una tuta per le passeggiate spaziali esterne (EVA), ma di un equipaggiamento pensato per le fasi di lancio e rientro, quando i rischi di guasti o incidenti sono maggiori.
Un pezzo chiave per il futuro del trasporto spaziale europeo
Anche se oggi l’Esa non ha navette proprie per trasportare astronauti, lo sviluppo della EuroSuit fa parte di un progetto più ampio. Il programma Leo Cargo Return Services punta a realizzare capsule europee per portare materiali da e verso lo spazio. In futuro, questa idea potrebbe evolvere in veicoli capaci di riportare anche persone sulla Terra.
Il tema sarà probabilmente al centro della prossima riunione del Consiglio Ministeriale dell’Esa, in programma a fine novembre. “La sicurezza degli equipaggi resta una priorità – ha ribadito un funzionario dell’Agenzia – e ogni innovazione in questo campo rafforza le ambizioni europee nello spazio”.
Quando lo sport incontra l’esplorazione spaziale
La partecipazione di aziende come Decathlon e Spartan Space è una novità nel panorama europeo. “Abbiamo messo la nostra esperienza nell’abbigliamento tecnico sportivo al servizio dell’esplorazione spaziale”, ha spiegato López Segovia. Un modo di lavorare che potrebbe aprire nuove strade anche in altri settori civili.
Per ora, la EuroSuit è ancora un prototipo destinato ai test. Solo dopo aver valutato i risultati sulla Stazione Spaziale si deciderà se usarla in modo stabile nelle prossime missioni europee. Ma il primo passo, quello più difficile, è fatto: portare un’innovazione tutta europea nello spazio, con uno sguardo sempre puntato sulla sicurezza degli astronauti e sulla possibilità, un giorno non lontano, di tornare a viaggiare con mezzi progettati e costruiti nel Vecchio Continente.
